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    COGLI VATTIMO - PARLA IN TRIBUNALE L'EX ASSISTENTE DEL FILOSOFO, SIMONE CAMINADA, A PROCESSO PER CIRCONVENZIONE D’INCAPACE: “ALTRO CHE VOLERE IL SUO PATRIMONIO, NON VOLEVO CHE MORISSE. HO SEMPRE AGITO PER IL BENE DI GIANNI, SONO STATI ALTRI A PRENDERGLI TUTTO, GENTE CHE SI È PORTATA VIA 6-700 MILA EURO IN 53 MESI” - L’UDIENZA È DURATA CINQUE ORE, PIÙ PER L’ELOQUIO DELL’IMPUTATO CHE PER TEMPI TECNICI…


     
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    Massimiliano Nerozzi per www.corriere.it

     

    simone caminada e gianni vattimo 1 simone caminada e gianni vattimo 1

    Per nulla fiaccato da quasi cinque ore di esame in aula, Simone Caminada, completo impeccabile come sempre, gemelli ai polsini della camicia e cappello di paglia bianco, si stira nel cortile del palazzo di giustizia, girandosi verso i cronisti: «Ho voglia di dire la verità, di fronte a tutte le falsità che stanno venendo fuori in questo processo».

     

    E la sua verità, da accusato di aver approfittato delle condizioni di fragilità di Gianni Vattimo, l’aveva detta poco prima: «Altro che volere il suo patrimonio, non volevo che morisse», si era sfogato. E ancora: «Io ho sempre agito per il bene di Gianni, sono stati altri a prendergli tutto, ma noi siamo ancora qua, nonostante tutto quello che è successo».

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    Da assistente, con compiti «un po’ da segretario», ora come prima al fianco del filosofo ed ex europarlamentare, che era comparso in aula a metà mattina, accompagnato su una sedia a rotelle. È stata un’udienza estenuante, quasi più per l’eloquoio dell’imputato che per i tempi, tanto che, più volte, il giudice Federica Gallone l’ha ripreso: «Parli senza fare giri di parole o divagazioni». Seguiranno altri richiami, a volume alto, anche alla mamma dell’imputato, tra il pubblico: avrebbe perso la pazienza pure un monaco tibetano.

     

    vattimo simone caminada vattimo simone caminada

    La tesi accusatoria emerge chiara dalla lettura (e dall’interpretazione che la Procura ne dà) di alcune intercettazioni, tra Caminada e la madre, citate dal pubblico ministero Giulia Rizzo: «Arrivo a 45 anni con 4-5 mila euro al mese», diceva l’uomo, facendo riferimento all’eventualità di un’unione civile con il filosofo.

     

    gianni vattimo simone caminada gianni vattimo simone caminada

    «Solo una boutade», s’è difeso, per poi correggersi: «Era lo sdegno nervoso di quei giorni che mi portò a dire cattiverie». Dopodiché, la madre, sempre nella telefonata, pareva essere stata esplicita, parlando dell’eventuale eredità di «un quarto della casa», alla quale era preferibile prendere i soldi: «Meglio i contanti».

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    Per Caminada, accusato di circonvenzione di incapace, furono invece altri ad approfittarsi del professore emerito: gente che si sarebbe portata via «6-700 mila euro in 53 mesi». Il tutto in un racconto zeppo di incisi e aneddoti tra smorfie e gesti, in un mix surreale: «Sembra di essere a teatro», esclama a un certo punto il pm Dionigi Tibone. Finale in linea, con il difensore, l’avvocato Corrada Giammarinaro, rivolta al giudice: «Qui stanno venendo fuori fatti inquietanti».

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