Amedeo La Mattina per “la Stampa”
salvini orban
Matteo Salvini e Viktor Orban immaginano un' Europa fatta di Stati -nazione forti, frontiere chiuse ai migranti, competenze tolte a Bruxelles sulla sicurezza, accordi commerciali e finanziari rivisti con quei Paesi africani e asiatici che non agevolano il rimpatrio dei loro cittadini. Per cambiare quella che il premier magiaro definisce l' Europa del «bla bla di Bruxelles sui populisti», il 26 maggio dal voto europeo deve nascere una nuova maggioranza, un' alleanza tra il Partito popolare e la nuova destra.
«Io voglio dialogare e collaborare con persone e partiti vitali, forti, che hanno il consenso dei loro popoli, come il mio amico Salvini e il suo partito». Orban definisce quelli che nel Ppe lo osteggiano dei «piccoli partiti del nord Europa senza voti» che hanno voluto emarginare il suo partito, sospendendo Fidesz. Li definisce dei sopravvissuti: «Il Ppe non può essere l' ospedale per politici terminali».
salvini orban
È una partita tutta interna al Ppe dove il candidato di punta Manfred Weber da Firenze ha detto che Orban «non ha voce in capitolo».
Dall' Africa invece dove è in missione Angela Merkel ha bocciato l' ipotesi di un' intesa fra Popolari e sovranisti.
Il ministro dell' Interno spera di portare nello schieramento populista-sovranista Orban, il quale è ormai con un piede fuori dal Ppe.
Dopo le europee, lo dice il premier ungherese stesso, valuterà cosa fare, in quale formazione politica, in quale gruppo parlamentare a Strasburgo far confluire gli eurodeputati che eleggerà. Dipenderà, spiega, da quali alleanze il Ppe vorrà stringere. Se i Popolari continueranno a collaborare con i socialisti significa per lui condannarsi al «suicidio». Per Salvini «l' alleanza tra socialisti e democristiani trasformerebbe l' Europa in un Califfato».
SALVINI ORBAN
La loro giornata era iniziata con un volo fino a Roeszke, il villaggio al confine con la Serbia blindato con 175 chilometri di reti metalliche alte 4 metri, alcune delle quali elettrificate. «In Italia, in Ungheria e in Europa si entra solo con il permesso - dice Salvini con Orban accanto - vogliamo un' Europa diversa, che difenda la sicurezza, rilanci il lavoro, la famiglia e l' identità cristiana del nostro continente».
Salvini a differenza di Orban non parla di schieramento di destra: «Io rappresento uno schieramento forte, alternativo ai burocrati, uno schieramento che non definisco di destra». «Spero che si possa dialogare con i conservatori per lasciare fuori la sinistra, che vuole il male dell' Europa - dice infatti Salvini -. L' obiettivo è essere determinanti in Europa e governare il cambiamento che verrà in maniera diversa dal passato».
salvini
Entrambi però sanno che non avranno mai la maggioranza e che il Ppe non farà alleanze con la Lega, con Le Pen e i tedeschi di Alternativa per la Germania. Evitano di parlare di ciò che li divide, delle politiche di austerità che Salvini vuole spezzare per consentire all' Italia di posticipare l' aumento dell' Iva e introdurre la flat tax. Quella tassa piatta che c' è in Ungheria e che il leader leghista esalta dicendo che nel paese magiaro ha fatto ripartire l' economia e attirato molte imprese italiane. «Vengano qui gli amici dei 5 Stelle che frenano la Flat tax per capire come vanno le cose nel mondo», dice il ministro dell' Interno. «Se fosse prevalente la visione di Orban nel Ppe, l' alleanza sarebbe nelle cose».
merkel migranti
La crisi a Roma sul caso Siri oscura la missione ungherese di Salvini che cerca di volare alto, di fare di tutto per non occuparsi di quelle che derubrica a «questioni locali» (ovvero italiane).
Dopo la colazione con Orban e la conferenza stampa insieme la realtà lo riporta sulla terra italiana.
merkel con manfred weber
Ma l' obiettivo della missione a Budapest è comunque raggiunto: è lui il punto di riferimento dei sovranisti, a braccetto con il suo amico Viktor. Perché la prossima Europa dovrà essere «veramente democratica» e non la porta di ingresso di «persone indesiderate». «Noi abbiamo fermato i migranti via mare, gli ungheresi via terra, complimenti».
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