Da corriere.it
FRANS TIMMERMANS
Il primo voto — nella quattro giorni delle elezioni europee in corso nei 28 Paesi membri dell’Unione — potrebbe vedere il partito liberale del premier europeista Mark Rutte sorpassato a sorpresa dai laburisti del vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans e seguito dai sovranisti-euroscettici-anti-immigrati dell’emergente Thierry Baudet. Il risultato scaturisce dagli exit poll diffusi alla chiusura dei seggi olandesi dalla tv nazionale Nos, basati su un campione limitato. Ma è l’unica indicazione consentita prima della diffusione dei dati definitivi domenica 26 maggio dopo le 23, quando avranno chiuso le votazioni tutti gli Stati (l’ultimo è l’Italia).
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I laburisti sono accreditati di 5 euroseggi sul totale di 26. Rutte ne prenderebbe quattro. Baudet arriverebbe a tre, facendo di fatto scendere a un solo seggio il concorrente Partito della Libertà del sovranista Geert Wilders, già alleato in Europa con la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement national della francese Marine Le Pen. Anche i Verdi conquisterebbero tre eurodeputati.
Le elezioni europee in Olanda hanno attirato particolare attenzione nei Palazzi di Bruxelles e nel resto dell’Ue perché rappresentano un test indicativo sull’evoluzione dello scenario complessivo della politica comunitaria. Innanzitutto siamo in uno dei Paesi dove lo scontro tra i partiti tradizionali europeisti e i sovranisti-euroscettici è più acceso. Rutte, che è uno dei più fedeli alleati della cancelliera tedesca Angela Merkel e gran sostenitore del rigoroso rispetto dei vincoli Ue di bilancio, nella campagna elettorale ha drammatizzato le possibili conseguenze di una avanzata euroscettica, ventilando il rischio di una uscita dell’Olanda dall’Ue in caso di vittoria dei sovranisti. Ma sconta una coalizione di governo nata su un solo seggio di maggioranza, che potrebbe diventare ancora più fragile dopo questo voto.
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La campagna elettorale del Partito laburista è stata guidata da Timmermans, che è il primo vice del lussemburghese Jean-Claude Juncker a Bruxelles ed è stato scelto dagli eurosocialisti come «spitzenkandidat» in corsa per succedere dal 1° novembre prossimo al suo capo in scadenza a ottobre.
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In caso di bocciatura nel voto in Patria dello «spitzenkandidat» olandese verrebbe di fatto affossato anche il principio del nuovo presidente della Commissione europea scelto dai partiti, che è appoggiato dall’Europarlamento ma non piace ai governi, intenzionati a riprendersi questa scelta dopo averla ceduta per la prima volta con la nomina di Juncker.
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