Matteo Persivale per il "Corriere della Sera"
Alexander Wang
«Dopo lo show c'è l'after party / e dopo l' after party c' è l' atrio dell' albergo» cantava R. Kelly, mago del R&B da 75 milioni di copie vendute, da anni dentro e fuori i tribunali per una serie di accuse di molestie e violenze, e modello della campagna primavera/estate 2017 di Alexander Wang. L'after party è - o meglio era, nell' epoca pre Covid - una tradizione consolidata dopo i concerti e dopo le sfilate di moda serotine, e in quella vecchia campagna Wang (vecchia, sì: cinque anni sono un intero ciclo della moda, strano ma vero) Kelly appariva in discoteca, fotografato in bianco e nero con il flash, scatto finto amatoriale in realtà studiatissimo, il divo-dandy sul divano del privé con il sigarone acceso e la modella impellicciata al suo fianco.
Alexander Wang
Rivedere adesso quelle fotografie fa un po' effetto, visto che tra le vittime imprevedibili di questo 2021 imprevedibile c' è anche l' after party. Le feste di per sé sono impensabili causa assembranti e Covid, ma soprattutto le foto fanno pensare perché lo stilista Alexander Wang è ora sotto accusa - soltanto sui social, non ci sono a oggi procedimenti civili né penali - proprio per fatti che sarebbero successi durante vari after party newyorchesi.
Californiano di San Francisco, capelli lunghi sulle spalle, quasi sempre vestito di nero tra il minimale e l' hi-tech, Alexander Wang è diventato famoso a 24 anni vincendo il premio di Vogue per i giovani stilisti e bruciando le tappe canoniche di chi studia per arrivare alla moda che conta - passò una sola estate all' accademia St Martins e un rapido biennio, senza laurearsi, alla Parsons di New York - e adesso che ne ha solo 37, appena compiuti, la sua carriera vissuta sempre a tutta velocità per la prima volta si è fermata.
Alexander Wang
Uno scandalo, partito settimane fa sui social e amplificato dal tam-tam digitale: accuse, ripetute, di avances non richieste, di palpeggiamenti e peggio, presunte bottigliette d' acqua «corrette» con sostanze psicotrope offerte a ragazzi conosciuti in discoteca, dal 2010 al 2019.
Prima due, poi altri, all'inizio via TikTok poi su Instagram negli account @ShitModelMgmt e @Diet_Prada (che fanno le pulci a parte del mondo della moda, più mansueti invece con altri) e poi sui media tradizionali angloamericani, di moda e non di moda: Guardian , Business of Fashion, New York Times , Daily Mail . Undici accusatori, alla fine, secondo la rivista New York, si sono rivolti a un avvocato, Lisa Bloom.
Alexander Wang
Wang, a differenza di altri accusati celebri che in passato facevano dei distinguo o definivano consensuali i contatti con gli accusatori, ha ribattuto con veemenza: «Accuse infondate e grottesche, amplificate scorrettamente da account social noti per diffondere materiale diffamatorio da fonti anonime o senza prove, e senza verifica dei fatti.
Vedere queste bugie su di me perpetuarsi come verità è stato esasperante. Non ho mai avuto quei comportamenti atroci che sono stati descritti, e non mi comporterei mai in quel modo. Intendo andare a fondo di questa vicenda, e riterrò responsabile chiunque sia all' origine di queste affermazioni e della loro diffusione online».
Alexander Wang
Gli amici famosi? Nessun commento da Zoë Kravitz, Bella Hadid, Kendall Jenner.
Altre, in maniera allarmante per chi è familiare con la comunicazione digitale di questi anni, hanno «unfollowato» Wang, cioè non seguono più i suoi account di social media - Kylie Jenner, Nicki Minaj, Ashley Graham. Nulla da R. Kelly che peraltro - fu una scelta improvvida del bad-boy Wang, indipendente sempre e comunque - in questi casi non appare come l' alleato ideale.