Giovanni Bianconi per www.corriere.it
PALAMARA CANTONE
La prima mossa del neo procuratore di Perugia Raffaele Cantone nel «caso Palamara» è contro il rinvio dell’udienza-stralcio per decidere quali intercettazioni utilizzare nel processo e quali no. Il magistrato indagato per corruzione voleva prendere tempo in attesa di ciò che sarà deciso, sullo stesso argomento, nel procedimento disciplinare davanti al Consiglio superiore della magistratura, ma Cantone è intervenuto davanti al giudice dell’indagine preliminare per spiegare che l’inchiesta penale non può frenare davanti a quella amministrativa.
raffaele cantone foto di bacco
E il gip gli ha dato ragione: «La richiesta di rinvio non può trovare accoglimento», ha stabilito al termine dell’udienza di ieri; né «si ravvisa la necessità» di concedere altro tempo a Palamara e ai suoi difensori per ascoltare i files delle registrazioni «secondarie» o «non rilevanti», così definiti dalla ditta che ha realizzato le intercettazioni tramite il trojan inoculato nel telefono dell’ex pm romano.
IL CONTENZIOSO SULLE REGISTRAZIONI
«Sembra emergere chiaramente», sostiene il gip dopo aver acquisito le spiegazioni della ditta, che si tratta di files «privi di contenuto o che si identificano in messaggi contenenti informazioni di carattere tecnico (collegamento alla rete, tipologia di rete utilizzata per la connessione, ecc.)» che nulla hanno a che vedere con l’indagine. Nessuna registrazione occultata, quindi. Il procedimento può andare avanti e l’udienza sulle intercettazioni da trascrivere è stata aggiornata al prossimo 30 luglio. In queste due settimane, se lo vorranno, Palamara e i suoi avvocati potranno ascoltare anche i files «privi di contenuto» e fare ulteriori istanze.
LUCA LOTTI
I DIALOGHI CON FERRI E LOTTI
Si tratta di questioni tecnico-giuridiche apparentemente secondarie che in realtà ne nascondono una molto importante: l’utilizzabilità delle intercettazioni in cui Palamara parla con i deputati Cosimo Ferri (giudice in aspettativa, anche lui sotto procedimento disciplinare) e Luca Lotti, protetti dall’immunità parlamentare: sono intercettazioni «casuali», quindi utilizzabili contro chi non gode di alcuna immunità (Palamara), oppure dal contenuto delle altre telefonate era prevedibile che il magistrato indagato avrebbe incontrato i deputati, e dunque il microfono nascosto nel suo cellulare andava staccato, secondo le disposizioni impartite dai pm di Perugia agli investigatori della Guardia di finanza? In sostanza: quelle intercettazioni furono legittime o «in violazione della Costituzione», come ribadito ieri da uno dei difensori di Palamara, l’avvocato Benedetto Buratti?
cosimo ferri 2
IL TROJAN E LE INTERCETTAZIONI «CASUALI»
Anche su questo punto, sottoscrivendo la memoria trasmessa al gip, il neo-procuratore Cantone ha dato la sua risposta schierandosi al fianco e a sostegno del lavoro svolto dai sostituti procuratori Gemma Milano e Mario Formisano, prima del suo arrivo: nessuna violazione delle regole, e tantomeno della Costituzione.
Le intercettazioni degli incontri con Ferri e Lotti furono «casuali», non programmate né programmabili secondo il funzionamento del trojan. Ne consegue che quei colloqui registrati — a cominciare dalla famosa riunione notturna dell’hotel Champagne, tra l’8 e il 9 maggio 2019, nella quale si pianificavano le strategie per le nomina del procuratore di Roma e altre questioni — sono pienamente utilizzabili, sebbene non sia lì la prova della corruzione contestata all’ex componente del Csm; quell’incontro è un dettaglio che serve a comprendere come si muoveva Palamara, e ciò su cui poteva incidere: la «messa disposizione della funzione» in favore dell’imprenditore Fabrizio Centofanti è dimostrata — secondo i pm — dai viaggi pagati e altri indizi raccolti.
GIOVANNI LEGNINI LUCA PALAMARA
CADUTA L’ACCUSA DI AVER INTASCATO SOLDI
Per Luca Palamara, invece, i viaggi sembrano essere il problema minore; lui, già soddisfatto perché è caduta l’accusa di aver intascato 40.000 euro per pilotare una nomina, è convinto di poter dimostrare di non aver mai fatto nulla che non fosse la «semplice» spartizione di poltrone e promozioni. Ma intanto, in attesa della richiesta di rinvio a giudizio e dell’udienza per decidere l’eventuale processo, la battaglia legale appena cominciata è sulle intercettazioni da utilizzare.