UNIVERSITA DI OXFORD CHIUDE LE PORTE AI DOCENTI MASCHI BIANCHI
Dagoreport
Tecnicamente si chiama “reverse discrimination” (l’inglese è d’obbligo qui), ovvero discriminazione al contrario. Ovvero la discriminazione contro un gruppo ritenuto avvantaggiato o maggioritario. E’ quanto si riscontra nell’Application bandita dal prestigioso Trinity College di Oxford per la ricerca di un docente di Storia dell’Arte. Tutti coloro che hanno i requisiti possono parteciparvi ma i benvenuti sono solo donne, neri e individui provenienti da minoranze etniche.
oxford
E’ scritto nero su bianco: “Applications are particularly welcome from women and black and minority ethnic candidates, who are under-represented in academic posts in Oxford”. L’ateneo ne sarebbe un po’ sfornito. Ma questa non è una azione razziale e una discriminazione di genere? L’individuo maschio bianco di oggi deve star fuori dall’università perché ieri erano, in prevalenza, i maschi bianchi ad insegnarvi (e bella forza, la primissima laureata donna l’abbiamo nel XVIII secolo: chi doveva insegnarci prima?).
universita di oxford
La Brexit funziona, ma solo contro i maschi bianchi europei. I neri (tutti indiscriminatamente, dall’americano ricco al povero centroafricano) e le minoranze etniche discriminate (chi sarebbero? Ebrei??? Armeni? Siriani?) vanno meglio. Le donne? Tutte preferite (del resto avviene anche nei concorsi italiani, nella forma nostrana delle amanti dei professori).
studenti laureati a oxford
Quindi, diciamo così, è più protetta una rich kids, la figlia di un oligarca che un maschio adulto bianco figlio di contadini poveri e senza studi. Questo ultimo, secondo la logica totalitaria dominante fatta propria da Oxford (annamo bene), sarebbe un “avvantaggiato”, mentre la figlia, poniamo, di Trump, una povera “svantaggiata” (ciao core).