vista sulla nuova rinascente a roma
1 – FATTO IL DANNO, PAGARE MONETA - PAOLO SAVONA FA CAUSA ALLA “RINASCENTE” DI ROMA - L’EX MINISTRO E ALTRI PROPRIETARI DI APPARTAMENTI ATTIGUI HANNO FATTO RICORSO AL GIUDICE AMMINISTRATIVO LAMENTANDO ABUSI: "ABBIAMO POCA LUCE IN CASA, CHIEDIAMO UN RISARCIMENTO DA 679 MILA EURO"
il palazzo in via dei due macelli 9 1
2 – PAOLO SAVONA NON CI VEDE PIÙ E MANDA IL CONTO ALLA RINASCENTE
Lorenzo D’Alberto per “il Venerdì di Repubblica”
Si salgono le scale, evitando accuratamente le impalcature che puntellano le mura lesionate. E, un gradino dopo l' altro, aumenta il volume della protesta. Siamo al civico 9 di via dei Due Macelli, a due passi da piazza di Spagna e dalla Fontana di Trevi, nella palazzina incastonata tra i due ingressi della nuova Rinascente. Qui abitano giudici in pensione e alcuni avvocati di blasone.
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E qui ha uno studio Paolo Savona. Sì, proprio l' ex ministro agli Affari Europei del governo pentaleghista, fresco di nomina alla presidenza della Consob, l' organo di vigilanza sui mercati finanziari. Con gli altri inquilini si è intestardito nel fare la guerra al gigantesco e lussuoso magazzino e in particolar modo alla sua terrazza panoramica. Così l' affaccio preferito dagli amanti del selfie di ultima generazione è finito in tribunale. Prima al Tar del Lazio e ora al Consiglio di Stato.
PAOLO SAVONA
Motivo, la costruzione oscura la vista sul Cupolone di San Pietro e sui tetti del centro storico di cui, prima dell' inaugurazione della Rinascente, potevano godere Savona e vicini. Visitando uffici e abitazioni di via dei Due Macelli, l' impatto è innegabile. I residenti mostrano le fotografie: il prima e il dopo, la luce contro l' ombra, il sole che illumina il soggiorno e poi quel muro che adesso si alza fino al cielo: secondo gli inquilini a questo punto dovrebbe semplicemente sparire. E lo dicono forti del fatto che il permesso di costruire, rilasciato dal Comune alla Rinascente, è stato annullato dai magistrati amministrativi. Proprio così.
l'ingresso della nuova rinascente in via dei due macelli
Il contenzioso è iniziato ormai più di cinque anni fa e col passare degli anni e delle udienze ha assunto contorni sempre più intricati. Oggi la nuova sede romana della Rinascente (l' altra, inaugurata nel 1961, si trova in piazza Fiume) è un rompicapo legale che sta facendo impazzire i massimi burocrati del Campidoglio e della Soprintendenza. Tutti impegnati in un disperato brainstorming per trovare una soluzione: come diavolo fare a salvare una struttura di quel peso (anche in senso letterale: sono state necessarie 4.720 tonnellate di acciaio per tirarla su) ora che è rimasta improvvisamente senza permesso?
Per arrivare all' ultima risposta abbozzata dal Comune nel tentativo di rimediare, conviene procedere per gradi.
il palazzo in via dei due macelli 9
E partire dal primo ricorso promosso da Savona e dai suoi agguerritissimi vicini al Tar. I magistrati della quarta sezione, un anno fa, hanno dato ragione agli inquilini di via dei Due Macelli 9 annullando i permessi rilasciati dal Comune ai costruttori del centro commerciale nel 2011. La decisione poggiava su due punti. Intanto, le lacune in alcuni passaggi di natura tecnica, a cominciare dalla carenza della documentazione raccolta dal Campidoglio.
roma via dei due macelli 9
Il via libera ai lavori, rilasciato nel tutelatissimo centro di Roma, si basa infatti sulle istruttorie e sul nulla osta della Soprintendenza, che però secondo i giudici sarebbero insufficienti a sanare i «numerosi abusi». Sono 40 quelli per cui sono stati acquisiti pareri e «alcuni di essi hanno procurato un incremento volumetrico, altri anche modifiche esterne». Per i magistrati amministrativi, poi, «non è neppure chiaro se alcuna istruttoria sia stata posta in essere dalla Soprintendenza su ciascuno degli abusi».
paolo savona
L' altro punto critico? Il vecchio palazzetto inserito nel compendio immobiliare ristrutturato dalla Rinascente e le sue decorazioni settecentesche: stucchi e modanature, tutelati da un decreto di vincolo, secondo Savona & Co. sarebbero scomparsi dopo i lavori. «Nessun parere» si legge nella sentenza che dà ragione all' attuale numero uno della Consob e ai suoi vicini di casa «spende una parola su quelle decorazioni».
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E così arriviamo alla "toppa" che il Campidoglio sta provando a mettere. Davanti a questo grande pasticcio, il dipartimento Urbanistica e l' avvocatura del Comune sono intervenuti preparando una nuova autorizzazione: una sorta di sanatoria che ha fatto andare su tutte le furie gli inquilini di via dei Due Macelli.
Fra l' altro, le mura del loro palazzo sono ancora puntellate (per via delle vibrazioni dovute ai lavori compiuti per realizzare il grande magazzino, raccontano) e ora chiedono un maxi indennizzo. La posizione dei condòmini, ribadita a più riprese, è chiara: quanto meno la loggia, con la terrazza per gli aperitivi ad alta quota, deve sparire in quanto abusiva. Inoltre, impedendo alla luce di filtrare come un tempo, ha fatto crollare il valore delle abitazioni.
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Di che cifre stiamo parlando? Paolo Savona ha chiesto 194 mila euro per il «danno esistenziale» e 485 mila per la «lesione al godimento di luce e aria». Totale, 679 mila euro di risarcimento.
Con un particolare di non secondaria importanza e che rende il tutto se possibile ancora più kafkiano: la richiesta, oltre che al Comune e alla Soprintendenza, è stata inoltrata anche al Mibact, il ministero dei Beni culturali attualmente retto da Alberto Bonisoli, ex collega di governo di Paolo Savona. Al quale, per rivedere un po' di luce, non resta che aspettare la pronuncia finale del Consiglio di Stato.
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