Nino Materi per “il Giornale”
alssandro de stefano
Sgombriamo il campo dal pregiudizio figlio della nostalgia della generazione dei telespettatori analogici: non è vero che le telecronache di Martellini e Pizzul fossero migliori di quelle a «due voci» delle vituperate coppie mondiali che ci hanno accompagnato durante questa scarsissima Coppa del mondo made in Qatar.
A parte infatti la finale che ci ha regalato emozioni intensissime, abbiamo assistito a un torneo di bassa qualità tecnica che solo la capacità, più o meno, dialettica e la competenza, più o meno, tecnica dei «cantastorie» Rai sono riusciti, più o meno, a nobilitare. Ragion per cui nelle nostre pagelle - decisamente grottesche come tutte le pagelle - abbiamo deciso di assegnare una stentata sufficienza di stima (o, se preferite, un patetico «6 politico») a tutti i «gemelli» del microfono che hanno commentato, al servizio di un Paese esautorato dalla competizione, i match culminati nel trionfo mondiale dell'Argentina e nel conseguente attapiramento della Francia.
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BIZZOTTO-ADANI VOTO 7 Il collega Bizzotto ha sicuramente beneficiato del battage pubblicitario montato attorno all'«odiatissimo» Lele Adani al quale sono stati dedicati svariati articoli carichi di critiche pungenti e talvolta ironia che hanno sortito l'unico effetto di ingigantire la popolarità di Lele e, soprattutto, il suo potere contrattuale che gli consentirà di essere riconfermato nel ruolo, più o meno, autorevole di «football analyst», incassando un cachet da record.
alessandra de stefano sara simeoni
Speriamo almeno che, per il futuro, la Rai ci risparmi l'ingaggio «a strascico» degli altri tre pigmalioni dell'inguardabile e inascoltabile «Bobo Tv» (imbarazzante la pantomima pro-Argentina preregistrata dal quartetto dei bollitissimi Vieri-Adani-Cassano-Vendola e, autolesionisticamente, mandata in onda sulla Rai dopo la finalissima tra la nazionale albiceleste e quella francese. Voto 4).
DE CAPITANI-NELA VOTO 5 Luca De Capitani e Sebino Nela diciamo che hanno mostrato lo stesso quoziente di carisma della coppia Giampiero Mughini- Veera Kinnunen in «Ballando con le stelle»: cioè, quoziente zero. Al pari di tutti quelli che non si sbilanciano per evitare figuracce, il compassato giornalista Rai e il prudente ex difensore della Roma (quando giocava risultava però ben più spregiudicato) hanno volato basso, svolgendo il loro onesto compitino senza né lode né infamia: tattica ottima per non finire massacrati da Aldo Grasso, ma finendo nell'oblio del «De Capitani-Nela, chiii?».
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RIMEDIO-DI GENNARO VOTO 5,5 Alberto Rimedio (maestrino indiscusso della squadra telecronisti Rai) e Antonio Di Gennaro (ex centrocampista del Verona campione d'Italia '85) hanno avuto l'onore e l'onere di narrare l'epica finale di Francia-Argentina: una chance che i due hanno saputo sfruttare solo in parte, preferendo scambiarsi stucchevoli salamelecchi («È stato un piacere lavorare con te»; «Ma no, il privilegio è stato mio») piuttosto che farsi interpreti di una tra le finali più appassionati nella storia dei Mondiali. Sarà per la prossima volta. Ammesso che ce l'abbiano. E non se la facciano sfuggire di nuovo.
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DI GENNARO-STRAMACCIONI VOTO 6 Per loro, in linea di massima, vale lo stesso discorso fatto per la coppia De Capitani-Nela. Niente pericolosi fuochi pirotecnici ma inoffensivi trik trak con stelline luminose che illuminano ma non abbagliano. Va però detto che le disamine tecnico-tattiche dell'ex allenatore dell'Inter Stramaccioni, meno «scenografiche» di quelle millantate da Adani, si sono però rivelate più azzeccate e, soprattutto, più comprensibili rispetto a quelle cervellotiche del menestrello Lele, esegeta ufficiale - o meglio, ufficioso - di Messi, talmente di parte da imbarazzare lo stesso Leo che, pare, gli abbia detto: «Grazie Adani, ma stai sbracando...».
adani bizzotto
IL CIRCOLO DEI MONDIALI VOTO 4 Il teatrino messo su da Alessandra De Stefano con l'ausilio di Sara Simeoni, Jury Chechi e Diego Antonelli questa volta è stato un mezzo fiasco. La compagnia di giro che aveva col «Circolo degli anelli» in occasione delle Olimpiadi riscosso applausi a scena aperta, è stata col «Circolo dei Mondiali» subissata dai fischi del pubblico in sala. La recita a soggetto era davvero inadeguata. Dar fede al detto «Squadra che vince non si cambia», almeno in questo caso, è stato profeta di sventura. E che ora sui «Circoli» cali il sipario.
Per sempre.
lele adani alessandra de stefano