Giancarlo Perna per la Verità
marco pannella
Ricattatore a fin di bene fu il radicale Marco Pannella che voleva sempre centrare il bersaglio.
Marco, che in realtà si chiamava Giacinto, si accorse presto che il vero nome non gli piaceva. Disse il piccolo al babbo: «Giacinto mi dà l' orticaria. Da ora, sono Marco». «Sì, Marco. Sono d' accordo con tutto quello che dici e fai», rispose il papà. Vista l' arrendevolezza del genitore, Pannella si convinse di essere irresistibile. L' aneddoto circolava divertito nella sua cerchia.
Quando decideva di convincere, Pannella diventava maniacale. Ai tempi della presidenza di Bettino Craxi (1983-1987) si fissò che doveva allearsi con lui ma alle proprie condizioni. Lo fece tornare da Strasburgo, dove era in viaggio di Stato, e gli si parò davanti. Spiegò a Craxi il da farsi, precisando il come, quando, dove e perché. Appena se ne fu andato, Bettino, che era diabetico e aveva avuto un calo di zuccheri, esclamò irato: «Questo non lo voglio più vedere. Se devo ricevere lezioni, torno a scuola».
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Inoltre, se otteneva troppo facilmente qualcosa, Marco alzava subito la posta e tirava la corda fino a spezzarla. Gli successe con me.
Incrociandomi in Transatlantico, mi propose un' intervista per il settimanale L' Europeo di cui ero inviato.
«Ho cose incredibili da dire», gettò lì, per ingolosirmi. Mi buttai sul primo telefono (a fine anni Ottanta, c' era un cellulare ogni 10.000 abitanti) e comunicai l' offerta al direttore. Mi parve relativamente entusiasta ma accettò. A Marco indorai la pillola: «È d' accordissimo. Vuole una bella e ampia intervista». Lui, anziché ringraziarmi per avere sbrigato tutto in un amen, replicò: «Te la do, solo se fate la copertina su di me. Foto a tutta pagina».
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Non era solo vanità ma l' istinto predatorio del giocatore d' azzardo. Lo mandai a quel paese, a nome mio, del direttore e di tutta la redazione.
Una cosa analoga accadde quando Pannella fece uno sciopero della sete per ottenere dal governo aiuti al Terzo mondo. Dopo 6 giorni, era allo stremo, tanto che annullò una conferenza stampa programmata. Al settimo, i medici gli ingiunsero di bere.
La Ferrarelle stipulò con il Partito radicale il versamento di 40 milioni di lire se Marco si fosse fatto riprendere mentre riempiva il suo primo bicchiere con quell' acqua minerale. Avvertito dell' accordo, Pannella, a un passo dalla disidratazione, fece egualmente il prezioso: «100 milioni o niente». L' azienda rinunciò.
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Poco dopo, non essendoci altra acqua nel posto dove si trovava, Marco finì per bere proprio Ferrarelle. Ma gratis, per quel vizio di tentare la roulette che lo ha accompagnato fino alla fine.
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