Estratto dell’articolo di Filippo Fiorini per “la Stampa”
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Ora c'è un processo in un tribunale ecclesiastico, istruito in seguito a una denuncia circostanziata. Poi, c'è la stessa querela, con le stesse prove, che sta per essere depositata anche alla procura di Oristano, Sassari: violenza sessuale su minore, aggravata dal rapporto di sudditanza, stupro, pedofilia. Prima però ci sono i due anni di malattia che un seminarista 14enne (siamo nella seconda metà degli Anni Ottanta), ha attraversato dopo essere stato ripetutamente violentato: febbre, mutismo, catalessi, abbandono degli studi.
[…] Si rimette a studiare, recupera gli anni scolastici persi per il trauma, diventa prete, continua a raccogliere prove contro il suo violentatore e, quando finalmente ci riesce, ieri l'altro, alla vigilia dei 50 anni, manda un messaggio a tutti i parrocchiani, iniziando in questo modo: «Di solito sono io che vi confesso, ora tocca a me», e racconta senza vergogna quello che gli è accaduto, perché è preoccupato che possa succedere a qualcun altro.
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Padre Paolo, è stato difficile raccontare di essere stato stuprato?
«No, non provo vergogna. Finora non l'ho mai detto perché non avevo le prove. Nel momento in cui le ho avute, ho denunciato. […] Sono i peccati che vanno tenuti segreti, non i reati».
[…] Che cosa le è toccato vivere?
«È iniziato come una carineria, quando ero in seminario. Ero un bambino di 14 anni, sereno, affettuoso, anche pudico, se vogliamo. Ero completamente certo della mia vocazione, avevo il desiderio di diventare sacerdote. […] Poi quell'uomo ha oltrepassato il limite delle carinerie».
Ha avuto subito coscienza di essere vittima di un abuso?
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«Certo. Mi ribellavo con tutte le mie forze, ma c'era una differenza gerarchica tra noi. Io ero molto giovane. Sono stato male, fisicamente infermo per due anni. Febbre alta, attacchi di mutismo, catalessi. Due anni di scuola persi. E lui non ha mai detto niente. Poi a un certo punto, mi ha salvato una scemenza».
Quale?
«Anna Oxa che canta nella finale di Sanremo'89. La vedo in Tv mentre fa "Ti lascerò" con Leali e la sento che dice: "Quando avrai davanti agli occhi, altri due occhi da guardare, il mio silenzio lo sentirai gridare". Da quel momento, mi sono detto che anche il mio silenzio doveva gridare. […]».
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Crede che quell'uomo possa aver commesso altri stupri?
«Non lo so, ma sono rarissimi i casi in cui non lo fanno anche ad altri. […] Lo rendo pubblico proprio perché temo che qualcun altro possa essere stato sua vittima, non solo del suo crimine, ma anche del mio silenzio. […]».
Non ha mai perso la fede?
«No. C'è un brano del Vangelo in cui Gesù dice: "Lasciate che il grano e la zizzania crescano insieme. Poi si taglieranno e il grano resterà grano, mentre la zizzania verrà buttata nel fuoco". Lo interpreto pensando che non bisogna lasciarsi contaminare. Non mi ritengo una vittima, ma un sopravvissuto».
Cosa è accaduto dopo che ha denunciato?
«È stato punito con 3 mesi di penitenza in Terra Santa. Una vacanza, praticamente. Poi, è stato promosso in una parrocchia balneare, che d'estate si riempie di bambini. Sarebbe come riabilitare un alcolista in un bar. Assurdo. […]». […]
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