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    FATTO UN PAPALEO, NON SE NE FA UN ALTRO - I RACCONTI DI NOTTE A RADIO 2: ''SONO PERENNEMENTE ALLA RICERCA DI UN AMORE MA NON LO TROVO. OGNI VOLTA CHE MI ADDENTRO VERAMENTE NEI MIEI MEANDRI, SCOPRO DELLE CATTIVERIE CHE MI URTANO, QUINDI PREFERISCO MANTENERE QUESTO MODO DI ESSERE LA BRAVA PERSONA CHE CREDO DI ESSERE - QUANDO SONO IN ALBERGO CHIEDO DI NON RIFARE LA STANZA TUTTI I GIORNI PERCHÉ…''


     
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    Da I Lunatici del

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    Rocco Papaleo è intervenuto nel corso della trasmissione I Lunatici del week end in onda su Rai Radio 2 ogni sabato e domenica dall’1 alle 5, condotta da Andrea Santonastaso e Roberta Paris.

     

     Sul ruolo del Gatto in Pinocchio di Garrone:

    melissa g.marchetto rocco papaleo melissa g.marchetto rocco papaleo

    Faccio il Gatto nel Pinocchio di Garrone. Interpretare questo ruolo è difficile e piacevole, perché richiede il massimo rispetto per quello che è stato, per chi l’ha interpretato prima di me e per l’icona che rappresenta, il Gatto e la Volpe sono andati ben oltre la letteratura e le interpretazioni, è diventato un vero e proprio modo di dire. Quindi stiamo parlando di qualcosa di eccezionale. Passato il rispetto e il riguardo per quello che si fa, si agisce anche con una leggerezza dovuta al lavoro che facciamo, quindi io rispetto quello che faccio ma cerco anche di spassarmela un po’.

     

    Su sé stesso:

    Sono perennemente alla ricerca di un amore, solo che non lo trovo.

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    Cerco di non prendermi sul serio. Rispetto l’indole che immagino di avere, perché poi non è che mi conosco proprio bene bene. Non ho mai fatto un approfondimento psicanalitico su me stesso , a costo di essere tacciato di superficialità non ho mai scavato fino in fondo, anche perché ho un po’ paura. Ogni volta che mi addentro veramente nei miei meandri, scopro delle cattiverie che mi urtano quindi preferisco mantenere questo modo di essere la brava persona che credo di essere.

    elisabetta canalis belen rocco papaleo elisabetta canalis belen rocco papaleo

     

    Mi ricordo, quando ero più giovane, che quando organizzavamo le festicciole io ero il mastro e mi arrabbiavo tantissimo quando spiegavo i giochi e vedevo distrazione, perché volevo che tutto riuscisse bene. Questa cosa continua ad accompagnarmi, questa specie di seriosità nel gioco che faccio.

     

    Sulle sue origini da musicista:

    Ho iniziato suonando da autodidatta la chitarra da ragazzino, questo era il mio approccio con l’espressione. È naturale, la musica è sempre stato il mio filo conduttore.

    rocco papaleo rocco papaleo

    Quando un mio collega non ha il mio approccio non mi arrabbio, in ogni caso cerco di fare a monte una scelta che comprenda il talento e l’umanità. Nelle mie cose ho sempre fatto questo tipo di scelta, mi sono sempre messo con attori e artisti che potessero essere in linea con il mio modo di vedere.

     

     Fa la differenza nella scelta l’umanità dell’artista a cui mi rivolgo. Infatti li conoscevo tutti prima o cerco di conoscerli negli incontri in cui li scelgo. Non sono dei provini freddi, ma più degli incontri per cercare con i miei strumenti di analisi di provare a capire chi ho di fronte. Nei primi film ho cercato persone che conoscevo, poi nell’ultimo film dovevo trovare un’attrice sudamericana allora ne ho incontrate un po’ ma sempre con questo approccio umano.

     

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    Sulla notte:

    Una notte insonne indimenticabile no. Me ne ricordo una durante il film del mio grande amico Alessandro Gassman, Il Premio, eravamo in Trentino e una notte, senza motivo, non mi addormentavo e ho passato la notte sveglio. Però quella notte lì ho letto tutto il tempo, prima un po’ su internet, poi qualche racconto che non ricordo. Ho passato una bella notte insonne che non mi ha innervosito, l’ho presa come un regalo che mi è stato fatto per concedermi del tempo per fare qualcosa che altrimenti non avrei fatto. Il giorno dopo, appena finite le riprese, sono crollato.

     

    Sugli alberghi:

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    Mantenere i rapporti pregressi e averne continuamente è importante, non tanto come scelta etica. È una cosa che fa parte del mio modo di essere quello di vivere in mezzo alla gente, prendere la metro. Io capisco tutti, anche chi ha le pretese, ma io non ne ho bisogno e se non ne hai bisogno è più facile non avere pretese assurde. Ovviamente si sa che quella del cinema è una condizione di privilegio, sono stato in super alberghi però mi piacciono più gli alberghi “familiari”. Ultimamente, quando sto in un albergo per più di una settimana, non me la faccio rifare tutti i giorni così diventa più una sorta di casa

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