roberto gualtieri claudio borghi
Alessandro Barbera per “la Stampa”
Come arriverà l' Italia all' autunno, quando la crisi raggiungerà il massimo della sua violenza? Sarà necessario chiedere aiuto al fondo salva-Stati? E per ottenere il via libera del Parlamento sarà necessario un governo di tutti? Inevitabile immaginare che a precisa domanda il ministro del Tesoro risponda di no. Ma ospite di «Mezz' ora in più» ammette che di quello spirito c' è bisogno eccome. Lo chiama «un patto sociale per la ripresa», più o meno il concetto espresso qualche giorno fa dal governatore di Banca d' Italia Ignazio Visco.
conte gualtieri
Roberto Gualtieri dice che la maggioranza deve andare avanti, dialogare con l'opposizione, i sindacati, Confindustria, costruire le condizioni perché il Paese resti unito. Bolla come «ingenerose» le critiche di questi giorni del presidente degli industriali Carlo Bonomi. Fa notare che lo spirito da seguire è quello con cui la maggioranza ha già accolto molte modifiche ai decreti di emergenza. «Il difficile è passato». Ma è davvero così? Con un deficit ormai al dieci per cento del Pil è sempre più vicino il momento in cui sarà necessario chiedere il sostegno dell' Europa.
giuseppe conte carlo bonomi
Nonostante lo stop al patto di stabilità, gli acquisti della Banca centrale europea ben oltre i limiti finora consentiti, la moratoria delle regole che vietavano gli aiuti di Stato il problema resta uscire dall' emergenza e iniziare la ricostruzione. La parola non è fuori luogo: un crollo del Pil di queste dimensioni non si vedeva dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Difficile immaginare che la complicata diplomazia europea riesca a dare il via libera al pacchetto di aiuti straordinari prima del 2021.
Gualtieri dice di non «escludere nulla», che si tratti di Mes, fondi Sure contro la disoccupazione o le risorse dei Recovery bond «disponibili dall' autunno». Ma nemmeno Gualtieri crede fino in fondo a quel che dice: l'accordo politico dei leader europei non arriverà prima di luglio, e dopo di allora occorrerà qualche mese perché la burocrazia di Bruxelles passi dalle parole ai fatti. Chi frequenta le stanze della Commissione pronostica l' effettiva entrata in vigore di aiuti e prestiti a primavera dell' anno prossimo.
roberto gualtieri
L'unico vero strumento a cui l' Italia può attingere fin d' ora è il fondo da 36 miliardi a tassi quasi zero del Mes. Fra le righe si intuisce che Gualtieri considera inevitabile quella strada: «Faremo la scelta più utile per il Paese, sono sicuro ci sarà senso di responsabilità». Nei suoi piani dell' autunno c'è una Finanziaria con obiettivi «pluriennali di rilancio, senza precedenti» che permetta di recuperare i ritardi. Somiglia molto al programma di riforma in nome del quale l' Unione vincolerà il suo sì agli aiuti. Per evitare sollevazioni sovraniste e tutto ciò è formalmente escluso, ma nelle stanze europee di questo si sta parlando. Riforma fiscale, meno burocrazia, una giustizia più efficiente, soprattutto nel rito civile.
L'insperato spazio fiscale frutto della emergenza Covid somiglia ad una ricca assicurazione sulla vita del governo giallo-rosso. Gualtieri, il più influente fra i ministri mediani della maggioranza, insiste nel dire che il governo è più coeso di quel che sembra, e che riuscirà a trovare l' accordo anche sui dossier più complicati come il destino della concessione di Atlantia.
roberto gualtieri luigi di maio
Tutto questo necessita di una precondizione: la tenuta dei Cinque Stelle di fronte ai compromessi e le sempre più inevitabili elezioni regionali di settembre. Una cosa a Palazzo Chigi e Tesoro pare certa: Atlantia non perderà la concessione e l' Italia farà richiesta dei 36 miliardi del salva-Stati prima della fine dell' anno. Se questa maggioranza non sarà in grado di raggiungere questi due obiettivi, allora il «patto sociale» immaginato da Gualtieri si dovrà trasformare in qualcosa di meno impalpabile di ciò che appare oggi.