Filippo Ceccarelli per repubblica.it - Estratti
EMMA BONINO PAPA FRANCESCO
Quelle due carrozzine sotto il sole d’autunno sono già un’icona potente di questo pontificato, ma il sorriso di quei due amici fisicamente malmessi nascondono una fantastica speranza.
Ora la Chiesa, istituzione millenaria, ha in serbo insperate e ispirate risorse di audacia. Chi crede può attribuirle all’opera appunto dello Spirito che come il vento soffia dove meno te lo aspetti. Ma anche chi non crede può riconoscere il senso alto di gesti che costruiscono ponti fra mondi ancora lontanissimi.
papa francesco fuori casa di emma bonino 3
Del mondo laico, appunto, Emma Bonino è una delle figure più degne nella sua dirittura morale e nella sua coerenza civile. Così quando ieri Papa Bergoglio — anche in questo sempre più simile a Giovanni XXIII — è andato a trovarla a casa sua, si è trovato pur sempre davanti la donna che tanti anni fa comparve sulla copertina di un rotocalco, Abc, mentre su un tavolaccio praticava un aborto, cruda immagine che allora aveva anche lo scopo di promozionare il metodo Karman contro la strage delle “mammane”.
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Forse Francesco non lo sapeva, così come forse non sapeva che Bonino ogni tanto tirava dei moccoli da fare invidia a quelli di Pietro Nenni, cui capitò anche in Vaticano inciampando su un tappeto. In tempi più recenti — c’è un video su Youtube — durante un acceso scontro con Capezzone Bonino si lasciò scappare un bestemmione da far crocchiare i vetri di Torre Argentina.
Eppure i gesti di fede sono semplici, non tengono conto delle abitudini personali e molto lascia pensare che Francesco, come a suo tempo Papa Roncalli, non solo sappia ben distinguere l’errore dall’errante, ma consideri Bonino, intransigente fautrice dell’eutanasia, molto più vicina a Dio di tanti baciapile e collitorti.
eugenio scalfari papa francesco
(...) Nella primavera del 2016, quando Francesco andò tra i profughi sull’isola di Lesbo, a poche settimane dalla morte Pannella volle scrivergli una lettera che terminava, in stampatello: “ti voglio bene”. Il giorno del suo ultimo compleanno Papa gli rispose con un suo libro, una madonnina e l’accompagnamento di don Vincenzo Paglia. Nessuno parlò di conversione, a riprova che in certi casi non ce n’è bisogno.
Anche Giorgio Napolitano, che come comunista italiano e togliattiano non fu mai anticlericale, avvertì il contatto umano di Papa Bergoglio ben al di là del ruolo istituzionale esercitato al Quirinale, ciò che probabilmente con un gesto del tutto inedito portò il pontefice a dargli l’ultimo saluto nella camera ardente.
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Infine Eugenio Scalfari, che certo non era né comunista tantomeno un sospetto diavolo, ma che per un bel pezzo di Chiesa e di Vaticano rappresentava l’avversario culturale che, da Voltaire in avanti, da pari a pari aveva fronteggiato le certezze di quel potere temporale che tanto aveva condizionato la storia d’Italia.
Molto se n’è scritto, ma anche in questo caso prevalse la grazia semplice e inaspettata di un incontro che non solo in redazione più che meraviglia suscitò incredulità. Nella raccolta 100 volte Scalfari di Simone Viola si legge la testimonianza della segreteria di Repubblica, che ricevette la prima telefonata: «Sì, era il Papa, ci vediamo venerdì» le rispose il direttore con nonchalance, come fosse normale. «Direttore, non è mica una cosa normale». E Scalfari sorrise. D’altra parte nel medesimo testo si legge che anche don Paglia dovette rassicurare il direttore che non si trattava di uno scherzo: «Da lì iniziò una stagione molto proficua di incontri».
Tra uomini, donne, Papi e laici le cose che contano, dopo tutto, sono le stesse.
giorgio napolitano e papa francesco PAPA FRANCESCO ALL UNIVERSITA GREGORIANA papa francesco giorgio napolitano 3 papa francesco giorgio napolitano 2 papa francesco fuori casa di emma bonino 4