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Papa Francesco – nel giorno del suo 86° compleanno – rivendica la bontà della decisione di non sottoporsi a un intervento chirurgico per ovviare alla gonalgia che lo affligge da diverso tempo: «Si governa con la testa e non con il ginocchio», dice. E se qualche volta qualcuno abusa della sua fiducia o anche solo delle sue parole, lui invita a leggere le sue parole nel contesto in cui sono state pronunciate, per non sbagliare interpretazione.
«A volte lo fanno con un'ermeneutica previa a ciò che ho detto, per portarmi dove vogliono che vada: “Il Papa ha detto questo”», spiega in un0’intervista alla testata spagnola ABC, le cui anticipazioni sono state distribuite oggi e che verrà pubblicata in integrale domani. Subito aggiunge: «Sì, ma l'ho detto in un determinato contesto. Se la si toglie dal contesto significa un'altra cosa».
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Non c'è mai stato un pontefice così disponibile alle interviste e alle conferenze stampa. «I tempi cambiano», replica lui. «Sto già camminando, la decisione di non farmi operare si è rivelata giusta», aggiunge Bergoglio. Se gli si dice «La trovo molto bene» lui replica: «Sì, ho già raggiunto l'età in cui si deve dire “Ma come stai bene!”». Ad ogni modo «si governa con la testa, non con il ginocchio».
Dal giorno dell’elezione
papa francesco roberto benigni 1
Sono passati quasi dieci anni da quando, nel marzo del 2013, Bergoglio è stato eletto Papa, cogliendo tutti di sorpresa. «Anche io lo fui - ricorda -. Avevo prenotato il biglietto per tornare a Buenos Aires in tempo per la domenica delle Palme. Ero molto calmo». Ha imparato, in questi dieci anni, a fare il Papa, domanda il giornalista di ABC? «Non so se ho imparato o meno... La storia ti coglie dove sei».
Qualcosa gli manca, dei tempi precedenti all'elezione: «Non poter camminare per strada, non poter uscire. A Buenos Aires ero molto libero. Usavo i mezzi pubblici, mi piaceva vedere come si muovevano le persone». Questo perché «il contatto con le persone mi ricarica, per questo non ho cancellato neanche un'udienza del mercoledì. Ma mi manca uscire per strada perché ora il contatto è funzionale. Vanno “a vedere il Papa”, quella funzione. Quando uscivo per strada, non sapevano nemmeno che fossi il cardinale».
papa francesco si commuove mentre prega per l ucraina in piazza di spagna 8 dicembre 2022 6
Veri amici e approfittatori
A Santa Marta il Papa vede in realtà ancora molte persone. «Alcuni – racconta però – sembra ne approfittino e facciano intendere di essere amici del Papa per i propri interessi». Ad esempio: «Sei o sette anni fa un candidato argentino venne a Messa. Hanno scattato una foto fuori dalla sacrestia e gli ho detto: “Per favore, non la usare politicamente”. “Può star tranquillo”, mi ha risposto. Una settimana dopo, Buenos Aires fu tappezzata di quella foto, ritoccata per far sembrare che si trattasse di un'udienza personale. Sì, a volte mi usano. Ma noi usiamo Dio molto di più, quindi sto zitto e vado avanti», osserva ancora Bergoglio.
«Un Natale di pace»
Domanda inevitabile, inevitabile la riposta soprattutto di questi tempi. Quale regalo chiederebbe per questo Natale? «La pace nel mondo. Quante guerre ci sono nel mondo! Quella in Ucraina ci tocca più da vicino, ma pensiamo anche al Myanmar, allo Yemen, alla Siria, dove si combatte da tredici anni», dice il Pontefice.
papa francesco gioca a biliardino
Gli auguri di Mattarella
Porprio riferendosi alla situazione internazionale nel suo messaggio al Pontefice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sottolinea tra l'altro come «acquistano particolare valore gli accorati appelli di Vostra Santità per mettere in guardia la Comunità internazionale sul rischio di una pericolosa deriva verso un conflitto generalizzato».
Mattarella rivolge al Papa «a nome degli italiani tutti e mio personale i più sinceri e cordiali auguri di benessere personale e di lunga e proficua prosecuzione del Suo alto magistero». «L'anno che si sta concludendo - osserva il Capo dello Stato - è drammaticamente segnato dall'aggressione della Federazione Russa all'Ucraina, con gravissime conseguenze per il popolo ucraino vittima di crimini efferati e per il mondo intero».
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Di fronte «al tentativo di sovvertire con la violenza le norme fondamentali dell'ordinamento internazionale, nonché alle molte crisi e alle tensioni in tante aree del mondo, le coscienze di milioni di persone - credenti e non credenti - si sono interrogate sui mezzi più idonei per porre fine alle ingiustizie e difendere i diritti violati», aggiunge Mattarella.
Che nel suo messaggio torna a riferirsi a Francesco: «Risuonano con forza nelle menti e nei cuori le parole con le quali, anche in occasione di viaggi apostolici e di visite in diverse città d'Italia, Ella ha invitato a non perdere la speranza nell'avvio di concreti percorsi di dialogo, riconciliazione e solidarietà quali presupposti ineludibili per un futuro di pace».
Con l'auspicio - prosegue il presidente - «che l'ormai prossima ricorrenza del Natale possa ispirare in tutti azioni conseguenti con il valore universale della fratellanza, La prego di accogliere, Santità, oltre al mio personale saluto, i più fervidi e affettuosi auguri per il Suo compleanno e per le imminenti festività».
cartoline del papa a piazza san pietro
Il messaggio della Cei
«Beatissimo Padre, nel giorno del Suo compleanno vogliamo farLe giungere l'abbraccio forte e sincero delle Chiese in Italia», dice il messaggio che la Presidenza della Cei ha inviato a papa Francesco. «Abbiamo ancora negli occhi le immagini del Suo viso solcato dalle lacrime, mentre si rivolge alla Vergine Maria, nella Solennità dell'Immacolata Concezione, durante il tradizionale Atto di Venerazione in piazza di Spagna - vi si legge -. Nella Sua voce, rotta dall'emozione, e nel Suo capo chino abbiamo percepito il dolore e l'angoscia per il dramma di una guerra che sta coprendo, con le sue tenebre, la martoriata Ucraina». «A pochi giorni dal Natale - prosegue il messaggio -, la gioia di fronte alla vita che nasce rischia di tramutarsi nel tormento per le tante, troppe morti. Padre Santo, piangiamo con Lei, certi che il Signore che viene consolerà il suo popolo e fascerà le sue ferite».
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