1 - «MIA SORELLA MICHELA MI HA INSEGNATO A NUOTARE NEL MARE E NELLA VITA»
Estratto dell’articolo di Elvira Serra per il “Corriere della Sera”
MICHELA E CRISTIANO MURGIA
Cristiano Murgia ha 50 anni, tredici mesi in meno di sua sorella Michela. […] Ce ne parla da San Giovanni di Sinis, nell’Oristanese, dove è già tornato e dove gestisce il ristorante di famiglia. […]
Cosa le resta dell’ultimo saluto pubblico a sua sorella?
«È stato una festa. Del resto era da lei, aggiungere ricchezza. […] E poi la macchia mediterranea in chiesa e i carciofi, che per la mia famiglia hanno un significato particolare».
Quale?
«Nostra madre, donna fortissima, faceva sempre la battuta: “Quando capiterà a me, non spendete soldi in grandi cose, mi mettete dentro una cassettina di carciofi e io sono a posto”. Così quando ho visto quei carciofi mi è venuto un po’ da ridere».
COSTANZA MARONGIU MICHELA MURGIA
Il suo primo ricordo con Michela?
«Quando da Cabras ci siamo trasferiti qui, dove nostra madre aveva aperto un negozio di artigianato: io avevo 9 anni e Michela 10. San Giovanni era una borgata marina che viveva solo d’estate, d’inverno ci abitavano giusto quattro famiglie: una era la nostra. C’era un pullmino che ci portava a scuola e lei già allora era la leader del gruppo, ma lei è proprio nata leader».
Faccia un esempio.
«Organizzava escursioni alla scoperta di un mondo diverso dal paese dove eravamo cresciuti. Giocavamo agli esploratori. Andavamo in giro per Tharros, il sito archeologico che ai tempi era a libero accesso. Ci eravamo fatti una cultura sui libri che vendeva nostra madre in negozio e ci piaceva andare lì e immaginare com’era la città di allora».
CRISTIANO MURGIA
[…] Una cosa che ha imparato grazie a sua sorella?
«Mi ha insegnato lei a nuotare, non solo nel mare di San Giovanni, ma nel mare della vita. Mi ha tenuto per mano per tante cose, era il mio punto di riferimento. Dove andava lei andavo io, mi portava sempre appresso».
Aveva compreso di avere una sorella speciale?
«Io onestamente ancora adesso, e più che mai dopo queste settimane, mi chiedo se sono riuscito a capire chi fosse, perché per me era soprattutto la mia compagna di giochi. Era peggio di mia madre: quando avevo le fidanzatine non andavano mai bene.
MICHELA MURGIA
Ecco, nemmeno quando vinse il Campiello realizzai che aveva fatto qualcosa di eccezionale: per me era normale che lo vincesse, era il frutto del suo lavoro».
La vedeva scrivere?
«Sì, certo. Io mi alzavo presto per andare a lavorare, alle 5, e lei era ancora sveglia e la trovavo a scrivere i suoi libri. Cominciava la sera dopo cena e non smetteva fino alle 6 del mattino, quando poi andava a dormire. Diceva che di notte le riusciva meglio».
[…] Quando l’ha sentita l’ultima volta?
«Giovedì mattina, il giorno della morte, ha chiamato lei alle 11.14. È stata l’ultima telefonata che ha fatto, mi ha detto Roberto Saviano. Era sofferente perché i dolori erano veramente fortissimi e non riusciva più a controllarli, ma l’ho trovata consapevole, aveva la voce stanca ma serena, e questa cosa è stata molto importante quando poi sono andato da mia madre. Ci ha dato forza, ancora una volta lei a noi, pure in un momento in cui era così debole».
MICHELA MURGIA
È vero che le ha assegnato il compito di disperdere le ceneri in Corea del Sud?
«So che è Lorenzo (Terenzi, il marito, ndr ) ad avere in mano le volontà di Michela. Se così sarà, sarò orgoglioso e felice di farlo».
È stato difficile separarsi da lei nel 1990, quando vostra madre vi portò da zia Annetta dopo l’ennesima lite con vostro padre?
«Dire che mio padre fosse difficile non rende l’idea: ha messo davvero alla prova la nostra capacità di stare insieme e di essere forti. Vivere con lui è stato un vero incubo. Quando Michela ha deciso di restare da zia, io ho scelto di tornare indietro per non lasciare mia madre da sola con quella persona. Ma ero contento che Michela ne stesse lontana».
michela murgia 1
Un regalo speciale?
«Una volta mi ha mandato a casa con un pony un biglietto aereo per andare a Londra a vedere i Dire Straits alla Royal Albert Hall, con un badge per la vip experience […]». […]
2 - CRISTIANO MURGIA "MI HA DETTO ADDIO IN SARDO ERA STANCA E INSIEME FORTISSIMA"
Estratto dell’articolo di Flavia Amabile per “la Stampa”
Cristiano Murgia ha compiuto 50 anni a luglio. […]
[…] Adesso che cosa accadrà? Secondo le volontà di Michela Murgia sarà lei a spargere le sue ceneri in Corea del Sud e a disperderle nel mare davanti alla spiaggia di Busan.
«Sono sicuro che il pensiero di Michela non andrà perso ma di questo si occupa il marito. Anche sulle ceneri non so nulla. Michela ha affidato a Lorenzo l'incarico di eseguire la sua volontà, sarà lui a dirmi quello che Michela desiderava».
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Quando è stata l'ultima volta che l'ha sentita?
«Alle undici e un quarto del giorno prima di morire. Come in tutte le telefonate importanti, abbiamo parlato in sardo. Mi ha detto che era stanca e che ormai sentiva che stava arrivando il momento e voleva salutarmi. Era stanca ma era fortissima.
Nonostante il momentaccio che stava attraversando è stata lei a consolare me, a dirmi di non rattristarmi. La voce era affaticata ma tranquilla, sembrava che stesse raccontando una favola. So che fisicamente aveva dei dolori molto forti ma mi ha ripetuto che era serena e che aveva fatto tutto quello che aveva deciso di fare. Conosco dalla nascita mia sorella ma, a volte, mi chiedo se la conoscevo davvero».
[…] Con il tempo le cose si sono complicate. Come siete riusciti a mantenere saldo il vostro rapporto?
MICHELA MURGIA
«Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto anche se, da un certo momento in poi, i tempi erano diversi. Il ristorante richiedeva molte ore di lavoro, lei era nell'Azione Cattolica. Andavo a trovarla da mia zia non appena potevo. Per fortuna sono arrivati i telefonini, la patente e le cose sono tornate come prima. Lei mi chiamava per i raduni diocesani o per fare da accompagnatore a un ballo in cui erano dispari. […]».
Spesso veniva anche a mangiare nel suo ristorante. Che cosa le preparava?
«Le piacevano gli spaghetti alle arselle, le cozze alla catalana, la carne, i nostri dolci di pasta di mandorle, le seadas. Poi ha avuto una parentesi vegana. Arrivava con il tofu e mi diceva che faceva benissimo. E io le rispondevo: quanto pensi che duri qui? Infatti le è bastato sentire il profumo del porceddu grigliato, il momento vegano è scomparso».
[…]