• Dagospia

    OREFICI DI TUTTA ITALIA UNITEVI LA SCUOLA DEGLI OROLOGIAI DI TORINO HA LANCIATO UNA RACCOLTA FONDI A FAVORE DEL GIOIELLIERE DI GRINZANE CAVOUR (CUNEO) CHE HA UCCISO I DUE RAPINATORI. L’OREFICE UTILIZZERA’ I 7.390 € RACCOLTI PER PAGARE GLI AVVOCATI CHE LO DOVRANNO DIFENDERE DALLE ACCUSE DI OMICIDIO COLPOSO ED ECCESSO DI LEGITTIMA DIFESA – “I GIOIELLIERI? NON È CHE ABBIANO I LINGOTTI D'ORO COME FERMAPORTE”


     
    Guarda la fotogallery

    Tiziana Lapelosa per “Libero quotidiano”

     

    mario roggero mario roggero

    Non era mai successo prima che tanti gioiellieri, da tutta Italia, si mobilitassero per aiutarne uno. Ma questa volta in molti hanno voluto dare una mano. Destinatario della solidarietà economica per pagare gli avvocati, che lo dovranno difendere dall' accusa di omicidio colposo ed eccesso di legittima difesa, è Mario Roggero. La scuola degli orologiai di Torino ha infatti lanciato una raccolta fondi a suo favore.

     

    «In poche ore abbiamo raggiunto 3.500 negozianti attraverso il nostro sito, le chat, Facebook. Abbiamo raccolto 7.390 euro (fino a ieri mattina, ndr), e tanta solidarietà». Questo il racconto di Renato Nolli, portavoce della scuola torinese che, insegnando come si "governa" il tempo, ha voluto rimettere un po' le lancette della giustizia a posto.

     

    il gioielliere mario roggero il gioielliere mario roggero

    Mario Roggero è l'orefice che si è dovuto difendere dell'ennesimo tentativo di rapina nella sua attività. E l'ultima volta, quando ha capito che la sopravvivenza della sua famiglia era tutta racchiusa nel grilletto della sua pistola, ha scelto la sopravvivenza. E ha sparato.

     

    Almeno cinque volte. Colpi che sono arrivati al torace (come ha poi stabilito l'autopsia) di Andrea Spinelli, 44 anni, e Giuseppe Mazzarino, 58 anni. I due ladri rimasti uccisi, insieme ad un terzo complice (Alessandro Modica, 34 anni, ferito ad un ginocchio, accusato di rapina in concorso e ora in custodia nel carcere di Cuneo), lo scorso 28 aprile, armati di pistola giocattolo (ma lo sapevano soltanto loro) e un coltello, sono entrati nella gioielleria di Roggero, in via Garibaldi, pieno centro a Grinzate Cavour, in provincia di Cuneo.

     

    tentata rapina alla gioielleria di mario roggero a grinzane cavour tentata rapina alla gioielleria di mario roggero a grinzane cavour

    Sicuri che l'avrebbero fatta franca, hanno minacciato tutti di morte, puntato la pistola su una delle quattro figlie del gioielliere («Ora premo il grilletto. Non puoi fare altro che pregare»), preso i gioielli. Potevano andarsene. Invece per loro il bottino era ancora troppo poco. Così hanno chiesto i soldi. È a questo punto che Roggero non ci ha visto più.

     

    ISTINTO

    «Non sapevo se aprire il cassetto dove c'era il denaro che i due rapinatori pretendevano, o quello vicino, dove conservo il mio revolver. Sapevo che era carico», aveva raccontato a Libero. Ha preso la pistola regolarmente detenuta e l'ha usata, con le conseguenze che conosciamo. Ora, il fatto è stato vissuto come qualcosa di sconvolgente, quale, del resto, è.

     

    Con la bilancia che però non pende dalla parte delle vittime in principio aggressori, quanto dalla parte della vittima, l'orefice, che è diventato aggressore suo malgrado. Per difendersi. Un concetto spesso di difficile comprensione per i cosiddetti buonisti. Una storia che ha commosso la categoria, che pronta ha risposto all'appello non del sindacato dedicato, ma della Scuola degli orologiai di Torino, che ha promosso la colletta per aiutare Roggero.

     

    rapina grinzane cavour rapina grinzane cavour

    «È la prima iniziativa di questo genere», dice Nolli, «è una cosa che ha colpito parecchi colleghi e per questo, oltre alla solidarietà e ai telegrammi, abbiamo pensato che per aiutare un collega era l'unica cosa da fare, visto che le spese legali sono alte».

     

     LINGOTTI

     E i gioiellieri «non è che abbiano i lingotti d'oro come fermaporte». Non è tutto oro quello che luccica, perché «una cosa è possederli i gioielli, una cosa è venderli». E anche se non tutti navigano nell'oro, in migliaia hanno messo mano al portafogli in una sorta di solidarietà collettiva che ha unito una categoria che non si sente molto protetta. Dice Nolli, esprimendo un sentire piuttosto comune: «Abbiamo delle forze dell'ordine efficientissime, poi inizia un iter giudiziario che va per le lunghe e le leggi sembrano essere sempre a discapito delle persone perbene».

     

    Al momento, anche se i piemontesi sono stati i più generosi («Forse perché nella regione la questione è più sentita»), i soldi sono arrivati da tutta Italia attraverso le indicazioni che si trovano sul sito scuolaorologiai.it. E alla famiglia Roggero, che si è detta «colpita» e ha «ringraziato», saranno consegnati a giugno senza «nemmeno un centesimo in meno di quanto ricevuto». Nel frattempo, in tanti che non appartengono alla categoria dei gioiellieri, ma non per questo si sentono meno coinvolti nella faccenda da un punto di vista emotivo, si stanno muovendo per dare un contributo. Perché, in fondo, quello che è successo a Roggero, e a tanti come lui e prima di lui, potrebbe succedere a chiunque abbia un'attività.

    La gioielleria di Mario Roggero La gioielleria di Mario Roggero

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport