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    "SONO DIVENTATA MAMMA A 63 ANNI, MA NON SONO UN FENOMENO DA BARACCONE" - PARLA FLAVIA ALVARO, LA 63ENNE VIAREGGINA CHE HA DATO ALLA LUCE A UN BAMBINO CONCEPITO CON LA FECONDAZIONE IN VITRO, FATTA IN UNA CLINICA DI KIEV (IN UCRAINA NON C’È LIMITE DI ETÀ PER TALI RICHIESTE): "SO CHE CI SONO ALTRI MODI PER RIMANERE INCINTA, MA VISTO CHE NON È SUCCESSO IN UN ALTRO MODO VA BENE COSÌ. HO PAGATO 5MILA EURO..."


     
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    Estratto dell'articolo di Flavia Amabile per www.lastampa.it

     

    flavia alvaro flavia alvaro

    […] A quasi 64 anni, il 3 giugno ha partorito Sebastian, un bimbo di un chilo e mezzo scarso di peso e 31 settimane e 4 giorni di gestazione ma perfettamente in salute. Flavia Alvaro è diventata la mamma più anziana d’Italia, e ora che si trova di nuovo nelle stanze del suo appartamento a Viareggio è pronta a riprendere in mano la sua vita in attesa che torni a casa anche suo figlio.

     

    Quando tornerà?

    «Non lo so ancora, ne parleremo con i medici. Vado a vederlo in ospedale. Ora pesa due chili e 100, i medici dicono che sta andando tutto benissimo. Io sono mamma e non dovrei dirlo ma è bellissimo ed è diventato il cocco delle infermiere».

     

    […] Chi la critica le risponderebbe che di qualunque colore saranno gli occhi di Sebastian non dipenderà dai suoi geni. Questo figlio non è suo ma della coppia che le ha dato l’embrione, dicono.

    «Dicano quello che vogliono. Il figlio è mio e gli altri potrebbero anche smetterla di parlare».

     

    Fecondazione in vitro Fecondazione in vitro

    È difficile non parlarne. Lei ha stabilito un record, nessuna donna aveva partorito a quasi 64 anni. E’ naturale che ci sia tanto interesse…

    «Anche troppo interesse. Adesso si potrebbe finirla di pensare a questo parto. Il bambino sta bene, non c’è nulla di cui parlare».

     

    […] Lei lavora in biblioteca, non ha un compagno e ha una madre di cui occuparsi. Chi la critica sostiene che non sarà semplice.

    «Non è semplice per nessuno. Per ora sono in maternità, probabilmente mi metterò in aspettativa. Ci sarà tanto da fare ma quello che conta è che tutto sia andato bene. Per il resto vivo alla giornata e quello che ho fatto riguarda me, gli altri non devono entrarci».

     

    Per riuscire a rimanere incinta è andata a Kiev proprio quando è scoppiata la guerra. Ha mai avuto paura di non farcela?

    feconfdazione in vitro feconfdazione in vitro

    «Certo che ho avuto paura ma non lì a Kiev. In tanti hanno parlato di bombe, io di bombe non ne ho viste. Lì a Kiev era tutto normale. Ho avuto più paura quando mi sono svegliata dal parto. Il bambino ha avuto la sepsi, io ero un po’ disorientata perché è avvenuto tutto in modo improvviso. Ero andata in ospedale il pomeriggio precedente perché avevo la pressione alta, a mezzanotte ero sul lettino della sala operatoria e il mattino dopo al risveglio mi hanno detto che Sebastian era nato. Quello è stato un momento difficile, ho fatto fatica a capire che cosa stava accadendo, poi mi sono ripresa».

     

    Quando ha iniziato a desiderare di avere un bambino?

    «Dopo i 50 anni, prima non ci pensavo. Mi sono informata, ho visto che era possibile e l’ho fatto».

     

    Era possibile, in che modo?

    «Mi hanno impiantato un seme, è una cosa che si fa senza problemi».

     

    Quanto ha pagato?

    «Cinquemila euro, una somma accessibile».

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    […] Per i cattolici il suo è un atto di puro egoismo.

    «Glielo ripeto, dicano quello che vogliono. Io so solo che sono stata molto fortunata che tutto sia andato bene dopo soltanto il secondo tentativo e ringrazio per questo. A chi mi critica o a chi continua a parlarne dico che sono stufa: non sono un fenomeno da baraccone. So che ci sono altri modi per rimanere incinta, ma visto che non è successo in un altro modo va bene così».

    […]

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