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    ‘’ESSERE RUSSO È DIVENTATA UNA COLPA. ANCHE ESSERE UN RUSSO MORTO’’ - PAOLO NORI DICE ADDIO ALL’UNIVERSITÀ BICOCCA: ‘’NON CONDIVIDO CHE SE PARLI DI UN AUTORE RUSSO DEVI PARLARE ANCHE DI UN UCRAINO” - MERLO: “LA COSA CHE PIÙ SORPRENDE È CHE I SUPERCATTEDRATICI NON SAPESSERO CHE DOSTOEVSKIJ ERA UN CAMPIONE DELLA LIBERTÀ, UN OPPOSITORE DEL REGIME ZARISTA. SONO LORO CHE DOVREBBERO ISCRIVERSI AI CORSI DI NORI. E, SE NON AVESSERO IL TEMPO DI LEGGERE IL SUO ULTIMO ‘’SANGUINA ANCORA. L'INCREDIBILE VITA DI FËDOR DOSTOJEVSKIJ’’, C'È PRONTO PER LORO UN AUDIOLIBRO DI SUCCESSO: ‘’L'IDIOTA’’


     
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    paolo nori paolo nori

    1 - ALLA BICOCCA SCOPRONO L'IDIOTA

    Da “Posta e Risposta” - “la Repubblica”

     

    Caro Merlo, leggo di Paolo Nori e della Bicocca. Allora dovrò ascoltare ostakóvi solo in cuffia e leggere i classici russi chiuso in salotto? Nel pur giustificato furore collettivo contro Putin, stiamo perdendo lucidità ?

    Ugo Guarducci - Firenze

     

    La risposta di Francesco Merlo

    La cosa che più sorprende nel testacoda dell'Università Bicocca è che i supercattedratici che avevano annullato le lezioni di Paolo Nori non sapessero che Dostoevskij era un campione della libertà, un oppositore del regime zarista. Sono loro che dovrebbero iscriversi ai corsi di Nori. E, se non avessero il tempo di leggere il suo ultimo Sanguina ancora. L'incredibile vita di Fëdor M. Dostojevskij , c'è pronto per loro un audiolibro di successo : L'idiota .

     

    Dostoevskij Dostoevskij

    2 - DOSTOEVSKIJ ALLA BICOCCA, PAOLO NORI DICE ADDIO ALL’UNIVERSITÀ: «NIENTE LEZIONE DOPO LA CENSURA»

    Federica Cavadini per www.corriere.it

     

    Nella diretta video su «la paura che fanno i russi», Paolo Nori, scrittore, traduttore e professore alla Iulm, racconta quasi in lacrime della mail appena ricevuta dall’università Bicocca, dove da mercoledì avrebbe tenuto un ciclo di lezioni su Dostoevskij. L’ateneo ha rinviato «per evitare qualsiasi forma di polemica in questo momento di forte tensione».

     

    E Nori parla di «ridicola censura». «Essere russo è diventata una colpa — dice sbigottito —. Anche essere un russo morto». Il video è di martedì sera, è rilanciato in Rete dalle prime ore di mercoledì mattina e il dietrofront dell’ateneo arriva alle 11 con la rettrice Giovanna Iannantuoni che spiega: «Un malinteso. Le lezioni sono confermate».

     

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    Resta la domanda posta da Nori: «Un’università italiana che proibisce un corso su Dostoevskij?». E arriva subito, in mattinata, il chiarimento della ministra dell’Università, Cristina Messa (che a Bicocca è stata rettrice): «Bene che abbia rivisto la propria decisione. Importante che si tengano le lezioni di Nori con l’appoggio dell’ateneo».

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    Aggiunge che Dostoevskij «è patrimonio dal valore inestimabile e la cultura resta libero terreno di scambio e arricchimento» e sottolinea «il ruolo delle università come luogo di confronto e crescita ancora di più in una situazione così delicata».

     

    I motivi del rinvio

    Restano da spiegare le ragioni di quella mail. E per tutta la giornata arrivano commenti e interventi, dal mondo della cultura e dalla politica, su Nori, Bicocca, Dostoevskij si chiedono anche interpellanze parlamentari.

     

    UNIVERSITA BICOCCA UNIVERSITA BICOCCA

    Una spiegazione per la scelta di Bicocca arriva dal prorettore alla didattica, Maurizio Casiraghi. «È stato un errore quella comunicazione ma non c’è stata nessuna censura — spiega —. Abbiamo deciso con la rettrice di rimandare il programma di un mese per avere il tempo di ristrutturarlo e ampliarlo per coinvolgere più studenti.

     

    Ampliarlo come? L’idea era proporre anche autori ucraini, è una delle proposte arrivata dai docenti. Il nostro obiettivo è arricchire queste lezioni, che non sono corsi ma programmi che gli studenti possono inserire nel curriculum come competenze trasversali».

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    Il cortocircuito Bicocca-Nori

    Per l’università Nori su Dostoevskij è confermato «nei giorni stabiliti e sui contenuti già concordati con lo scrittore». Nel pomeriggio però arriva la prima risposta di Nori. «Ancora non so se ci vado oppure no, ci devo pensare. Non so se voglio andare in una università che ha immaginato che Dostoevskij sia qualcosa che genera tensione».

     

    E in serata commenta così l’idea dell’ateneo di proporre con Dostoevskij anche alcuni autori ucraini: «Non condivido che se parli di un autore russo devi parlare anche di un ucraino». E conclude: «Li libero dall’impegno che hanno preso e il corso che avrei dovuto fare in Bicocca lo farò altrove».

     

    Gli inviti a Paolo Nori

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    Nori era già stato invitato da altri atenei a tenere le stesse lezioni. Da Pavia a Siena. E alla Iulm, dove lo scrittore insegna Traduzione editoriale della saggistica russa, i suoi studenti scrivono: «Condividiamo lo sconcerto per la scelta di Bicocca. Dostoevskij, pilastro della letteratura mondiale, non può essere improvvisamente accantonato soltanto perché russo».

     

    E invitano la Iulm a chiedere a Nori di tenere seminari su Dostoevskij: «In un momento straziante per l’umanità, crediamo la letteratura russa sia farmaco e non veleno». E ancora: «Teniamo lontana ogni pulsione di censura. Giù le mani dalla letteratura russa, giù le mani da Dostoevskij».

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