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Anais Ginori per “la Repubblica”
«Ho accettato l’inaccettabile», dice ora Anne Pingeot a proposito della sua lunga relazione clandestina con François Mitterrand. Parla per la prima volta la donna del mistero, rimasta nell’ombra per quarant’anni.
«Non so perché parlare adesso, non so se faccio bene» confessa ancora Pingeot in una intervista radiofonica trasmessa a puntate da France Culture per tutta la settimana, in occasione della pubblicazione della corrispondenza privata con il leader socialista. Un nuovo feuilleton che la Francia scopre con molta curiosità. «Mia madre è l’eroina di un film che nessuno vedrà mai», aveva detto Mazarine Pingeot.
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E invece cominciano a scorrere immagini, risuona una voce. Perché rompere adesso il silenzio? «Forse perché cerco di fare ordine nella mia vita», spiega l’ex conservatrice del museo d’Orsay, 73 anni, ricordando la sua famiglia patriarcale in cui «le donne dovevano essere sempre sottomesse, a tavola non si doveva mai parlare durante pranzi borghesi interminabili ».
È grazie al padre, industriale di Clermont- Ferrand e amante del golf, che incontra per la prima volta Mitterrand nel 1957. Alla fine di una partita sotto la pioggia il futuro presidente viene invitato a casa Pingeot. Lei ha solo 14 anni, lui 23 di più. «Rivedo ancora la scena. Ne ho conservato un’impressione indelebile. In fondo – prosegue – senza il golf questa storia non sarebbe mai esistita».
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Qualche anno dopo si trasferisce a Parigi per studiare. Il “predatore”, così lo chiama, tende l’agguato alla ragazzina che passa le serate a giocare a bridge. Impossibile resistergli. «Era come Merlino l’incantatore con il suo flauto magico».
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Pingeot non sa di essere condannata a vivere nell’ombra. «È difficile capire adesso, la nozione del tempo è diversa, anche delle comunicazioni» continua Pingeot per spiegare un segreto custodito così a lungo, comportamento forse incomprensibile oggi, in un’epoca in cui gli amori sono esibiti e un presidente si fa beccare in motorino mentre va dall’amante a pochi passi dall’Eliseo. Altra classe.
«Era d’accordo per avere un figlio. Una follia, forse, ma aveva fatto una sorta di scommessa incredibile» ricorda Pingeot a proposito della nascita di Mazarine, nel 1974. «A quell’età non riflettevo, l’avrei seguito ovunque. Cos’è l’amore se non la sensazione di non sentirsi più soli? Per noi è stato così».
Mitterrand pensa anche alla sua candidatura all’Eliseo, un divorzio è impensabile. Nasconde a tutti la sua “Animour”, ma la protegge, vuole essere il suo “Pigmalione”, la segue negli studi, anche in Italia, e infine nella carriera nei musei. «Ricordo la prima volta da sola nel Louvre chiuso, tra tutti i capolavori solo per me. L’altra grande avventura della mia vita è stata la creazione del museo d’Orsay».
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Le foto di Mitterrand che inaugura la collezione artistica nell’ex stazione, lei davanti a lui con una sontuosa mantella rossa, sono state ripubblicate in questi giorni. Una relazione scandita da migliaia di lettere che Pingeot ha conservato in scatole di cartone. «Sapeva che non buttavo mai via niente. Ma sarebbe stato d’accordo per la pubblicazione postuma? Non so. Me lo domando ancora ».
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