Estratto dell'articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
ENRICO LETTA
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Al Nazareno, sala Sassoli, le parole risuonate di più ieri mattina sono state «rischiamo la liquidazione ». Lo ha detto la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani, lo ha ripetuto l'aspirante leader Paola De Micheli. L'altro candidato segretario, Stefano Bonaccini, ha parlato di pericolo «irrilevanza, come è avvenuto in altri paesi europei». Il riferimento è chiaro: il Pasok greco e i socialisti francesi, spariti dai radar della politica che conta.
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BONACCINI - PAOLA DE MICHELI - ELLY SCHLEIN ALLA MANIFESTAZIONE PD A PIAZZA SANTI APOSTOLI
Si è parlato molto di identità, ieri.
Partito o movimento. Ritorno ai Ds o conferma dell'«amalgama» nata quindici anni fa, «malriuscita», disse poi D'Alema. Per Madia «se il tentativo è rifare i Ds, è un errore storico e poi un errore di analisi». Sulla stessa lunghezza d'onda Bonaccini.
Che ha aperto al cambio del nome, «nessun tabu, siamo una forza laburista», respingendo però «rigurgiti identitari il cui sbocco appare più un ritorno alle casematte precedenti ». Il governatore emiliano non nasconde le tribolazioni interne. Di più: «Il Pd - ammette - vede insidiata la sua stessa funzione di perno di un'alternativa di centrosinistra di governo». Per la prima volta, aggiunge, «ci sono nel campo delle opposizioni alternative competitive che possono rendere irrilevante la funzione stessa del Pd». La sorte del Pasok e del Parti Socialiste, appunto.
elly schlein pier antonio panzeri
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ELLY SCHLEIN
Schlein non si esprime, ma alcuni parlamentari che l'appoggiano sperano, al contrario, in un rinvio, «per non interferire con le Regionali del 12 febbraio».