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    “SERVIRÀ UN ANNO PER POTER VALUTARE L'EFFETTO DEI VACCINI" - PAOLO BONANNI, PROFESSORE DI IGIENE ALL'UNIVERSITÀ DI FIRENZE: “L'IMMUNITÀ DI GREGGE NON VA DATA PER SCONTATO. I VACCINI POTREBBERO FUNZIONARE NELLA PROTEZIONE DELLE SINGOLE PERSONE, MA NON NELL'IMPEDIRE IL CONTAGIO. INSOMMA, CHI SI VACCINA POTREBBE NON SVILUPPARE LA MALATTIA E PERÒ CONTAGIARE ALTRI - VACCINARE PRIMA I GIOVANI? E’ UNA BUONA IDEA”


     
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    Francesco Rigatelli per “la Stampa”

     

    PAOLO BONANNI PAOLO BONANNI

    «La vaccinazione non è un processo scontato. Bisogna vedere quante dosi arrivano, che adesione offre la popolazione e se il vaccino protegge solo la persona o evita anche il contagio». Per Paolo Bonanni, professore ordinario di Igiene all' Università di Firenze e grande esperto dell' argomento «serve almeno un anno per avere tutte le risposte».

     

    Così tanto?

    «Nella più rosea delle ipotesi entro dicembre le autorità di regolazione daranno il via alla distribuzione da parte delle aziende farmaceutiche delle prime dosi, che arriveranno qualche milione alla volta. Dalle prime indicazioni si pensa di partire da operatori sanitari, lavoratori dei servizi essenziali, forze dell' ordine, anziani, malati, insegnanti e pian piano tutti gli italiani. Anche se l'organizzazione ingranasse e arrivassero subito tutte le dosi ci vorrà almeno fino all' estate».

     

    A quel punto la pandemia finirebbe?

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    «L' immunità di gregge non va data per scontato. I vaccini in via di approvazione potrebbero funzionare nella protezione delle singole persone, ma non nell' impedire il contagio. Insomma, chi si vaccina potrebbe non sviluppare la malattia e però contagiare altri, che se non vaccinati potrebbero ammalarsi».

     

    E se i vaccini garantissero entrambe le protezioni?

    «Con la vaccinazione di due terzi della popolazione si raggiungerebbe l' immunità di gregge».

     

    A quel punto ne saremmo fuori?

    «Sì, però teniamo presente che se tutti si vaccinassero il virus potrebbe pure continuare a circolare, ma senza mandare nessuno in ospedale, e il mondo ripartirebbe».

     

    In attesa di un nuovo vaccino più raffinato?

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    «Subito dopo i quattro in rampa di lancio, Astra Zeneca, Moderna, Pfizer e Johnson & Johnson, ce ne sono altri tredici in fase tre, per cui c'è speranza».

     

    I primi ad arrivare saranno in parte efficaci e del tutto sicuri?

    «Altrimenti non verrebbero autorizzati. L' efficacia dev'essere almeno del 50 per cento e le aziende la dichiarano ben più alta, ma vedremo cosa diranno le autorità regolatorie. Sulla sicurezza invece non avrei dubbi, perché è vero che si è fatto presto nel concepimento e nella produzione, ma i test sono quelli di sempre».

     

    Il vaccino va reso obbligatorio?

    «Nessuno ne sarebbe felice, ma in una situazione di emergenza si può ricorrere a scelte straordinarie. La decisione del governo di stare a vedere l' adesione della popolazione mi sembra saggia. Anche per capire se qualche vaccino limiti anche la trasmissione. Se funzionassero solo come protezione individuale infatti sarebbe difficile renderli obbligatori. Se impattassero sugli altri invece avrebbe più senso».

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    Quanto tempo ci vorrà per capire se qualche vaccino limiti pure il contagio?

    «Gli studi scientifici partiranno con le prima vaccinazioni ed entro pochi mesi, con la velocità a cui viaggia la ricerca durante la pandemia, si avranno i primi risultati».

     

    Quando inizierà la vaccinazione?

    «Se le autorità daranno il via si partirà a gennaio e sperando che la popolazione aderisca servirà una logistica importante. Nel caso del vaccino Pfizer ci sarà il problema della catena del freddo, per cui molte persone dovranno vaccinarsi in poco tempo. Le altre soluzioni sarebbero più pratiche».

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    Dove ci si vaccinerà?

    «Nei grandi ospedali su appuntamento e con un' organizzazione militare».

     

    Com'è l'idea di vaccinare prima i giovani, che trasmetterebbero di più il virus?

    «In teoria sarebbe utile, ma non sapendo ancora se i vaccini inibiscono la trasmissione è meglio privilegiare le categorie a rischio».

     

    Chi è guarito dal Covid-19 va vaccinato?

    «In alcuni casi queste persone si sono riammalate, dunque sì, anche se forse si potrebbero vaccinare dopo le categorie a rischio».

     

    Quanto dura l' immunità del vaccino?

    «Sarà la grande domanda del 2021 e degli anni a seguire. Dopo un anno sapremo se dura un anno, dopo due se dura due...».

     

    C' è differenza tra l' immunità di un guarito e di un vaccinato?

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    «Il vaccino dovrebbe garantire un' immunità più forte e duratura, ma anche questo dipenderà dall' efficacia di ognuno dei quattro e poi tredici prodotti in arrivo».

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