1. PONTE, FOLLE IPOTESI SUL CROLLO «UNA BOBINA PERSA DA UN TIR»
Lodovica Bulian per ''il Giornale''
bobina d acciaio su tir
Non ci sono più solo gli stralli usurati, che fino a ora erano la principale pista nelle indagini sulle cause del crollo del ponte Morandi. Sul tavolo della Procura è arrivata un' altra ipotesi, consegnata da un ingegnere sentito dai magistrati come persona informata sui fatti: un rotolo di acciaio, caduto da un camion passato sul viadotto pochi secondi prima del crollo, potrebbe avere causato il disastro.
i danni che puo fare una bobina d acciaio vagante
Almeno secondo Agostino Marioni, ingegnere ex presidente della società Alga che si occupò dei lavori di rinforzo della pila 11 - quella venuta giù il 14 agosto era la numero 9 - nel '93. «In un primo momento avevo pensato che la causa del crollo del ponte Morandi fosse la corrosione degli stralli - ha raccontato ai pm - Poi vedendo alcuni video ho iniziato a ipotizzare che a far collassare il viadotto potrebbe essere stata la caduta del rotolo di acciaio trasportato dal camion passato pochi secondi prima».
i danni che puo fare una bobina d acciaio vagante
Secondo i calcoli portati dall' ingegnere ai magistrati «se il tir, che viaggiava a una velocità di circa 60 chilometri orari, avesse perso il rotolo che pesa 3,5 tonnellate avrebbe sprigionato una forza cinetica pari a una cannonata. Verificarlo è semplice: basta controllare se sulla bobina ci sono tracce di asfalto».
bobine d acciaio
Marioni ha ricordato che 25 anni fa, quando si decise di rinforzare la pila 11, «anche la 9 e la 10 presentavano qualche problema ma in misura minore, di poco rilievo». Allora Autostrade, ha spiegato, decise di eseguire i lavori sulla 11 perché era la più critica: «Aveva problemi di corrosione legati a un difetto costruttivo. I cavi all' interno degli stralli di quella pila non vennero sistemati bene per cui il calcestruzzo non li aveva perfettamente avvolti. Per questo si sono corrosi».
La pista della bobina caduta dal tir andrà verificata. Eppure i periti nominati dal gip avrebbero già individuato la prova regina del livello di corrosione degli stralli che starebbe alla base del crollo: si tratta del reperto 132, che mostrerebbe un avanzato stato di corrosione dei cavi di acciaio all' interno dello strallo di cemento armato crollato del ponte Morandi. Non solo. Insieme con i consulenti della procura, hanno individuato altri due reperti da fare analizzare in un laboratorio svizzero già la prossima settimana.
ponte morandi genova
Si tratterebbe di una porzione dell' impalcato e delle «antenne», la parte superiore della struttura. In laboratorio verranno esaminati i materiali con cui sono state costruite e il loro stato di degrado.
E mentre lunedì e martedì in procura verranno interrogati gli ingegneri della Spea, indagati con altre 19 persone, ieri il cardinale Bagnasco ha celebrato la messa a poche centinaia di metri dal ponte.
Quindi ha deposto un mazzo di fiori sul moncone: «Genova si muove e non sta ad aspettare».
2. "PONTE, DEMOLIZIONE FERMA E NON È L' INCHIESTA A BLOCCARLA"
Estratti dall'intervista di Marco Lignana per ''la Repubblica''
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Procuratore, sono passati oltre due mesi e mezzo dalla tragedia di Genova. A che punto siete?
Franco Cozzi
«Abbiamo raccolto 60 terabyte di dati (più o meno lo spazio virtuale occupato da 400 milioni di foto, ndr) fra documenti scansionati, materiale digitale, sms, mail, corrispondenze di ogni tipo. Ora li stiamo elaborando».
E per farlo state trattando l' acquisto di un software dell' Fbi.
«Dal primo giorno di inchiesta avevo detto che non avremmo lesinato sulle risorse. Lo dobbiamo alle 43 vittime della tragedia. Ci serve un programma che sappia mettere in relazione questa mole immensa di materiale».
Che avrebbe potuto essere ancora più ingente se la maggioranza dei 21 indagati, fra Autostrade, la controllata Spea e ministero, non avesse fatto scena muta davanti ai pm Terrile e Cotugno...
«Ma qualcuno a sorpresa ha risposto e dato informazioni utili. Tanti altri indagati, è vero, non le hanno date affatto. Poi però ci sono i testimoni, le persone informate sui fatti, che devono rispondere per forza».
PONTE MORANDI GENOVA
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Per tanti genovesi è il vostro sequestro a bloccare la demolizione.
«E allora sono costretto a far notare che stiamo ancora aspettando un piano di demolizione. Per ora nessuno ci ha mandato niente. Noi chiediamo solo che, quando il ponte verrà demolito, si tenga conto delle nostre esigenze. Ma se venisse deciso che il viadotto va abbattuto domani, certo non ci opporremo».
La nomina del sindaco Bucci a commissario per la ricostruzione non ha accelerato i tempi?
«Non direi. E questo nonostante la evidente buona volontà e il lavoro che svolgono tutti i giorni le autorità locali. Anzi, ormai sto pensando all' eventualità che si debba incaricare un perito ad hoc, nel caso l' incidente probatorio finisca prima della demolizione.
Perché un perito dovrà esserci per forza mentre lo buttano giù».
ponte morandi
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