PAOLO BARONI PER LA STAMPA
proteste agenti di commercio
Sono 130 in tutto le attività ed i settori che beneficeranno dei contributi a fondo perduto e degli altri aiuti previsti dai decreti «Ristori» e «Ristori bis».
Un «salto» notevole che però non placa le polemiche degli esclusi che restano sempre tanti. Il nuovo decreto sugli indennizzi, varato sabato scorso dal Consiglio dei ministri per compensare gli effetti degli ultimi Dpcm ed il blocco di tante attività economiche, è stato «bollinato» ieri dalla Ragioneria generale e quindi trasmesso al Capo dello stato in vista della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale che darà il via alla seconda fase dei ristori.
Su un pacchetto di misure che in tutto vale altri 2,5 miliardi di euro nel 2020 (ed 1 miliardo sul 2021) il totale degli indennizzi destinati alle attività finora escluse dagli aiuti vale circa 1 miliardo, mentre ammontano a 549 milioni i tributi rinviati o cancellati.
dentisti
In particolare 280 milioni sono destinati nel 2021 a risarcire gli operatori dei centri commerciali e quelli delle produzioni industriali del comparto alimentare e delle bevande. Altri 340 milioni per il 2020 e 70 per il 2021 confluiscono invece nel fondo che servirà ad incrementare i ristori a fronte delle possibili estensioni delle zone rosse e gialle.
Per gli operatori con partita Iva, in particolare, sono poi previsti contributi a fondo perduto per 563 milioni nel 2020 e 243,3 nel 2021, mentre 78,1 serviranno ad estendere agli ultimi tre mesi dell'anno il credito d'imposta sugli affitti commerciali.
L'ampliamento delle attività beneficiarie dei contributi a fondo perduto è certamente significativo: rispetto alla prima lista sono state aggiunte una ventina di voci, dai bus turistici alle scuole di danza, dai musei ai negozi di bomboniere ai produttori di fuochi d'artificio, fino a zoo e guide alpine (per un totale di 73 codici Ateco).
ristori e proteste
Tutte queste attività riceveranno in automatico un indennizzo tra il 100% e il 200% di quanto già ricevuto in estate (solo le discoteche avranno il 400%), fino a un limite massimo di 150 mila euro. In questa prima lista sono inclusi anche i bar che nelle zone gialle avranno il 150%, mentre in quelle arancioni-rosse saliranno al 200%. Come gli alberghi, aggiunti solo in extremis.
Un secondo allegato al decreto bis indica poi altre 57 categorie destinatarie degli aiuti in quanto costrette ad abbassare le serrande nelle varie zone rosse: si va dai vestiti alle mercerie, dai mobili fino alle armi ed i sexy shop, dagli ambulanti a servizi come agenzie matrimoniali ed estetiste. La lista si allunga, ma le proteste degli esclusi continuano.
Protestano tutte le associazioni degli agenti di commercio, il lavoro autonomo libero-professionale ed i dentisti. Mentre Confesercenti oggi presenterà un ricorso al Tar contro il Dpcm del 3 novembre, decreto questo «che ha discriminato le imprese del settore distributivo che operano nelle gallerie dei centri commerciali e all'interno dei mercati coperti».
giuseppe conte roberto gualtieri