Marco Gasperetti per il “Corriere della Sera”
matteo salvini con l'ambulante moussa mbaye
«Certo che sapevo che quel signore era Matteo Salvini. Ero lì, sulla spiaggia, con mio fratello Moussa che conosce il ministro, gli volevo chiedere anche io un selfie e magari vendergli qualcosa. Lui non mi ha cacciato, è stato gentile e mi ha detto di aspettare perché era al telefono».
Medoune Mbaye, il venditore senegalese della foto sotto l' ombrellone del vicepremier a Marina di Pietrasanta diventata virale sui social come la «gaffe dell' ambulante», parla a fatica. E decide di farlo solo perché accanto al cronista c'è Diop Mbaye, il presidente della comunità senegalese della Toscana.
È sommerso da una pioggia di telefonate, per lo più scherzose di connazionali, che lo prendono in giro e ironizzano su quel tentativo di «vendere» qualche monile (ma non firme contraffatte) all' inquilino del Viminale in vacanza in Versilia. Ma è anche molto preoccupato Medoune. «Non voglio dire più niente, ho moglie e figli in Italia», spiega.
SALVINI E L AMBULANTE DI COLORE
Anche se poi si fa scappare un'altra frase. «Se poi ho fatto il selfie? No, perché il signor Salvini mi ha detto che con la merce che vendevo lui non avrebbe fatto la foto». Il fratello Moussa, quello che con Salvini il selfie l' ha fatto, è più sereno.
«Non scrivete male del ministro, mi raccomando - dice -. Lo conosciamo è molto bravo e cortese. I miei figli hanno giocato con i suoi sotto l'ombrellone. È un gentiluomo e non è affatto un razzista».
Diop, il presidente della comunità senegalese toscana, scuote la testa. «A me sembra che il ministro Salvini abbia una doppia faccia - denuncia -. La mattina grida al ladro contro la mia gente, minaccia di cacciarla dall'Italia, e la notte simpatizza come se quei "ladri" fossero diventati suoi amici».
selfie di salvini con l'ambulante moussa mbaye
salvini vu cumpra