Andrea Scarpa per il Messaggero
paola ferrari
Più la buttano giù e più si tira su. Non è come il caffè che pubblicizzava Nino Manfredi negli Anni Ottanta, ma poco ci manca. A 63 anni Paola Ferrari resiste a tutto. Le tolgono programmi e incarichi e lei - non proprio zitta zitta - più o meno si riprende tutto. L'anno scorso l'avevano estromessa dai Mondiali del Qatar, quest'anno si è ripresa la conduzione dello storico 90esimo minuto su Rai2.
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Lei è stata la prima giornalista a condurre in Rai storici programmi sportivi, quindi in qualche modo ha aperto una strada: com'è che spesso se la prende proprio con le donne? Diletta Leotta, Belen Rodriguez, Sabrina Gandolfi...
«Perché non faccio distinzioni, non credo a steccati e quote, e se devo dire la mia, lo faccio. Se mi attaccano, reagisco. Con Sabrina ci siamo chiarite, però».
Con Diletta Leotta?
santanche ferrari
«Non mi piace il modello femminile che porta avanti. Atteggiamenti così vistosi non fanno per me. Comunque a Rai Sport vado d'accordo con tante donne».
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Ci rimasi malissimo, invece, quando una come Serena Dandini, anni fa, disse che le facevo schifo. Cos'è una critica, questa?
A me poi, che mi sono fatta strada in un mondo così chiuso e maschilista. Ma dai...».
Cosa deve scontare?
«Non sono simpatica a tutti, credo per le mie idee politiche, e perché ho una famiglia dal nome importante, anche se la mia carriera l'ho fatta senza aiuti».
Magari da suo marito.
«Facevo questo lavoro prima di incontrarlo. È solo invidia».
paola ferrari
Il mondo del calcio è ancora sessista?
«Anche se tante cose sono cambiate, sì. Prenda l'età. A me dà fastidio quando la sottolineano perché si lascia intendere che in certi posti, come la tv, le donne debbano essere accettate solo se giovani e belle. Con gli uomini si fa altrettanto? No. Tutti lavorano fino alla pensione senza problemi. Nessuno si sogna di dire quello è vecchio, quello ha la pancia o la barba bianca».
Tutto questo però in qualche modo lo subisce: le luci abbaglianti, i trucchi, i ritocchi...
«Le luci le usano tutti, questa storia fa ridere. Sono attacchi miserabili. Comunque sono corazzata: resisto a tutto e me ne frego».
paola ferrari alba parietti
Lei nel 2019 ha avuto un tumore al viso: come ha risolto?
«Bene. Ho avuto paura che mi portassero via mezza faccia, mi hanno messo 25 punti, e in futuro non escludo di intervenire. Ognuno fa quello che vuole, non giudico. Io di sicuro non mi rifarei il seno, per esempio».
Ho letto che ha la quinta.
«Per me è importante che le donne facciano tutto per se stesse non per diventare un oggetto sessuale che piaccia agli uomini. Questo è sbagliatissimo. Se una giovane pensa di trasformarsi per diventare come Diletta Leotta deve sapere che solo a una-due va bene. Meglio studiare».
In passato ha detto di non saper perdonare, vero?
«Ho sviluppato meccanismi di autodifesa che non lasciano tanto spazio a queste cose. Ho avuto un'infanzia difficilissima. Mia madre era una donna molto violenta».
silvio berlusconi carlo de benedetti
Ha dichiarato che da piccola sua madre provò a ucciderla più di una volta, vero?
«Sì. Aveva problemi di vario tipo, un po' recuperammo ma non l'ho mai perdonata. Non riesco a pensare a lei con amore».
Daniela Santanchè l'ha perdonata.
«È diverso. Siamo sempre state amiche, poi per anni ce ne siamo dette di tutti i colori, e poi ci siamo riavvicinate. La scorsa estate, quando sono stata maltrattata dalla direttrice di Rai Sport, lei ha preso pubblicamente le mie difese e mi ha toccato il cuore».
E lei ha rilanciato investendo 200 mila euro nella sua Visibilia Concessionaria, salvandola dal fallimento.
«Non parlo di soldi, ma credo che quella società possa rimettersi in sesto».
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Quando nel 2014 con Santanchè provò con Visibilia a comprare L'Unità cosa avevate in mente?
«Era in crisi, l'avrei rilanciata. Ma era anche una provocazione».
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Lei che nel 2008 si candidò per La Destra, senza essere eletta, l'anno scorso non ha pensato di riprovarci con Fratelli d'Italia?
«Non ci ho pensato».
E Giorgia Meloni?
«Neanche lei. Ma va bene così: ho il mio lavoro, che amo».
E da settembre 2022 a oggi, a lei che in passato è stata in due Commissioni parlamentari con il ministro Prestigiacomo, non è arrivata neanche una proposta?
«Ho parlato a lungo con alcuni esponenti del partito su un'eventuale candidatura alle prossime Europee, ma adesso sto benissimo in Rai».
Quindi per Bruxelles c'è tempo?
«Sì. Intanto seguo tutto».
È socia di Lucisano Media Group e si occupa di documentari: con Andrea Purgatori ne voleva produrre uno, giusto?
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«Sì. Sul Mostro di Firenze. Per il giornalismo italiano la sua morte è una perdita enorme».
Ha anche aggiunto che il sesso non è più come gli inizi: voleva dire che per lei è una partita che sta quasi per finire?
«Figuriamoci (ride, ndr). Io sono una donna passionale. Il sesso è molto importante per me».
Perché spesso sembra arrabbiata?
«Mi innervosiscono le cose ingiuste e brutte, ma sono serena. Sto lavorando molto su me stessa».
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Va dall'analista?
«No, mai andata. Leggo tanti libri».
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