VINCENZO TRIONE
Alessandra Mammì per Dago-art
Misteri del ministero. Nel mondo dell'arte crescono perplessità e mugugni sulla nomina dello studioso/ accademico Vincenzo Trione a curatore del Padiglione Italiano, e a far crescere i dubbi arrivano le domande sul perchè da parte da tanta istituzione viene chiesta una cosa e viene invece poi scelto il suo opposto
La lettera di invito al bando per concorrere alla nomina di direttore del Padiglione italiano richiedeva infatti espressamente un progetto in linea con il tema della Biennale di Okwui Enwezor.
Il quale di tutto ha parlato fuorchè di far riemergere furori nazionalistici nel globalizzato mondo dell'arte. Anzi il titolo è “All the world's future” e le parole nel presentarlo rievocano Karl Marx l'”Angelus Novus” di Benjamin, più vocazioni geo-socio-estetico-etico politiche necessarie al mondo intero ma nulla che abbia a che fare con le identità nazionali.
enwezor ar x
Tanto questo è vero che nella lettera ricevuta da alcuni malcapitati candidati al compito dopo le diciture svolazzati “Ministero dei Beni etc....” e “Direzione generale per il Paesaggio, le Belle Arti etc... si leggono le seguenti testuali parole :
«...La Biennale di Venezia 2015 sarà attenta alle dinamiche interdisciplinari dell'arte contemporanea nel variegato contesto delle società complesse, oltre ad indicare nuovi e differenti livelli di analisi dei rapporti tra politiche nazionali, in un ambito però di diffusa globalizzazione in sintonia con gli interessi e le ricerche che un direttore come Okwui Enwezor ha sviluppato nel corso della sua carriera.
Poichè il Padiglione Italiano deve porsi come momento di riflessione sull'arte nazionale, alla luce di più ampie dinamiche, è necessario che si proponga un progetto che individui all'interno dell'arte del nostro paese, gli aspetti che dimostrino una speciale sensibilità ai rappori fra le diverse culture che compongono il mosaico dell'attuale assetto geo-politico del pianeta »
Ora non si comprende come questo si sposi con il progetto di Vincenzo Trione dal titolo “Codice Italia” e dalla mission di «ragionare sull'identità italiana di riscoprire il Codice Italia... con maestri ormai storicizzatidegli anni Settanta e artisti oggi ventenni... la ricerca sarà quella di individuare un punto di vista attuale ed identitario. Uno stile dell'arte italiana senza cedere a descrizioni fenomenologiche come è accaduto in altre edizioni... » parole tutte sue.
frecce tricolore
Per cui o si è sbagliato Okwui e cambia subito Biennale o si è sbagliato il Ministero a spedire quelle lettere e chiede scusa a quelli tapini che le hanno ricevute perchè la mission nel frattempo era cambiata, o siamo su “Scherzi a parte” .
O c'è qualcosa che non torna nella sorprendente nomina del nome dal curriculum più debole e dal progetto meno aderente al tema.