1 - FERRIERI CAPUTI, UN ARBITRO DONNA S'AFFACCIA IN SERIE A
Roberto Avantaggiato per "Il Messaggero"
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«Un arbitro donna in serie A? Nel giro di due anni spero di riuscirci». La promessa di Alfredo Trentalange, numero uno dell'Aia, sembra proprio che non sia destinata ad essere una promessa da marinaio.
Anzi, ormai è chiaro che il grande giorno sia molto vicino. Dopo aver visto ieri a Cagliari all'opera Maria Sole Ferrieri Caputi, mandata da Gianluca Rocchi a dirigere il match di coppa Italia tra i sardi e il Cittadella la strada è tracciata.
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Perché quella di ieri è stata la prima volta di un arbitro donna con una squadra di serie A. Novità (epocale) che non è diventata un evento mediatico, segnale, probabilmente, di una crescita anche culturale del mondo del calcio capace, almeno in questo caso, di non far pesare le differenze.
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In precedenza, più attenzioni aveva suscitato il debutto in serie B della campana Maria Marotta, che lo scorso 10 maggio era diventata la prima arbitro-donna a fischiare nel campionato cadetto Reggina-Frosinone.
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PROMOSSA
Ieri sera, per vederla all'opera a Cagliari (gara conclusa sul 3-1 per i sardi) in tanti si sono sintonizzati sulla Sardegna Arena. A seguirla con molta attenzione sono stati soprattutto gli organi tecnici dell'Aia, a cominciare dal suo designatore di C Maurizio Ciampi, che credono fortemente in Maria Sole.
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E il perché lo si è capito proprio alla Sardegna Arena, dove ha saputo conquistarsi il rispetto di tutti gli attori in campo e a bordo campo. Merito della sua forte personalità (si è anche messa in mezzo ad un battibecco tra due calciatori) e un posizionamento sempre congruo allo svolgimento dell'azione.
D'altronde, era stato lo stesso Rocchi ad avvertire chi commentava la sua designazione: «Si tratta di una donna tosta e preparata, guardate quanto corre».
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DOTTORANDO
Nata a Livorno 31 anni fa, la Ferrieri Caputi fa parte della Can C ed è anche arbitro internazionale nel calcio femminile. Nella vita è ricercatrice alla fondazione Adapt (l'Associazione per gli studi internazionali e comparativi in materia di lavoro) e dottoranda all'università di Bergamo.
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Nell'Aia è entrata nel 2006, a 16 anni, grazie a un volantino che propagandava un corso arbitri, trovato sulla sella del suo motorino parcheggiato all'uscita del Liceo. Dopo le giovanili e i cinque anni trascorsi tra i dilettanti, è arrivata la promozione nella Can C nella stagione 20-21.
In Lega Pro ha diretto sedici gare, sei delle quali nel campionato in corso. Poi il debutto in serie B nello scorso mese di ottobre, arbitrando la sfida tra Cittadella e Spal (terminata senza reti) seguendo l'esempio della campana Maria Marotta. Due nomi da segnare sul taccuino, perché presto le vedremo entrambe in serie A. Sicuro.
2 - VIOLENZA SUI DIRETTORI DI GARA, UNA LEGGE PER IL DASPO A VITA
G. Ros. per "Il Messaggero"
Gli animali che da troppo tempo sfogano le proprie frustrazioni sugli arbitri inizino a cambiare atteggiamento: se il progetto presentato dal deputato del Pd Carmelo Miceli diventerà legge, inizierà un'era più serena per i direttori di gara.
ARBITRO AGGREDITO
«Ora si fa sul serio», afferma l'ex Ministro dello Sport Luca Lotti, l'altro proponente del disegno di legge. Che prevede che l'aggressione fisica all'arbitro viene considerata più grave dell'attacco a una persona comune, «in quanto il direttore di gara rappresenta le istituzioni», argomenta Miceli.
Ed ecco quindi un disegno normativo chiaro e conciso (appena sei articoli). «Coloro che commetteranno atti a danno degli arbitri dalle lesioni personali fino all'omicidio preterintenzionale riceveranno il divieto di accedere ai luoghi in cui si gioca».
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In altre parole: obbligo di Daspo per i violenti. «La durata della prescrizione e del Daspo non potrà essere inferiore a cinque anni in caso di lesioni gravi, e a dieci in caso di omicidio preterintenzionale».
Il presidente dell'Aia Alfredo Trentalange esprime soddisfazione: «In Italia ci sono trentamila arbitri, di cui diciottomila adolescenti. Strazia il cuore pensare che possano essere oggetto di violenza».
È per questo che il 21 e 22 dicembre nei campi di Serie A verrà esposto lo striscione Rosso a chi tocca, e i calciatori leggeranno un messaggio di supporto ai loro (fondamentali) compagni di lavoro.
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