luca palamara al csm
1 - DAGONEWS
Luca Palamara, nonostante il rinvio a giudizio chiesto per lui dalla procura di Perugia, si sente in una botte di ferro. E' sicuro che non verrà arrestato perché molte delle persone che hanno straparlato con lui di promozioni e nomine, e sono rimaste "impigliate" nelle intercettazioni, sono vicine al Quirinale…rovinosa
L'ex presidente dell'Anm, finito nel tritacarne nell'indagine sul "Sistema" sull'intreccio malato tra magistratura e politica, vuole la testa di quello che considera il responsabile numero uno della sua caduta nella polvere: Giuseppe Pignatone.
giuseppe pignatone
L'ex capo della Procura di Roma fa parte di una "filiera" tutta sicula che comprende anche l'ex presidente berlusconiano del Senato Renato Schifani, l'ex capo dell'Aisi (fino al 2016) Arturo Esposito e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Se il bersaglio Pignatone dovesse essere mancato, gli "addetti ai livori" giurano che Palamara proverà ad alzare il tiro…
Anche per l'aria fetida che s'annusa in zona giustizia-magistrati-procure, Mattarella non vuole essere coinvolto e si è reso indisponibile non solo a un settennato-bis ma anche a un biennio-bis alla Napolitano. Con l'intreccio tossico dei poteri, vendette in corso varie e potenziali, le ambizioni dei magistrati, chi glielo fa fare a restare ancora al Colle e dunque alla guida di quella santabarbara che è diventato il Csm?
Mattarella
Per uscire dal tunnel di veti incrociati, s'avanza forse l'unica realistica riforma del Consiglio Superiore della Magistratura: sorteggiare i membri togati e lasciare al Parlamento la nomina dei laici.
PS: Ricordate la chat tra i magistrati della procura di Milano la cui esistenza è stata svelata da "Il Giornale"? In quelle conversazioni le toghe si sono scambiate fendenti senza pietà, sia per le conseguenze del caso Palamara che per la sconfitta della Procura nel processo Eni. Ecco, la chat è stata chiusa. Ne è stata aperta un'altra, con un numero ristretto di partecipanti che sono alla ricerca della spia che ha spifferato i segreti della chat…
PS-bis: a novembre andrà in pensione il procuratore capo di Milano, Francesco Greco. Per la successione non ci sono solo le ambizioni sbagliate di Nicola Gratteri, attualmente procuratore della Repubblica a Catanzaro, che i poteri forti non vogliono a capo di una procura che è molto più "delicata" di quella romana, essendo anche una piazza finanziaria. C'è anche Paolo Ielo, procuratore aggiunto a Roma. Come finirà? Non si sa. Quel che si sa è che entrambi hanno molte carte da giocare…
francesco greco
2 - BUFERA PROCURE: PM PERUGIA CHIEDE PROCESSO FUZIO
Claudio Sebastiani per ANSA
La procura della Repubblica di Perugia mette un altro punto alle inchieste che ruotano intorno alla figura dell'ex magistrato e consigliere del Csm Luca Palamara. Lo fanno chiedendo il rinvio a giudizio, a vario titolo, dell'ex procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio e del già sostituto procuratore di Roma Stefano Rocco Fava. Oltre che dello stesso Palamara, in un troncone d'inchiesta nel quale compaiono sullo sfondo alcune delle contrapposizioni all'interno della procura di Roma.
PAOLO IELO
Per tutti l'inizio dell'udienza preliminare è fissato il 13 maggio prossimo. In particolare la procura perugina - guidata da Raffaele Cantone che coordina l'attività dei sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano - ha chiesto di processare Fuzio, già membro del Csm, e Palamara per concorso in rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio.
Secondo la ricostruzione accusatoria Fuzio, "su istigazione" di Palamara avrebbe rivelato all'allora sostituto procuratore di Roma l'arrivo al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura di un esposto presentato dal magistrato Stefano Fava riguardante comportamenti "asseritamente scorretti" dell'ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone.
nicola gratteri
Fuzio inoltre - sempre secondo l'accusa - avrebbe reso noto a Palamara le iniziative che il Comitato di presidenza del Csm intendeva intraprendere per verificare la fondatezza dei fatti descritti nell'esposto. Per la procura di Perugia in questo reato concorreva Palamara che "conoscendo le intenzioni di Fava" (già sostituto procuratore a Roma e ora giudice civile a Latina) aveva chiesto all'ex procuratore generale della Cassazione di verificare che l'esposto fosse stato effettivamente presentato.
RICCARDO FUZIO SERGIO MATTARELLA
Fatti collocati all'inizio di aprile 2019. Nella richiesta di rinvio a giudizio è coinvolto anche lo stesso Fava di essersi abusivamente introdotto (nel maggio del 2019) in un applicativo del Ministero della Giustizia per la digitalizzazione degli atti acquisendo i verbali d'udienza e della sentenza del procedimento 62278/2012 "per ragioni estranee" a quelle per le quali aveva facoltà.
Il suo obiettivo - emerge sempre dalla richiesta di rinvio a giudizio - era di avviare una campagna mediatica ai danni di Pignatone, che da poco aveva lasciato la guida della procura di Roma, e dell'aggiunto Paolo Ielo, anche con "l'ausilio" di Palamara. Fava e Palamara sono poi accusati di avere rivelato ad alcuni giornalisti notizie "d'ufficio che sarebbero dovute rimanere segrete".
PIERO AMARA
Tra queste il fatto che l'avvocato Piero Amara era indagato per bancarotta e frode fiscale e che nei suoi confronti Fava aveva predisposto una misura cautelare per la quale però "non era stato apposto il visto".
Per il solo Fava è stato poi chiesto il processo per abuso d'ufficio in quanto sostituto procuratore a Roma avrebbe acquisito atti di alcuni procedimenti penali per far avviare un procedimento disciplinare nei confronti dell'allora procuratore Pignatone e operato una raccolta di informazioni volte a screditare Ielo, anche attraverso l'apertura di un fascicolo a Perugia.
RICCARDO FUZIO SERGIO MATTARELLA
Fava è chiamato tra l'altro a rispondere di avere svolto accertamenti investigativi, "raccogliendo atti di procedimenti penali a lui non assegnati, per dimostrare l'incompatibilità dei due magistrati e la violazione dell'obbligo di astensione ma anche di avere presentato un esposto al Csm in cui riportava una versione volutamente incompleta - ritiene l'accusa - degli atti adottati dal procuratore in ordine a supposte ragioni di incompatibilità per la trattazione di alcuni procedimenti".