Marisa Poli per la Gazzetta dello Sport
marco giazzi
Una domenica mattina, prima di pranzo, nella palestra delle scuole del paese. In campo la squadra di casa, l' Amico Basket Carpenedolo, contro la Quistello 1996, under 13 del girone Bronze Bs3 di classificazione. Sui gradoni ci sono una trentina di genitori, più o meno divisi a metà nel tifo. L' Amico Basket Carpenedolo non sta vivendo un momento brillantissimo, è reduce da 6 sconfitte su 7 partite del girone di qualificazione. Ma che importa. In panchina c' è Marco Giazzi, ha 25 anni, è di Castiglione delle Stiviere (Mn), a un passo da qui (Carpenedolo è in provincia di Brescia). Dopo la laurea triennale in Scienze motorie insegna nelle scuole primarie e sta concludendo la magistrale.
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Da tre anni allena i ragazzini di Carpenedolo, un' attività che alterna a quella di giocatore (livello amatoriale), arbitro (in serie C), formatore di arbitri. Tra quelli che ha cresciuto c' è anche il ragazzino (13 anni, uno o due più dei giocatori) che dirige la sfida.
«Noi siamo una squadra abbastanza scarsa - dice Marco, che si è preso un giorno di riposo prima di tornare in palestra, domani, per un recupero di campionato con i suoi ragazzi -. Il nostro è un basket tranquillo, per stare insieme. E la partita di domenica era di scarsi contro scarsi, in palio nulla di importante».
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L' attacco La situazione si è ingarbugliata quando un giocatore di casa ha commesso un fallo, non fischiato. «Hanno cominciato a urlare, hanno continuato con parolacce all' arbitro, un ragazzino alla quinta partita con il fischietto - racconta Marco Giazzi -.Ho chiamato un time out e ho provato a calmare i genitori.
Ho detto: vi state rendendo conto di cosa sta succedendo?
Noi stiamo giocando a basket tutti insieme, ci lasciate fare ciò che ci piace in pace? Potete smettere di protestare e insultarci? Sono arrivati altri insulti. Eravamo in vantaggio, ma al terzo quarto ho deciso di ritirare la squadra, di chiedere la sconfitta a tavolino per 20 a zero. Quando ho chiesto ai ragazzi se si stavano divertendo, in un clima sempre più nervoso, con sempre più falli e proteste, mi hanno detto di no.
Negli spogliatoi ho spiegato il motivo della decisione e loro hanno capito perché hanno fiducia in me. E perché a quell' età vincere o perdere è l' ultimo dei problemi».
marco giazzi e simone pianigiani
Il tecnico ha spiegato ai ragazzi: «Dare una lezione agli adulti è più importante che una vittoria sul campo. E lunedì, al ritorno in palestra, qualcuno si è commosso, qualcuno ha voluto approfondire, qualcuno ha preso il pallone e si è messo a giocare».
L' omologazione della gara per ora è stata sospesa, è stata attivata la Procura Federale che sentirà allenatore e arbitro.
Di certo non ci sono squalifiche in arrivo. Gianni Petrucci ha detto «che prima delle regole scritte ci sono quelle etiche e quindi quelle di civiltà e buonsenso». Possibile che la partita sia rigiocata.
LA TESTIMONIANZA «Voglio precisare che i genitori del Quistello presenti saranno stati una quindicina, ma per fortuna i cafoni sono stati giusto 4 o 5 - è la testimonianza di una mamma presente in tribuna -. Il resto del gruppo era molto tranquillo. Hanno usato toni e parole decisamente lontani da quelli che sono abituata a sentire alle partite, mio figlio gioca con questa squadra ormai da 4 anni. Io ho cercato di calmarli, chiedendo un po' di comprensione: una partita si vince e una si perde, capita. Ma hanno alzato i toni, urlando che le partite vanno vinte con correttezza. Visto che siamo ben lontani dall' Nba direi fa già ridere così, un po' di pazienza con l' arbitro sarebbe stata gradita.
VALERIO BIANCHINI
Non sono un' esperta, ma a me non sembra che avesse commesso grossi errori».
LA TENSIONE Il presidente dell' Amico Basket, Ilario Morabito, è intervenuto lunedì su Facebook, proponendo un corso per genitori: «Non voglio insegnare come comportarsi, ma reputo che ci sia il rispetto alla base di tutto; suggerirò di creare una scuola per spiegare come seguire le partite». E poi difende la scelta di Giazzi: «Doverosa contro chi, in modo arrogante, distrugge il vero gioco del basket. Il genitore deve stare seduto divertirsi e apprezzare il gioco».
VALERIO BIANCHINI POST
L' allenatore dell' altra squadra, Nicolò Malagutti non si è opposto al ritiro, la Pallacanestro Quistello 1996, chiamata in causa, non ha preso le distanze dai genitori e ha commentato sul sito ufficiale quanto accaduto: «Le informazioni riportate non sono corrette e le valutazioni espresse da una singola persona hanno messo in cattiva luce la nostra società e chi ne fa parte». Giazzi precisa: «La mia non era un' accusa alla società, anzi: sono solidale perché devono gestire un problema vero. L' ho fatto solo per tutelare i miei ragazzi; e anche per lanciare un messaggio: questo è un comportamento un po' troppo diffuso e molto spesso taciuto. Io ho deciso di sbattere la porta. Non mi sento né allenatore, né arbitro, ma prima di tutto un educatore. Non avrei mai pensato che potesse colpire così tanto, invece dei soliti 20 like è finito su tutti i giornali».
GIANNI PETRUCCI
Oltre al supporto sui social, ieri il tecnico del Carpenedolo ha ricevuto la solidarietà del presidente federale Gianni Petrucci, di quello lombardo Bellondi, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport Giorgetti, che ha voluto informarsi della vicenda e ha invitato a Palazzo Chigi il tecnico e il giovane arbitro. «Petrucci si è messo in prima linea - conferma Giazzi -, Bellondi mi ha detto che sostiene la nostra causa. E poi ho sentito anche il piccolo arbitro, mi ha detto che non mollerà».
malagò giorgetti