paolo savona e giorgio la malfa (3)
Torna lo spauracchio dell’uscita dell’Italia dall’euro. Legato, ancora una volta, al nome di Paolo Savona, il ministro per gli Affari europei che per le sue posizioni anti-euro era stato tenuto distante dalla poltrona dell’Economia. Parlando oggi in audizione alle commissioni di Camera e Senato che si occupano di politiche Ue, il ministro - che ha illustrato le linee programmatiche del suo dicastero - ha affermato che «è necessario essere pronti ad ogni evento, anche all’uscita dell’euro». Lo insegna, ha detto, «una delle case che ho frequentato, la Banca d’Italia», ha detto. «Mi ha insegnato che non ci si deve preparare a gestire la normalità, ma l’arrivo del cigno nero, lo choc».
il ministro paolo savona al suo arrivo alla stampa estera
IL «PIANO B»
Savona ha detto che solo adesso «siamo tutti d’accordo, anche gli economisti tedeschi, che nel 2008 l’Europa non era preparata» ad una crisi così travolgente come quella degli ultimi anni. E ancora: «Mi dicono: “Ma tu vuoi uscire dall’euro”. Badate che possiamo trovarci nelle condizioni in cui non siamo noi a decidere ma siano altri. La mia posizione del “piano B”, che ha alterato la conoscenza e l’interpretazione delle mie idee, è essere pronti a ogni evento». «Ma se si vuole che l’euro sopravviva - ha aggiunto Savona - ci vuole una stretta connessione tra architettura istituzionale dell’Ue e politiche di crescita».
IL CIGNO NERO
PAOLO SAVONA
Il 13 giugno scorso, durante la presentazione del suo libro «Come un incubo e come un sogno», Savona era tornato sul tema del piano B dicendo di rispettare il vincolo del 3% dei parametri di Maastricht, di non considerare alcun un piano B e di voler vestire i panni del tecnico e non del politico.
Oggi in commissione, pur ribadendo che non c’è la volontà del governo di uscire dall’Euro, il ministro ha detto che qualcuno vorrebbe che l’Italia uscisse dalla moneta unica. Lo ha fatto ricorrendo ad una metafora quella del «Cigno nero», termine con cui in finanza si definiscono eventi macroscopici che hanno avuto effetti rilevanti sulle economie. L’uscita dall’euro quindi, potrebbe capitare, colpendo l’economia italiana, «anche se consideriamo l’evento imprevedibile».
paolo savona
DA DRAGHI
Il ministro ha anche annunciato l’intenzione di vedere il presidente della Bce, Mario Draghi, «nei prossimi giorni». E proprio il rafforzamento dei poteri dell’Eurotower, ha sottolineato, è uno dei suoi principali obiettivi. In particolare, ha detto il ministro, la Banca centrale europea dovrebbe avere «pieni poteri sul cambio» e «pieno e autonomo esercizio di prestatore di ultima istanza», con uno statuto simile a quello di tutte le altre banche centrali. Quanto alle polemiche che hanno preceduto la sua nomina Savona si è limitato a dire: «Dal momento che sono stato delegittimato dai media ho cercato legittimazione democratica. È per questo che mi sono mosso in questo modo».
mario draghi carlo azeglio ciampi
«LO SPREAD? NON COINVOLGETEMI IN BANALITÀ»
Infine, il ministro si è tolto un sassolino dalla scarpa nei confronti di chi lo accusava di aver fatto salire lo spread durante i giorni del braccio di ferro con Mattarella: «Lo spread sarebbe salito a 250 punti perché in Italia hanno votato Lega e M5S? Alcuni hanno dato addirittura la colpa a me... Sarei felice di governare lo spread, lo farei in senso opposto ma non coinvolgetemi in queste banalità. Sono banalità irrilevanti, io non rappresento nessuno».
MARIO DRAGHI