Mirko Polisano per “il Messaggero”
roberto spada
Si torna a sparare per le strade di Ostia in pieno giorno e nonostante i controlli delle forze dell' ordine per l' emergenza coronavirus. La guerra tra clan non si ferma nemmeno davanti all' epidemia. A restare ferito sotto le finestre delle abitazioni di via Cagni, a pochi passi dal suo domicilio, P. A., 52 anni, cognato di Roberto Spada, il reggente del clan sinti - secondo i pm - e responsabile della testata ai danni del giornalista di Nemo. Un messaggio da far recapitare a «Robertino» recluso attualmente nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo vicino Udine o un avvertimento preciso per il diretto interessato?
Sul movente indagano ora i carabinieri del Gruppo Ostia che hanno già ben chiaro lo scenario entro cui è maturato l' agguato, difficilmente diverso da quello della faida tra clan. Forse un' offensiva lanciata dagli emergenti, quelli che vogliono prendersi il mercato della droga sul mare di Roma. A capeggiarli, Marco Esposito detto Baroncino.
ROBERTO SPADA
Già Barboncino, l' uomo che voleva accaparrarsi le vie della mala di Ostia e mettere definitivamente da parte gli Spada. È pure per lui che il 13 dicembre del 2017 in un ristorante di Grottaferrata si era discusso di pax mafiosa, per imporre a Barboncino di deporre le armi e frenare le attenzioni degli inquirenti. A tavola si erano messi Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, ucciso a Roma da un killer lo scorso agosto, e Salvatore Casamonica, decisi a fine incontro a dover comunicare in carcere a Carmine Spada, detto Romoletto, boss di Ostia e fratello di Roberto, su come mettere a tacere altri spari e guerre.
ROBERTO SPADA
Sono da poco passate le 16 nel dedalo di strade e vicoli di Ostia Nuova. A piazza Gasparri, quartier generale degli Spada, si sentono degli spari. Poi, delle frenate di quelle che lasciano il segno degli pneumatici sull' asfalto. A uscire fuori strada è una Mini rossa, alla cui guida c' era proprio il cognato del boss. L' auto è stata presa in pieno su una fiancata. Il 52enne esce dall' abitacolo e si dà alla fuga. Altri colpi di pistola. Uno di questi lo raggiunge alle gambe: il proiettile trapassa entrambi i polpacci. L' uomo perde sangue ma riesce a rifugiarsi nel palazzo di casa. Infine la corsa all' ospedale, dove i medici gli prestano le prime cure.
Non è in condizioni gravi. Poche ore prima la polizia di Ostia aveva denunciato Vincenzo Spada, figlio del boss Enrico detto Pelè che aveva violato i divieti per spacciare hashish.
In entrambi le situazioni dei residenti - tutti in casa per la quarantena - nessuno ha visto o sentito nulla.
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