Carlo Bertini per "la Stampa"
bonomi orlando
Nel grande salone del Nazareno, dove da un' ora è in corso l' incontro dei vertici dem con i segretari di Cgil-Cisl e Uil, sta parlando Beppe Provenzano, quando Maurizio Landini gela tutti leggendo un whatsapp che gli conferma la notizia della scomparsa di Guglielmo Epifani. Letta è attonito, lo stesso Landini sbianca, in sala alcuni piangono e la coincidenza di questa tragica notizia - di un ex segretario della Cgil e del Pd che viene a mancare proprio in questa giornata - lascia tutti di sasso. E la riunione viene sospesa. La giornata sindacale termina in questo clima luttuoso.
MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO
E anche sulle prospettive l' aria è plumbea, malgrado il governo, Orlando in testa, stia provando a mantenere il blocco dei licenziamenti che assilla i sindacati, per le filiere in sofferenza, come il tessile; e di lasciare la scadenza del 30 giugno per il manifatturiero, la grande industria.
andrea orlando e giancarlo giorgetti
Ma se non ce la farà, si fa strada l' ipotesi di aumentare la dotazione per le imprese. Non a caso il ministro dell' Economia, Daniele Franco, annuncia alla Camera, che «il conguaglio estivo è al momento finanziato con 4 miliardi, che verrebbero distribuiti al termine dell' estate sulla base dei risultati di esercizio. Ma potrebbero aumentare». Ovvero, «è possibile vi sia una cifra che vada oltre quella stanziata per estendere l' intervento per le partite Iva sulla base del risultato d' esercizio dai 10 ai 15 milioni di fatturato». Detto questo, la stima di rialzo del Pil è più alta del previsto, oltre il 4,5%. Quindi buone notizie, malgrado tutto. E sui licenziamenti il ministro è ottimista.
«Non ne prevedo una valanga, ma il governo monitora la situazione e per qualunque situazione di tensione, il governo è pronto a intervenire».
DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO
Pressing di Pd e 5stelle Nell' ora di riunione prima dello choc per Epifani, Enrico Letta ha già detto la sua, schierandosi a fianco dei lavoratori e i sindacati hanno spiegato le loro preoccupazioni, legate al fattore tempo: il decreto Sostegni bis con le norme sul blocco dei licenziamenti plana in Parlamento a metà luglio e il rischio è di avere un doppio regime, spiega il segretario della Uil, Bombardieri: perché dal 1° luglio scatta comunque il blocco. Quindi la strada degli emendamenti per il blocco è preclusa, malgrado il pressing di Pd e 5stelle, che promettono emendamenti in Parlamento. Ecco il problema. «Pensare che dai primi di luglio in pandemia ancora aperta si possa tranquillamente andare a licenziare è un errore grave», si infervora Landini. Tanto da chiedere a Draghi una convocazione urgente.
LUIGI DI MAIO ANDREA ORLANDO
L' intervento del governo Quindi è corsa contro il tempo. Andrea Orlando ne è ben consapevole: «Si sta facendo strada un ragionamento sulla selettività delle misure rispetto ad alcune filiere, ma se dobbiamo intervenire dobbiamo farlo subito, i tempi sono stretti», avverte. Ma la strada è in salita, visto quanto confermato da Matteo Salvini uscendo dall' incontro con Draghi. «Sui licenziamenti, la sintonia con il premier è assoluta. I settori che corrono e che hanno bisogno di assumere, non di licenziare, industria ed edilizia, devono tornare a essere liberi di agire sul mercato, mentre i settori che hanno sofferto di più, penso al commercio, ai servizi, al turismo, avranno tempo fino a ottobre per organizzarsi». Quindi va bene così, pare dire Salvini. Per questo nel Pd si punta piuttosto ad aumentare la dotazione per le imprese in crisi e alla riforma degli ammortizzatori. «La riforma - annuncia Orlando - sarà pronta per la fine di questo mese».
MARIO DRAGHI A FIORANO
Confindustria alza il muro E come Franco, anche Confindustria vede rosa e sferza i sindacati, ripetendo il no alla proroga del blocco. «La mediazione di Draghi è saggia», dice Carlo Bonomi. «Due milioni di licenziamenti? Al massimo saranno 100 mila. Continuare a denunciare una possibile "macelleria sociale" o minacciare di scatenare la piazza in caso di mancato blocco è fare terrore». Anche perché «prevedo un miracolo economico, sfonderemo il 5%».