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    PALAMARA EVITA DI ESSERE BOLLATO COME “CORROTTO” E NE ESCE COME UN ITALIANISSIMO “FACCENDIERE” – IL PROCESSO DI PERUGIA ALL'EX PM, SUI RAPPORTI CON L'IMPRENDITORE CENTOFANTI, SI CHIUDE CON UN PATTEGGIAMENTO: DERUBRICATO IL REATO DA CORRUZIONE A TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE. E CONDANNA A UN ANNO DI RECLUSIONE (PENA SOSPESA), SENZA ALCUNA INTERDIZIONE – COSA RESTA DEL CASO CHE HA TERREMOTATO IL CSM? IL PROCURATORE RAFFAELE CANTONE RIVENDICA: “IL QUADRO OGGETTIVO RIMANE IMMUTATO…”


     
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    Estratto dell'articolo di Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa”

     

    luca palamara foto di bacco luca palamara foto di bacco

    «Ah, se però ci propongono lesioni colpose ne riparliamo», aveva scherzato (ma non troppo) Benedetto Marzocchi Buratti, avvocato dell’ex magistrato Luca Palamara, di ritorno tempo fa da un’udienza perugina. Nell’Italia dei processi infiniti, anche se passati in giudicato da decenni, c’è un processo che finisce prima, come negli Stati Uniti.

     

    Palamara patteggia, la Procura di Perugia derubrica il reato da corruzione a traffico di influenze illecite. Tutto concordato: un anno di reclusione, pena sospesa. Quindi niente carcere. E soprattutto niente interdizioni, niente incandidabilità, niente legge Severino.

     

    RAFFAELE CANTONE RAFFAELE CANTONE

    […] Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone esce dalla morta gora processuale del Palamara-gate, inchiesta ruvida che si era ritrovato già impacchettata, nel bene e nel male, quando si è insediato tre anni fa. Palamara evita il rischio di una ben più pesante condanna per corruzione, con ipotetici cumuli di pena, e si prepara alla terza vita. Politica, spera.

     

    L’iniziativa è partita dagli avvocati di Palamara, Roberto Rampioni e Benedetto Buratti. Sondato, Cantone ha dato disponibilità a parlarne. Accordo chiuso a Perugia ieri sera. Cambia il reato contestato: non corruzione ma «mediazione illecita verso altri magistrati investiti di funzioni giudiziarie, componenti del Csm, altri pubblici ufficiali».

     

    fabrizio centofanti fabrizio centofanti

    Ma nel capo di imputazione restano «il disegno criminoso» e l’attività di Palamara «al di fuori delle proprie competenze istituzionali», nonché le utilità ricevute: soggiorno e cenone di Capodanno a Madonna di Campiglio, viaggio a Madrid con figlio per la partita della Roma, viaggio di famiglia in Sardegna, weekend per due a Favignana, ripetuti soggiorni termali in Toscana, viaggi a Londra, Ibiza, Dubai, lavori edilizi di vario tipo e autisti a disposizione, servizio traslochi, trattamenti estetici, cene e pranzi in ristoranti e hotel romani. In tutto 23 «utilità» (più quelle promesse e non realizzate) per un valore complessivo di circa 100mila euro.

     

    LUCA PALAMARA - OLTRE IL SISTEMA LUCA PALAMARA - OLTRE IL SISTEMA

    Non magistrato corrotto, dunque. Casomai, la nuova imputazione lo configura nella più sfaccettata, e italianissima, maschera del faccendiere. Che un po’ maneggiava, un po’ millantava, un po’ orientava le cose giudiziarie, un po’ trescava con la politica. E molto viveva. Talvolta per gli amici, talaltra per le istituzioni. Seguirà serie tv, che di questi tempi non si nega a nessuno.

     

    […] Cantone spiega che «in linea con lo spirito della recente riforma Cartabia, possono rapidamente definirsi due procedimenti di particolare complessità che avrebbero significativamente impegnato l’ufficio inquirente e quello giudicante nei prossimi anni. Ma il quadro oggettivo resta immutato: il reato di traffico di influenze illecite, pur meno grave della corruzione, rientra comunque nel novero dei reati contro la pubblica amministrazione».

    RAFFAELE CANTONE RAFFAELE CANTONE

     

    Palamara rivendica di aver patteggiato «senza riconoscere alcuna forma di responsabilità ma solo per liberarmi dal fardello dei processi ed essere così più libero di portare avanti la battaglia di verità per una giustizia giusta».

     

    luca palamara e matteo salvini foto di bacco luca palamara e matteo salvini foto di bacco

    Il caso Palamara era deflagrato nel 2019, nel pieno della contesa sulla Procura di Roma. Era di maggio. Indagato per corruzione per i viaggi pagati dall’imprenditore Fabrizio Centofanti, Palamara tramava con i deputati del Pd Ferri e Lotti per orientare le nomine del Csm. Politica giudiziaria, sangue e merda. Il trojan registrava tutto, o quasi. Grande scandalo. Il presidente della Repubblica Mattarella denunciava «un quadro sconcertante e inaccettabile». Cinque consiglieri del Csm si dimettevano. Ribaltone delle correnti sconfitte.

     

    […]

     

    luca palamara matteo salvini alessandro sallusti foto di bacco (4) luca palamara matteo salvini alessandro sallusti foto di bacco (4)

    Il reprobo Palamara si trasformava in campione da best seller, raccontando con baldanza non sempre pari all’equanimità gli interna corporis della magistratura politicizzata. Complotti, controcomplotti. Un successone. Coronato da pingui royalties Mondadori, non da una candidatura nelle liste del centrodestra. Al momento buono, l’estate scorsa, sia Salvini che Berlusconi si sono defilati. Del terzo volume della saga, non v’è certezza. In queste condizioni, impiccarsi alle trasferte perugine con seguito di avvocati non era la prospettiva migliore.

     

    Per la verità, l’esito del processo era tutt’altra che scritto. Per quanto Cantone fosse riuscito a puntellarla con le deposizioni dell’avvocato Amara (pur preso con guanti e pinze) e del lobbista-corruttore Centofanti (già a sua volta patteggiante nel 2021), l’accusa rimaneva periclitante. E infatti il capo di imputazione era già stato cambiato almeno quattro volte, in assenza di una controprestazione illecita che scolpisse la corruzione di un membro del Csm sulla pietra della colonna infame.

     

    PIERO AMARA PIERO AMARA

    […]

     

    Che cosa resta del Palamara-gate? Non poco, comunque. A Perugia il processo penale a carico dello stesso Palamara, ma in posizione marginale, e dell’ex pm romano Stefano Fava per il presunto complotto ai danni dei vertici della Procura di Roma di allora, Pignatone e Ielo. Sentenza di primo grado entro l’anno.

     

    Al Csm, dopo la radiazione di Palamara, resta in piedi una dozzina di processi disciplinari a carico di magistrati per telefonate e chat con il medesimo.

     

    […]

     

    luca palamara al csm luca palamara al csm

    Le chat aleggiano ancora nei corridoi del Csm. Sono entrate nei fascicoli di molti magistrati che ambiscono a posti di responsabilità. La questione è delicata e si presta a usi ibridi. Pur in assenza di contestazioni disciplinari e di incompatibilità ambientali, nei mesi scorsi è stata «interrogata» per due volte Lucia Musti, candidata alla procura generale di Bologna di cui è reggente da un anno e mezzo.

     

    Tra dieci giorni sarà «interrogato» il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, dopo che per due volte il Consiglio di Stato ha bocciato la sua nomina, risalente ormai al 2018 (all’unanimità), contestandone non senza sorpresa l’esperienza antimafia.

     

    raffaele cantone raffaele cantone

    L’Associazione nazionale magistrati ha avviato procedimenti interni, ma tenendo tutto segreto. Il Garante della privacy ha stabilito che il magistrato incolpato ha diritto a essere giudicato a poter chiuse. Nessuno dei circa cento incolpati ha chiesto un processo pubblico. Una trentina si sono dimessi dall’Anm per evitare la condanna. Una settantina sono stati sanzionati. Tra loro alcuni big delle principali correnti ed ex componenti del Csm. […]

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