Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"
E tornata un po’ di tensione sul debito pubblico del nostro Paese. Il differenziale di rendimento tra i btp italiani e i bund tede- schi (spread) si e allargato di oltre 10 punti base negli ultimi giorni da 160 fino a 175. Salgono i tassi di interesse e aumenta, gioco forza, la spesa statale. Piu di qualcuno - per ragioni politiche - ha attribuito la colpa a Sil- vio Berlusconi e alla proposta volta a creare una moneta interna parallela all’euro. Le ragioni delle tensioni sono altre, probabilmente, anche se fa comodo individuare nell’ex presidente del consiglio tutte le responsabilità del disastro made in Italy. Ma tant’e.
gallia costamagna padoan
Una delle principali ragioni del rialzo dei tassi di interesse va cercata, piuttosto, nella chiusura della legislatura e nell’imminente campagna elettorale: il quadro politico incerto e terreno assai fertile per la speculazione finanziaria. I dati forniti ieri dal Centro studi di Unimpresa aiutano a inquadrare meglio la faccenda: nei prossimi cinque anni vanno rinnovate obbligazioni per circa 900 miliardi di euro; solo entro l’anno arrivano a scadenza 163 miliardi tra bot e btp.
GALLIA COSTAMAGNA PADOAN
Una quantita enorme di debito che, mensilmente, viene sottoscritta soprattutto dalle grandi banche e dai fondi d’investimento. Vuol dire che viviamo sotto il ricatto delle case d’affari, anche se la Banca centrale europea si trova in mano circa il 10% degli oltre 1.800 miliardi di titoli italiani in circolazione. Il quantitative easing di Mario Draghi ha ridimensionato il peso delle istituzioni finanziarie, ma gli istituti di credito italiani (20%) e i player esteri (25%) possono ancora fare la voce grossa. Siamo ostaggio di banche e avvoltoi stranieri, insomma.
Forse esiste una soluzione, quantomeno parziale, ma sembra che sia stata snobbata. A palazzo Chigi raccontano che la Cassa depositi e prestiti aveva abbozzato, negli scorsi mesi, un piano per acquistare direttamente titoli di Stato. Di fatto, la Cdp avrebbe potuto comprare sul cosiddetto mercato primario (oggi puo operare sul secondario). Operazione complessa e studiata per evitare, tra altro, la tagliola delle regole europee - che vietano manovre di questo tipo con le spa pubbliche - ma che avrebbe avuto enormi benefici per il Paese.
Anzitutto avrebbe limitato lo strapotere delle grandi banche e dei fondi internazionali, oggi, come accennato, tra i principali detentori di bot e btp. Tutto questo, poi, avrebbe generato un effetto positivo sulle finanze statali: lo spread si sarebbe ridimensionato e cosi pure i tassi di interesse da riconoscere sulle nuove emissioni. Tradotto: giu la spesa per il debito (voce del bilanci che oggi si attesta attorno ai 60-70 miliardi l’anno) e piu risorse da destinare, magari, al taglio delle tasse.
BERLUSCONI SPREAD
C’e da scommettere, tuttavia, che il solo annuncio di acquisti di debito fatti «in casa» avrebbe scatenato la guerra delle cancellerie europee piu ortodosse, a cominciare da quella tedesca. Berlino avrebbe alzato subito il sopracciglio e nessuno si sarebbe meravigliato. C’e da sorprendersi, semmai, per un altro aspetto: il dossier Cdp, illustrato informalmente al Tesoro, non sarebbe nemmeno stato preso in considerazione.