1. CONSULTA, TRAMONTANO VIOLANTE E BRUNO. IPOTESI PANIZ
Liana Milella per “la Repubblica”
Luciano Violante
Finisce inesorabilmente in archivio la coppia Bruno-Violante. Per la Consulta bisogna ripartire daccapo. Anche se il Pd continua ufficialmente a dire che Luciano Violante resta l’unico candidato e che non ve ne sono e non ve ne saranno altri, i veti incrociati con Forza Italia rivelano che la trattativa per i due giudici costituzionali va riscritta.
DONATO BRUNO
Per i berlusconiani ormai Donato Bruno è alle spalle, anche se oggi lo stesso Bruno andrà a Isernia, per incontrare i magistrati che lo hanno iscritto nel registro degli indagati per l’inchiesta Ittierre. Lui nega tutto, ma già ieri i vertici di Fi gli avevano consigliato di fare un passo indietro per toglierli dall’imbarazzo. Lui è stato tetragono, all’insegna dell’«io non mollo».
paniz foto mezzelani gmt
Nel suo partito già si declinano i nuovi nomi. In pole c’è Maurizio Paniz, l’ex deputato che in aula sostenne la tesi di Ruby nipote di Mubarak, avvocato a Belluno, difensore di Lavitola a Napoli, ma anche di Zornitta accusato, ma poi scagionato, dall’accusa di essere Unabomber a Venezia. La Lega lo voterebbe. Anche se il segretario Salvini ha lanciato il costituzionalista di Verona Mario Bertolissi. C’è sempre l’ipotesi di Nicolò Zanon, costituzionalista uscente dal Csm. Nomi sui quali FI vuole aprire subito una trattativa col Pd.
Nicolò Zanon
E i Dem? Rinunciare a Violante è inevitabile. Ieri i due partiti si sono accordati per votare scheda bianca. «L’abbiamo fatto per salvare Violante» dicono i vertici. Il quale resta a quota 544 voti. Ma, caduto Bruno e dopo la rinuncia di Catricalà, Fi non vuole più votarlo. Se ne riparla martedì prossimo, con nuovi nomi che potrebbero essere Augusto Barbera o Stefano Ceccanti. O due politici oppure due tecnici. Esauriti i primi, tocca ai secondi. Qui Paniz potrebbe avere difficoltà.
Augusto Barbera
Aver chiuso la partita del Csm è servito per prendere tempo per la Corte. Ha tranquillizzato il Quirinale, che già domani insedia sul Colle il nuovo Consiglio. Alla fine, con 521 e 525 voti, ce l’hanno fatta gli avvocati Paola Balducci per Sel e Pierantonio Zanettin per Forza Italia. Furibondi gli M5s per lo “scippo” del posto andato a Balducci. «Uno scandalo» dice Alfonso Bonafede. Il Pd li rimbrotta perché «con loro è impossibile siglare intese».
STEFANO CECCANTI
Chi diventerà vice presidente del Csm? Ecco la gara che si apre a palazzo dei Marescialli dove si ipotizza un plenum già sabato o più probabilmente lunedì. Giovanni Legnini, del Pd, sottosegretario uscente all’Economia, Giuseppe Fanfani, sindaco di Arezzo e anche lui Pd, oppure Renato Balduzzi di Scelta civica, un costituzionalista arruolato da Rosy Bindi alla Salute all’ufficio legislativo, divenuto a sua volta ministro? Mai come questa volta i 16 componenti togati (7 della sinistra di Area, 5 centristi di Unicost, 4 di Magistratura indipendente, di cui tre “ferriani”) appaiono divisi.
paola balducci
Oggi si riuniranno al Csm per cercare un accordo, che deve comprendere gli 8 laici e i due alti magistrati della Cassazione. Ogni candidato ha un “neo”. Legnini essere un uomo del governo, anche se non renziano ma bersaniano; Fanfani essere renziano amico del ministro Boschi; Balduzzi lontano da qualsiasi dibattito sulla giustizia, come lo stesso Legnini. Il Pd ha indicato Legnini che ieri, sempre con la sua grande cartella, era alla Camera a votare. Previsioni? «Non ne faccio».
2. PRESSING SU BRUNO PERCHÉ SI RITIRI
Amedeo La Mattina per “la Stampa”
Per la Corte Costituzionale Forza Italia comincia a pensare a un nome alternativo a Donato Bruno e si fa quello del torinese Nicolò Zanon, avvocato, giurista e professore ordinario di diritto costituzionale alla Statale di Milano. Intanto ieri ancora una fumata nera sulla Consulta. Ma questa volta è stata provocata volutamente da Pd e Fi che hanno indicato ai loro parlamentari di inserire nell’urna scheda bianca.
PIERANTONIO ZANETTIN
Era chiaro che i rispettivi candidati Luciano Violante e Donato Bruno non ce l’avrebbero fatto nemmeno questa volta. Le tensioni interne al partito di Renzi sul Jobs Act e l’inchiesta aperta a Isernia sul senatore azzurro hanno portato alla decisione di congelare la votazione, rinviandola a martedì prossimo.
Scheda bianca, dunque, per evitare che la bocciatura di Bruno trascinasse con sé quella di Violante. Il Pd vuole tenere in vita il suo candidato che mette d’accordo le varie anime Dem ed è molto gradito al Quirinale. Cosa farà Fi?
Intanto Bruno dovrà verificare se veramente è iscritto nel registro degli indagati a Isernia. Ieri sera giravano voci che lui stesso o un avvocato di sua fiducia (si parlava addirittura di Coppi) avesse già fatto i primi passi presso la procura molisana per chiedere il «certificato di iscrizione». Se la notizia lanciata nei giorni scorsi dal Fatto Quotidiano fosse confermata, le chance di Bruno di essere riproposto da Fi sarebbero praticamente azzerate.
GIOVANNI LEGNINI
A quel punto il partito berlusconiano dovrebbe tirare fuori un altro nome. Si sono fatti i nomi dell’ex parlamentare e avvocato Maurizio Paniz e del costituzionalista Giovanni Guzzetta. Ma prende quota la candidatura di Nicolò Zanon, che nel 2010 è stato eletto su indicazione del Pdl membro del Csm con 712 voti, risultando il componente laico più votato. Il suo mandato al Csm è scaduto: ora potrebbe correre per la Consulta.
Ma Fi è disposta a tirare fuori una candidatura di alto profilo tecnico, un docente universitario con un ottimo curriculum, se fa lo stesso il Pd. «Non può rimanere Violante che ha una caratura molto politica: anche i Democratici dovrebbero cambiare cavallo», ragionano i berlusconiani. Ma il Pd non ha intenzione si segare Violante. Almeno per il momento. Ieri una votazione è andata a buon fine, quella per il Csm: sono stati eletti sono stati eletti Paola Balducci (Sel) e Pierantonio Zanettin (FI).
giorgio napolitano