Domenico Agasso per “la Stampa”
BERGOGLIO CON SCIARPA GAY
La Chiesa è «madre», perciò non può rifiutare i cattolici Lgbtq, che sono «figli di Dio». Anzi, per papa Francesco «una Chiesa "selettiva", di "sangue puro", sarebbe una setta». Il Pontefice lo afferma in una mini-intervista di tre interrogativi realizzata dal padre gesuita James Martin - noto non solo negli Stati Uniti per il suo attivismo a favore dell'apertura ecclesiastica alle persone Lgbtq - pubblicata sul sito Outreach creato dallo stesso prelato. Il 5 maggio «ho chiesto a papa Francesco se fosse disposto a rispondere ad alcune delle domande più comuni che mi vengono poste dai cattolici Lgbtq e dalle loro famiglie», racconta Martin sul portale.
PAPA FRANCESCO BERGOGLIO SULLA COPERTINA DI THE ADVOCATE MENSILE DELLA COMUNITA GAY
Tre giorni dopo «ho ricevuto una nota scritta a mano con le sue risposte» in spagnolo. Jorge Mario Bergoglio garantisce che «Dio è Padre e non rinnega nessuno dei suoi figli. E "lo stile" di Dio è "vicinanza, misericordia e tenerezza"». E ai cattolici omosessuali rifiutati in qualche modo dalle Sacre Stanze, il Vescovo di Roma dice che quell'abbandono «vorrei che lo riconoscessero non come "il rifiuto della Chiesa", ma piuttosto di "persone nella Chiesa". La Chiesa è una madre e chiama insieme tutti i suoi figli».
E poi Francesco sentenzia: «Una Chiesa "selettiva", di "sangue puro", non è la Santa Madre Chiesa, ma piuttosto una setta». In altre parole, per il Pontefice argentino nessuno può permettersi di sostenere che gli omosessuali non siano «figli di Dio e della Chiesa». Si tratta dunque di una nuova apertura di Papa Bergoglio nei confronti dei gay. Già nel luglio dello scorso anno il Papa aveva inviato a padre Martin una lettera autografa in spagnolo, in cui si leggeva che il Signore «si avvicina con amore ad ognuno dei suoi figli, a tutti e ad ognuno di loro. Il suo cuore è aperto a tutti e a ciascuno. Lui è Padre».
padre gesuita James Martin
Bergoglio manifestò la sua approvazione all'impegno di Martin per la causa omosessuale: «Pensando al tuo lavoro pastorale» con le persone Lgbtq, «vedo che cerchi continuamente di imitare questo stile di Dio. Tu sei un sacerdote per tutti e tutte, come Dio è Padre di tutti e tutte. Prego per te affinché tu possa continuare in questo modo, essendo vicino, compassionevole e con molta tenerezza». E il Papa assicurò di pregare anche «per i tuoi fedeli, i tuoi "parrocchiani", tutti coloro che il Signore ha posto accanto a te perché tu ti prenda cura di loro, li protegga e li faccia crescere nell'amore di nostro Signore Gesù Cristo».