PANNELLA MIRELLA PARACHINI
Giovanni Terzi per “Libero quotidiano”
Un sodalizio durato per tutta la vita quello tra Marco Pannella e Mirella Parachini.
«Avevo diciannove anni quando incontrai per la prima volta Marco», racconta Mirella «lui ne aveva venticinque più di me ma era davvero immenso».
Mirella fa fatica a trovare le parole giuste per rappresentare, in modo corretto, quello che era Pannella quando entrò nella sua vita.
Il loro è stato un grande amore durato, anche se naturalmente trasformato nel tempo, fino all'ultimo giorno della vita di Marco, quel 19 maggio di quasi sei anni fa in cui salutò questo mondo che gli aveva donato tanta felicità.
«Marco è sempre stato un uomo entusiasta della vita, la amava e la affrontava con perenne felicità anche nei suoi momenti più difficili, più faticosi».
PANNELLA MIRELLA PARACHINI
Mirella, c'è una frase che Pannella disse nel congedarsi dal Dalai Lama in uno dei loro ultimi incontri «a subito, non a presto».
Che significato ha quella frase?
«È un'espressione tipica pannelliana ed è la traduzione dal francese à tout suite.
In realtà sta a significare che le persone che si amano e che sono entrate in empatia non si lasciano mai».
Come vi siete conosciuti?
«Ci siamo incontrati negli anni settanta all'interno del partito Radicale al quale mi ero avvicinata da giovane studentessa di medicina. Marco, in quegli anni, faceva il corrispondente a Parigi per Il Giorno ed io ero mossa, come molti del resto in quel periodo, da una spinta antimilitarista, pacifista e gandhiana».
Mirella, come mai gandhiana?
«Per una vocazione familiare. Mia nonna materna, che era era belga, non finì le elementari ma divenuta vegetariana approfondì da subito la dottrina indiana. Sempre per vocazione familiare mio fratello portò in casa la sua battaglia per l'obiezione di coscienza allora portata avanti da Pietro Pinna del movimento non violento di Perugia. Insomma sin da ragazza passavamo ore ed ore a confrontarci sui temi della non violenza e, seguendo mio fratello, entrai nella sede del Partito radicale».
Che ricordo hai di quel periodo storico?
EMMA BONINO MIRELLA PARACHINI 7
«Un ricordo intenso. Durante il Giubileo del 1972 decidemmo di manifestare a San Pietro a favore degli obiettori di coscienza incarcerati vestiti da galeotti e spinti da una forte idealità di libertà. La scelta del Giubileo Mirella Parachini è la donna, compagna, che è rimasta legata al leader Radicale Marco Pannella per quarant' anni. Mirella aveva diciannove anni quando incontrò Marco all'interno della sede del Partito e tra loro nacque subito una profonda intesa fatta di battaglie condivise, di visioni e di amore.
Nata a Bruxelles da madre belga e padre italiano, Mirella Parachini, è un medico specialista in Ostetricia e Ginecologia, ed attualmente lavora presso l'Ospedale San Filippo Neri di Roma dal 1992. Ha cominciato subito dopo la laurea ad occuparsi di aborto e contraccezione e all'indomani dell'approvazione della legge 194 ha contribuito all'iniziale applicazione di avvenne perché in quel preciso momento c'era una grande attenzione mediatica.
mirella parachini
In quel periodo storico eravamo straordinariamente movimentisti. Un esempio su tutti quando Marco andò in Spagna, con lo sciopero della sete, per fare rilasciare Pepe Beunza, obiettore di coscienza, finito in carcere oppure quando facevamo le marce antimilitariste da Trieste ad Aviano accompagnati dagli spettacoli di Dario Fo».
Dalle battaglie insieme alla vostra storia d'amore.
Quando questa ebbe inizio?
«Durante una di queste manifestazioni feci conoscenza di un amico fraterno di Marco, Jean-Yves Radenac con cui iniziai a parlare in modo personale e confidenziale . Da quel momento iniziò la mia storia d'amore con Pannella».
Come era vista la vostra relazione data la vostra differenza d'età?
«Con grande naturalezza perché non c'era pubblicamente una ostentazione della nostra relazione in eventi mondani. Sono sempre stata considerata la "compagna storica di Marco" che tutto faceva con me ma senza esibirmi. Ricordo un momento molto bello dove andammo insieme. Era la premiazione nel 1995 del premio Strega che fu dato a Maria Teresa Di Lascia, militante radicale, per il suo romanzo Passaggio in ombra pubblicato da Feltrinelli postumo. Quella fu una delle rare occasioni che vide me e Marco insieme in un evento pubblico e non politico».
Ed i tuoi genitori come presero la vostra storia d'amore?
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«Mio padre era un liberale e inizialmente mi disse che non doveva proseguire. Dopo poco tempo entrò nel meraviglioso mondo di Pannella e accettò tutto. Marco aveva una straordinaria dote quella della spontaneità e verità: in lui non c'era discrepanza tra la sua vita personale e politica così che la lettura della nostra relazione andava ben oltre il fatto generazionale».
E invece com' era il tuo rapporto con i genitori di Pannella?
«La mamma di Marco aveva un debole per me, forse perché vedeva una persona in grado di sedare le inquietudini del figlio».
Come sono stati i vostri quarant' anni di vita insieme?
«Il nostro rapporto, si è sempre fondato sulla verità e sincerità. Con gli anni si è trasformato mantenendo sempre un filo rosso di profondità che ci unisce anche adesso che fisicamente non c'è più. Inizialmente per me era una vera e propria vertigine.
marco pannella
Marco è sempre stato una personalità di grande fascinazione: alto, imponente e con un eloquio straordinario. Io ero insieme e ascoltavo discorsi con persone come Sartre, Sciascia e Simone de Beauvoir; era come se vivessi in un meraviglioso incantesimo. Io studiavo medicina alla Cattolica a Roma ed avevo una storia d'amore con l'uomo che si batteva per la legge sull'aborto. Ecco mi sentivo un po' dissociata almeno fino a quando non mi laureai e, così facendo, potei dare seguito alle mie battaglie che sfociarono nella legge del 22 maggio 1978, la numero 194 "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza".
All'indomani dell'approvazione della legge 194 ho contribuito all'iniziale applicazione di questa in vari ospedali nell'ambito della collaborazione con l'AIED (Associazione Demografica Educazione Italiana), nei cui consultori ho lavorato per 20 anni, fino al 2000. Ho svolto il servizio di ginecologia anche presso il Consultorio familiare pubblico di Terracina, finché non mi trasferii a Roma».
Pannella venne anche arrestato perché si accese uno spinello. Cosa successe in quella occasione ?
«Era una mattina di luglio del 1975 all'interno della battaglia per la disobbedienza civile quando Marco fece questo gesto di fronte al capo della sezione narcotici "questo è uno spinello di marijuana" disse Marco "ed invito il rappresentante della legge ad arrestarmi"».
PANNELLA ALDA D EUSANIO
Sai una cosa?
«No, Mirella, dimmi».
«Marco non ha mai fumato una canna. Era un tabagista convinto ed in quella occasione in maniera teatrale fece il gesto di accendersi uno spinello al contrario».
Pannella e la politica. Con chi si trovava bene Pannella?
«Sicuramente il suo pensiero era più affine ai socialisti che ai comunisti. Ebbe un intenso rapporto, anche se di duro confronto, con Bettino Craxi al quale consigliò di rientrare in Italia e non vivere in esilio. Inoltre tra i socialisti ebbe un buon rapporto con Claudio Martelli ed anche con Giuliano Amato. Riferimenti storici furono per lui Salvemini, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed anche parte del cattolicesimo liberale».
Ma Pannella non era anti-religioso?
«Mai stato. Marco era anti sistema e quindi anche anti-clericale. Ma sulla religione ci sono stati momenti altissimi di confronto come per esempio quello con Monsignor Paglia poco prima di morire».
pannella berlusconi
Ci sono stati momenti difficili con Marco?
«Quelli relativi agli scioperi della fame e della sete. Ho davvero temuto che potesse accadere qualcosa di brutto e facevo fatica a tenere botta con tranquillità. Matteo (Matteo Angioli storico assistente parlamentare di Pannella per quindici anni, ndr) riusciva a viverli con più calma ed era più controllato».
Come sono stati gli ultimi giorni di vita vicino a Pannella?
«Di dolore perché lui soffriva molto, ma anche di grande gioia perché quando si riprendeva aveva degli slanci straordinari».
Me ne racconti uno?
«Nella casa storica di Roma, una mansarda, ho il ricordo preciso di lui che, un giorno, parla dalla finestra del senso della vita con i gabbiani. Un vero e proprio testamento spirituale».
bettino craxi giuliano amato
Perché non vi siete mai sposati?
«Bella domanda... Quante volte l'abbiamo detto e poi mai fatto. Forse perché è semplicemente stato giusto così».
Ti manca Marco?
Sta in silenzio Mirella prima di rispondere. «No perché ho un approccio senechiano alla mancanza. Il mio rapporto con Marco è così profondo che godo per ciò che ho avuto non per ciò che mi manca adesso».
cicciolina pannella a montecitorio PANNELLA 29 PANNELLA 19 marco pannella nella sede del partito radicale con il commissario ennio de francesco 2 luglio 1975 PANNELLA D EUSANIO 9 DANIELE CAPEZZONE MARCO PANNELLA MARCO CAPPATO EMMA BONINO MARCO PANNELLA DANIELE CAPEZZONE pannella rossanda negri pannella rutelli pannella pannella rutelli referendum divorzio pannella VASCO ROSSI PANNELLA 9 pannella berlinguer rutelli pannella PANNELLA ULTIMO SALUTO PIAZZA NAVONA PANNELLA CARCERE TONI NEGRI PANNELLA marco pannella marco pannella feltri pannella marco pannella mauro mellini marco pannella ph adolfo franzo' feltri pannella cicciolina pannella comizio