Marzia Zamattio per corriere.it
PALPEGGIAMENTO
Durante una lezione di ginnastica al quinto anno delle superiori viene palpeggiata dal suo insegnante ma nessuno le crede e, alla fine, è sottoposta ad un processo per calunnia e falsa testimonianza con una richiesta di pena di 2 anni e 6 mesi, oltre al pagamento di 30mila euro di danni. Soltanto dopo sette anni, sette anni di inferno per la giovane trentina che all’epoca dei fatti studiava fuori provincia, la giustizia le dà finalmente ragione e la assolve dalle contestazioni.
Un bel sospiro di sollievo quello tirato mercoledì 27 marzo dalla giovane, difesa dall’avvocato Claudio Tasin, che per anni era passata dalla posizione di vittima a quella di carnefice, una brutta sensazione per lei e per la sua famiglia, che hanno dovuto vedere la assoluzione del professore di educazione fisica. Oltre al danno anche la beffa. «Giustizia è fatta, finalmente è venuta fuori la verità», dichiara soddisfatto Tasin.
PALPEGGIAMENTO
Ora la giovane può proseguire nella sua vita con più serenità. I fatti risalgono al 2012. In una normale giornata di lezione, durante l’ora di ginnastica la giovane accusa un malessere e si reca nello spogliatoio. Poco dopo viene raggiunta dal suo professore, 52 anni all’epoca che, anziché aiutarla, la palpeggia al seno, come lei stessa ha poi dichiarato: «Ha spostato la mano dal collo al seno sinistro».
palpeggiamenti
Subito dopo, ancora scossa, la giovane denuncia l’accaduto, prima ad una compagna di classe, poi alla direzione dell’istituto. In un primo momento viene creduta, viene descritta come «provata, in lacrime», con «un atteggiamento di chiusura per quello che era successo». Parte così un provvedimento interno alla scuola e viene istituito un processo, durante il quale però non viene sostenuta da tutti i testimoni. Il professore così viene assolto e lei accusata di calunnia e falsa testimonianza. Da quel 2012 a martedì scorso, sette anni di passione, finiti con la sua assoluzione
palpeggiatore