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    VARIANTE DI PANICO? AL MOMENTO NO – TUTTO QUELLO CHE DOVETE SAPERE SULLA KRAKEN, LA MUTAZIONE DEL COVID CHE FA PIÙ PAURA DOPO ESSERSI RAPIDAMENTE DIFFUSA NEGLI USA: NELL’ULTIMA SETTIMANA È STATA RESPONSABILE DEL 27.6% DEI CONTAGI ANCHE SE NON ESISTE INDICAZIONE DI UNA MAGGIORE GRAVITÀ. NON SOLO: I VACCINI REGGONO PERFETTAMENTE CON LE NUOVE VARIANTI E…


     
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    Da www.tgcom24.mediaset.it

     

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    La variante Kraken (il cui nome scientifico è XBB.1.5) è la mutazione del virus Covid che in questo momento fa più paura.

     

    Secondo l'ultima rilevazione dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani nell'ultima settimana XBB.1.5 è stata responsabile del 27,6% dei contagi e tallona la sotto-variante Cerberus BQ.1.1 che resta ancora dominante con il 34,4% delle infezioni. Segue la sottovariante Gryphon BQ.1 al 21,4%. Nei giorni scorsi l'European Centre for Disease Prevention and Control ha dichiarato in una nota che "esiste la possibilità che questa variante possa avere un effetto sulla crescita del numero di casi di Covid-19" anche in Europa. Non però nell'immediato, dato che la sotto-variante è presente a livelli molto bassi nel Vecchio Continente.

     

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    Sono almeno sei le sottovarianti del virus SarsCoV2, tutte derivate da Omicron, che stanno circolando soprattutto in Cina e rilevate anche nel resto del mondo. Ed ed è su questi virus che sono puntati i riflettori degli scienziati. La Kraken è quella che gli scienziati tengono più sotto indagine anche se al momento l'Organizzazione mondiale della sanità rassicura: "Non esiste indicazione di una maggiore gravità associata a queste sottovarianti in monitoraggio rispetto a precedenti lignaggi Omicron".

     

    I virus in circolazione in Cina già presenti in Europa

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    Il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) ha segnalato che dal 25 al 30 dicembre 2022 sono state depositate dalla Cina 540 sequenze. Sei sono, appunto, le sottovarianti dominanti: il 35% era rappresentato dalla sotto-variante BA.5.2, il 24% da BF.7, il 18% da BQ.1 (Cerberus), il 5% da BA.2.75 (Centaurus), il 4% da XBB (Gryphon) e il 2% da BA.2. Sono state segnalate anche le sottovarianti BA.5.6, BA.4.6, BM.4.1.1 e BA.2.3.20. Questi sottolignaggi riscontrati finora in Cina sono noti da tempo e sono già circolati in Europa. Appartengono tutti alla famiglia di Omicron e nessuno desta particolare preoccupazione per la sua capacità di eludere la risposta immunitaria. 

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    Cerberus e Gryphon fermate dai vaccini

    Anche per Cerberus e Gryphon, che per un certo periodo avevano allertato le autorità sanitarie, studi recenti hanno confermato l'efficacia dei vaccini. A rassicurare gli esperti, inoltre, il fatto che al momento non sia stata rilevata alcuna nuova variante. Anche il gruppo tecnico sulle varianti dell'Oms (TAG-VE o Technical Advisory Group on Virus Evolution) conferma che tutte le varianti del virus SarsCov2 rilevate ad oggi in Cina sono già conosciute. 

     

    Come è nata Kraken

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    La situazione cinese continua a essere monitorata con attenzione. Allo stesso tempo il TAG-VE è in allerta per la sottovariante XBB.1.5 (ribattezzata Kraken) che sta crescendo rapidamente in Usa e in altri Paesi. Kraken deriva da una mutazione della prima sottovariante di Omicron XBB nota come Gryphon (un ricombinante delle varianti BA.2.10.1 e BA.2.75). Una notizia rassicurante arriva inoltre da uno studio, condotto da università giapponesi e statunitensi, pubblicato sul New England Journal of Medicine: gli antivirali, e in particolare il Paxlovid (nirmatrelvir), continuano a funzionare perfettamente sulle nuove varianti del virus SarsCoV2. È stato dimostrato, rileva lo studio, che "le varianti BA.2 e BA.5 hanno una minore sensibilità a determinati anticorpi monoclonali rispetto alle varianti circolanti in precedenza". 

     

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    Al contrario, affermano i ricercatori a proposito degli antivirali, "i nostri risultati suggeriscono che remdesivir, molnupiravir e nirmatrelvir sono efficaci contro BQ.1.1 e XBB in vitro". Si tratta di una "buona notizia", afferma in un tweet Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia all'Università Vita-Salute San Raffaele, però, commenta, "la sanità pubblica si dia una sveglia e usiamoli".

     

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