DAGOREPORT
urbano cairo foto mezzelani gmt5
Milano. Davanti alla storica sala da the “Sant Ambroeus”, Urbano Cairo può festeggiare con un caffè all’aperto il fallito golpe della sporca dozzina capeggiata da Florentino Peréz e Andrea Agnelli.
Anche il sogno della superlega dei ricchi svanisce nelle ombre notturne di un martedì che ha trasformato il principino azzurro della pedata sabauda, il nipote dell’Avvocato, in un triste Calimero bianco-nero.
ANDREA AGNELLI E LA SUPER LEGA - MEME
Il presidente del Torino calcio è stato tra i primi a salire sulle barricate per impedire che a pagare i danni dell’operazione fosse il campionato di serie A.
Mettendo a disposizione tutta l’artiglieria del “Corriere della Sera” di cui è l’amministratore delegato. Compreso il generale degli editorialisti, Ernesto Galli della Loggia, che ha sguainato la sciabola dell’identità italica dei tifosi in difesa degli interessi dei piccoli club (e di Urbanetto, of course).
beppe marotta
GOLPISTI E LEALISTI IN CERCA DELLA PAX
Sempre nella città del Duomo, in piazza del Carmine l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta (Giuda), parla al telefono con Adriano Galliani, smagrito dopo l’infezione da Covid, per confermargli che si dimetterà da consigliere della Federcalcio dove rappresenta la serie A.
Paolo Scaroni
Forse i due si vedranno a colazione al ristorante “il Consolare” in via Ciovasso ch’è la mensa del senatore di Forza Italia nonché patron con Berlusconi del Monza calcio.
Paolo Scaroni, l’altro golpista di sponda milanista, manda messaggini di riconoscenza ad Urbano Cairo - che comunque ne chiede le dimissioni da consigliere della Lega retta dal contestato Paolo Dal Pino -, che sulla partita dei fondi, almeno rispetto al giovane Agnelli, non avrebbe “sabotato” l’operazione (dubbia) che avrebbe portato nelle casse del calcio (malato) quasi 2 miliardi di euro.
A Milanello, Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan, tenuto all’oscuro dell’operazione boomerang, chiede scusa ai tifosi.
john elkann andrea agnelli
GLI GNOMI DELLA FINANZA CON I SOLDI NEL PALLONE
In Piazza Affari, il finanziere di lungo corso cita Carlo Marx per commentare lo “sputtanamento” di JP-Morgan dopo la Caporetto dei protagonisti della Superlega:” Vabbè, come sostiene l’economista di Treviri, che il denaro è la fusione delle cose impossibili, ma la banca d’affari americana ha agito come un mediatore di bestiame che al momento dell’acquisto ha visto le bestie fuggire dalla stalla”.
ADRIANO GALLIANI
Poi aggiunge: “Per capire che si trattava solo di una arrischiata operazione finanziaria e non di un aiuto al sistema calcio, bastava sfogliare i nomi dei suoi improvvidi protagonisti.
Tutti legati al mondo dei soldi mordi&fuggi in cui operano i fondi speculativi d’investimento sulle piazze straniere: da Andrea Agnelli a Paolo Scaroni”.
LE OPERAZIONI-CARAMBOLA NEL DERBY SCARONI GAZIDIS
URBANO CAIRO BY MACONDO
“Scaroni – aggiunge il nostro interlocutore - è un ex McKinsey con incarichi alla Rothschild il quale, attraverso la Elliot di Paul Singer, ha prestato i denari ai cinesi per acquistare a caro prezzo dalla Fininvest di Berlusconi il Milan.
Un intervento-carambola dai lati oscuri se ancora non conosciamo qual è la vera proprietà del club.
Inoltre – conclude – anche l’amministratore dell’Inter, Ivan Gazidis, è un ex legale di punta dello studio Latham&Watkins” che ha lavorato a Londra con gli americani della Kroenke Sports&Entertaiment.
gazidis maldini
Si tratta dei multimiliardari Josh e Stan Kroenke, che hanno acquistato l’Arsenal affidandolo nelle mani dell’avvocato Gazidis. Tutta gente che non conosce per missione cos’è la beneficenza o la filantropia…”.
Con immaginabili conflitti d’interesse? “Sicuramente. A guidare la Superlega è stato nominato segretario generale il banchiere Anas Laghrari, che viene da Key Capital ed è socio in affari di Florentino Peréz…”.
JP-MORGAN BANK DEGRADATA IN ETICA DA “E+” a “E--"
Andrea Agnelli
Lo smacco mondiale subito da JP-Morgan, dopo la Caporetto della Superlega e in attesa di probabili cause milionarie hanno avuto come effetto immediato il suo declassamento dalla Standard Ethics. L’ agenzia di rating indipendente sulla sostenibilità con sede a Londra da un eccellente “E+” la retrocessa a “EE- “.
E in piazza Affari e nelle law firm tutti si domandano cosa accadrà per effetto a catena del naufragio della Superlega. Le federazioni calcistiche hanno già minacciato di citare in giudizio per 50-60 miliardi i club scissionisti. E anche le società che hanno i diritti televisivi potrebbero chiedere i danni economici e d’immagine dopo l’affondamento del Titanic pilotato da Perèz e Agnelli contro un iceberg ben visibile prima ancora del suo varo in mare.
L’AGNELLI STORTO DEL “ROYAL GOLF” TORINO
VALERIO STAFFELLI CON IL TAPIRO D'ORO GIGANTE DESTINATO A ANDREA AGNELLI
Al Royal Golf “I Roveri”, immerso nel parco di Venaria, amato anche dai Savoia per le loro battute di caccia, i soci non svelano meraviglia per la caduta dell’ultimo rampollo della dinastia che sul blasone ha inciso il cognome degli Agnelli.
“Povera Allegra, quel suo figliolo Andrea continua a dargli più dispiaceri che gioie”, sospira la madamin sfiorando la pallina con il suo ferro sul green de “La Mandria”.
Allegra Caracciolo di Castagneto oltre che presidente del club di famiglia (attraverso la Newco Roveri srl in cui da azionista è entrato Michele, il figlio di Antonio Giraudo) è anche la mamma di Andrea dopo il matrimonio in seconde nozze con Umberto Agnelli. “Sa qual è il peggior difetto del giovane Andrea? Pensare di avere lui generato i propri antenati”, mi congeda gentile e perfida la madamin.
jp morgan
L’ANNO HORRIBILIS DI ANDREA-CALIMERO
Nell’anno horribilis del Calimero bianco-nero (naufragio della Superlega, uscita dalla Champions, fallimento del settimo scudetto, “caso” dell’acquisto di Suarez con pendenza penale a Perugia, crollo in borsa della Juve), la chioccia Allegra continua a difenderlo dalle maldicenti annidate anche nel suo club.
MARIO GINATTA
Qui alle “Mandrie” tutti ricordano, sia pure sottovoce, le cattive amicizie di Andrea, che per tutori-custodi, raccontano alzando il ciglio di raccapriccio alcuni soci, ha avuto Antonio Giraudo e Luciano Moggi. L’ex presidente della Juventus e il direttore sportivo del club sanzionati pesantemente e interdetti dopo lo scandalo Calciopoli.
gazidis
CRAC BLUETEC E I GINATTA
roberto ginatta
Per non dire delle sue frequentazioni con Matteo e Mario Ginatta, con il maggiore condannato a 8 mesi nello scandalo delle baby prostitute. Ma a finire nei guai (e in carcere) c’è Roberto Ginatta il capostipite della che sin dai tempi di Umberto è legato a doppio filo agli Agnelli.
john elkann andrea agnelli
E anche nel crac Bluetec, per riconvertire a Termine Imerese in elettrico lo stabilimento della Fiat, hanno unito i loro destini (economici) attraverso la Investimenti industriali spa condotta da Francesco Roncaglia, che siede anche nel cda della Juventus. Ma i soldi concessi dallo stato attraverso Invitalia di Arcuri (16,5 miliardi), per i magistrati sarebbero stati distratti.
JOHN ELKANN&ANDREA I CUGINI COLTELLI
Dei rapporti tesi tra Andrea e il cugino John Elkann, che l’ha scavalcato nella successione alla poltrona dell’Avvocato, a Torino si sprecano le voci. E molti s’interrogano se anche nell’intervista-bidone, quando già era data per seppellita la Superliga dei ricchi e famosi, rilasciata da Andrea alla “Repubblica” (su imput di Yaki al direttore Molinari?) - quella per intenderci del “patto di sangue -, non ci sia lo zampino del numero uno di Exor.
REPUBBLICA CAMBIA IL TITOLO DELL INTERVISTA DI MOLINARI AD ANDREA AGNELLI
C’è chi giura che sia stata una trappola. Come mai il giornale di famiglia (gruppo Gedi) non l’ha “ribattuta”, cioè aggiornata e modificata, dopo la fuga dei club inglesi?
INTERVISTA TRAPPOLA ALLA “REPUBBLICA”?
La risposta si tinge di giallo: “Yaki si è reso irreperibile e il tapino Molinari si è ritrovato con il cerino acceso in mano esponendosi a una figuraccia, quella sì memorabile”. Del resto, non è la prima volta che Andrea resta vittima delle sue interviste.
ANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTA
Nel 2005 alla vigilia dell’assemblea dell’accomandita che controllava la Fiat (Ifil) per riportare gli Agnelli sopra il 30%, il figlio di Umberto espresse alla “Stampa” la sua contrarietà all’operazione suggerendo la costituzione di una public company che avrebbe, di fatto, sbarrato la strada alla successione al vertice di John Elkann.
Ma il giorno dopo il quotidiano torinese con un gelido comunicato sottolineava che “Andrea Agnelli aveva espresso posizioni personali e che all’Ifil era in carico come stagista”.
andrea agnelli lapo john elkann
john elkann andrea agnelli
ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANN DURANTE JUVENTUS REAL MADRID