Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
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Domenica prossima gli Champs Élysées saranno chiusi al traffico e alle ore 20 ospiteranno una serata di cinema all' aperto. Dopo consultazione popolare sul sito del municipio di Parigi, il film prescelto è «OSS 117 - Le Caire nid d' espions», e non c' è luogo migliore dell'«avenue più bella del mondo», come i parigini chiamano modestamente gli Champs Élysées, per godersi la milionesima replica delle avventure di Hubert Bonisseur de la Bath alias OSS117, l' agente più superbo, sciovinista e incapace mai visto all' opera.
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Con lo schermo gigante piazzato proprio davanti all' Arco di Trionfo voluto da Napoleone, allungati su 1.750 sedie a sdraio piazzate sullo stesso asfalto che la domenica seguente sarà battuto dalla solenne parata militare del 14 luglio, i fortunati estratti a sorte potranno rivedere nel contesto appropriato, straboccante di grandeur , uno dei film più amati del cinema francese e più sconosciuti appena oltrepassata Mentone.
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Il successo popolare della saga parodistica OSS 117 interpretata da Jean Dujardin (premio Oscar per The Artist ) rivela qualcosa che pochi sospettano al di là delle Alpi, ovvero la capacità dei francesi di ridere di se stessi, e proprio per i difetti che più vengono loro rimproverati: presunzione, arroganza e sufficienza, declinate nella parodia di uno spione maschilista, imperialista, e perdutamente ignorante, tonto, reazionario, provinciale, chiamato dalla Patria a dominare il mondo ma sperduto appena superati i confini nazionali, in quei territori ostili dove non si mangia la blanquette de veau.
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In Francia le battute di Hubert Bonisseur de la Bath sono oggetto di serate a tema e di continue citazioni, un momento di cultura pop immune alla globalizzazione perché OSS 117 non è esportabile: troppo francese e autoironico, troppo centrato sul carattere nazionale, una specie di Alberto Sordi transalpino per la generazione degli anni Duemila.
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Un anno fa, prima della crisi dei gilet gialli, il presidente Emmanuel Macron si è concesso qualche uscita un po' troppo supponente entrando pericolosamente in area Bonisseur de la Bath. Il protagonista del film Jean Dujardin non si è lasciato sfuggire l' occasione per giocarci sopra e chiedere su Instagram «Macron o OSS117»? «Il giorno che vuoi fare la rivoluzione, intanto ti prendi un diploma e impari a badare a te stesso, poi potrai dare lezioni agli altri» (Macron a un liceale che l' aveva chiamato «Manu»); «Ascolta, carina, adesso ho appena ammazzato un coccodrillo: se vuoi lavorare da pari a pari, bisognerà darsi da fare e cucinarlo» (OSS117 alla spia israeliana Dolorès con lui in missione in Brasile).
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«Il Cairo nido di spie» (2006) è il primo film della serie, «Rio non risponde più» (2009) è il secondo, entrambi sceneggiati da Jean-François Halin e Michel Hazanavicius e diretti da quest' ultimo, poi premio Oscar con Dujardin per «The Artist» nel 2012. Nei prossimi mesi cominceranno le riprese di un nuovo episodio, ambientato in Africa: OSS 117 prende in giro i difetti del macho gallico ma anche i tabù della storia di Francia, dal collaborazionismo all' antisemitismo al colonialismo.
In attesa del terzo film, domenica sera visione collettiva di scene conosciute a memoria. Alla vigilia della crisi di Suez il capo dei servizi invia OSS117 al Cairo: - «Abbiamo bisogno di lei, di uno specialista del mondo arabo-musulmano».
- «Arabo...?
» - «Musulmano».
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- «Ah, sì. Conti su di me».
- «Mi riporti un po' di calma tra tutta questa gente, americani, sovietici, inglesi. Rafforzi le posizioni della Francia, instauri la pace in Egitto. Mi metta in sicurezza il Medio Oriente».
- «Nessun problema».
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