Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
GIANLUIGI PARAGONE E ALESSANDRO DI BATTISTA
Costringere Luigi Di Maio a riaccoglierlo a braccia aperte, con tanto di scuse e «bentornato a casa». Ecco la mission che Gianluigi Paragone si è dato, da quando il collegio dei giudici del Movimento ha formalizzato la cacciata del «rompicoglioni», come il senatore ribelle si definisce. «Io da qui non mi muovo, resto incollato al mio scranno di Palazzo Madama, dovranno buttarmi fuori con la forza», è il ritornello con cui l' ex direttore della Padania ed ex conduttore televisivo respinge il benservito e prepara le carte bollate.
IL DITO MEDIO DI GIAN LUIGI PARAGONE
Al mattino registra un video in cui gesticola, batte i pugni nell' aria e rimarca come una furia le parole: «Cari falsi probiviri, cari uomini del nulla, voi avete paura di me perché io ho quel coraggio che voi non avete più. Contro la meschinità del vostro arbitrio mi appellerò». Farà ricorso e poi, se gli gira, si rivolgerà alla giustizia ordinaria: «Avete paura? Allora andatevene fuori voi, perché io vi verrò a cercare nelle aule di giustizia...Sarete condannati a dirmi "scusa, rientra"».
di maio e paragone
Si racconta come un rivoluzionario, come colui che si batte per aprire gli occhi ai compagni di un tempo, i «cosiddetti capetti, burocrati, uomini grigi» che avrebbero tradito i valori delle origini e il programma del 2018. «Io non sono il distruttore del Movimento - risponde al Corriere - Anzi, vorrei fosse ancora l' ariete contro il sistema. Contesto solo l' eccessiva timidezza». Senatore, il suo rapporto con i 5 Stelle è finito? «Non è finito, no - si arrocca Paragone - Il Nulla non è il Movimento, sono i probiviri e chi li sta telecomandando».
gianluigi paragone
Di Maio è il Nulla, con la maiuscola? «Ma certo. Vi sembra normale che io non sia mai stato sentito? La mia memoria difensiva è stata liquidata in due frasi. Ma io farò appello.
Non posso essere giudicato da Fabiana Dadone, perché essendo ministro è incompatibile e in conflitto di interessi».
Se in Parlamento lo danno in avvicinamento a Salvini, lui giura che il trasloco nella Lega «è una cretinata» e insiste: «Rivendico orgogliosamente i miei no, alla Tav, ai Benetton, a Bruxelles e all' Euro. Salvini invece candida Mario Draghi a presidente della Repubblica e dice che l' euro è irreversibile».
GIANLUIGI PARAGONE
Sulla sua pagina Facebook, che vanta 400 mila seguaci, piovono «grazie per la coerenza» e sul web rimbalzano le parole di sostegno di Alessandro Di Battista, che lo ha riempito d' orgoglio: «Io e Ale siamo amici, lui rappresenta quelle idee di azione e intransigenza che mi hanno portato a conoscere il Movimento». E adesso, cosa farà? Andrà nel gruppo Misto? «Io chiedo solo di poter essere coerente con la campagna elettorale che ho fatto».