TACCONI
Alla vigilia degli Europei, in corso di svolgimento in Francia, tutti i ct delle nazionali partecipanti hanno vietato ai calciatori i rapporti sessuali durante la competizione. Difficile non violare le regole visti i severi controlli che ci sono nei ritiri. Insomma i giocatori dovranno fare a meno del sesso per tutta la durata del torneo. Se ne avranno bisogno dovranno ricorrere ad altre soluzioni.
L’ex portiere dell’Italia, Stefano Tacconi, ha ammesso di aver violato le regole come spiega ai microfoni di Itasportpress.it: “Quando giocavo lo facevo pure il giorno prima della partita sia in nazionale che con il club. In campo bisogna dare il 100% e per farlo conta solo la testa. Il sesso non incide fisicamente. Tuttavia, adesso è più difficile che si verifichino casi di questo genere perché i ritiri sono più blindati, mentre in passato era più facile che accadesse”.
Tacconi, la prossima avversaria dell’Italia è la Spagna campione d’Europa in carica: la preoccupa la sconfitta di ieri degli azzurri contro l’Irlanda?
STEFANO TACCONI
“No perché Conte ha saputo gestire le risorse fisiche dei calciatori. Semmai è la Spagna a doversi preoccupare di noi. Prima loro erano stratosferici, ora mi sembra che il loro ciclo stia per finire”.
Sirigu è uscito a vuoto in occasione del goal dell’Irlanda: da ex portiere pensa che magari avrebbe dovuto approfittare della possibilità data dal commissario tecnico di giocare da titolare?
“Mi sento di discolparlo perché quando arriva un cross in quel modo fai fatica a leggerlo, semmai l’errore è stato di Bonucci che si è fatto scavalcare. Il difensore della Juventus non è stato concentrato come nelle prime partite, ma d’altronde era una partita senza alcun valore e sono stati tirati i remi in barca. Ci può anche stare”.
GULLIT
2. SESSO E CALCIO
Pierangelo Sapegno per “Oggi” (ha collaborato Nicole Persico)
Quando Arrigo Sacchi radunò i suoi giocatori prima di un Napoli-Milan dicendo loro che per fare una grande prestazione non dovevano assolutamente fare sesso prima della partita, vide degli strani sorrisi nello spogliatoio. «Che c’è?», chiese. «Mister», rispose Gullit, «mi scusi, ma io se non lo faccio non corro».
Il fatto è che Gullit era una delle stelle olandesi di quel super Milan, e gli olandesi di Cruyff e Michels sono quelli che hanno inventato i ritiri aperti alle donne durante i Mondiali del 1974 in Germania, scioccando gli increduli spettatori abituati ad altre regole inflessibili dai tempi dei tempi, sempre immutate, da quando negli Anni Trenta arrivavano a spiare Meazza come degli 007 per vedere se si buttava nei night scappando dagli alberghi. Il 1974, l’anno in cui il Vaticano scendeva in campo per vietare il divorzio in Italia, è stato quello della svolta.
CESARE PRANDELLI
È da allora che ci chiediamo se il sesso prima delle partite fa bene o no, se aprire i ritiri alle mogli e fidanzate o blindarli contro qualsiasi tentazione. Una risposta definitiva è impossibile. A questi Europei, Antonio Conte ha ripristinato le regole più severe: nessuna distrazione di nessun genere.
Prima di lui, Prandelli aveva aperto le porte. Si sa che Conte è un sergente di ferro che chiede la massima concentrazione ai suoi giocatori, con risultati - bisogna riconoscerlo - eccellenti. Prandelli è più democristiano, meno inflessibile. Agli Europei di quattro anni fa andò benissimo, sino alla finale.
CONTE
Ai Mondiali del Brasile fu un disastro: fuori subito. In quell’anno, 2014, le squadre del torneo erano equamente divise fra gli opposti estremismi. Miguel Herrera, ct del Messico, aveva vietato ogni minimo rapporto fisico per tutta la durata della competizione. Il ct della Bosnia, Safet Sušic, era arrivato a sostenere che «possono masturbarsi se lo desiderano». Ma niente donne. E il preparatore atletico della Corea del Sud era stato categorico: «Devono prepararsi a vivere un periodo ascetico».
Poi c’erano quelli meno severi, come la Germania che teneva le mogli e le fidanzate alloggiate in un albergo vicino o la Spagna che le ammetteva solo nei giorni di riposo. Scolari, il ct del Brasile, sosteneva che andava tutto bene, ma che i giocatori dovevano restare nei limiti della normalità se volevano fare sesso, «evitando le performance acrobatiche». Se a qualcuno scappa da sorridere sappia che questa è una polemica che si trascina da tempo immemore nel mondo del pallone.
cassano antonio
Franco Scoglio, l’allenatore del Genoa che era solito ripetere di essere «completamente d’accordo a metà» con qualcuno o che quello giù in fondo alla sala doveva levarsi le cuffie perché se no lui parlava ad minchiam, sostenne che era meglio una donna a pagamento che una fidanzata. Perché se erano molto presi, i giocatori rischiavano di perdere troppe energie.
L’ex ct della Polonia, Franciszek Smuda, diceva che la cosa importante è non farsi schiacciare dalla pressione: meglio liberare gli istinti e svagarsi, «così i giocatori entrano in campo con la mente sgombra». Va bene il sesso, ma niente alcol, ripeteva: «Meglio il bunga bunga, senza dubbio». E poi aggiungeva che l’alcol lo faceva imbestialire: «Non sopporterei di vedere un mio giocatore ubriaco».
CONTE CASSANO
In ogni caso, una regola non esiste. Agli ultimi mondiali, fra i Paesi più «liberali» in tema di sesso, il Brasile era uscito umiliato dai tedeschi per 7 a 1 e l’Argentina era arrivata in finale, sconfitta soltanto sul filo di lana. Non sappiamo nemmeno se quella volta Gullit ubbidì a Sacchi o no. Il Milan, comunque, vinse quella partita e poi lo scudetto. Ai tempi della Roma un maestro in materia doveva essere Antonio Cassano: «Ho fatto l’amore con molte donne, anche in ritiro. È piuttosto facile.
GULLIT
A Trigoria, che è enorme, ero riuscito a procurarmi la chiave dell’ultimo cancello, quello che dava sul retro. Le facevo entrare da lì... Spesso ho giocato grandi partite dopo aver fatto sesso. Andatevi a rivedere Roma-Juve 4 a 0. Avevo fatto le sei del mattino». Si può dargli retta. Ma sinceramente forse è meglio imparare anche qualche altra lezione.