“NON È UN POSTO PER DONNE SOLE HO RISCHIATO DI PERDERE LA VITA PER 400 EURO AL MESE”
Estratto dell’articolo di Marco Carta per “La Repubblica – Edizione Roma”
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«Sembrava indemoniato, voleva farmi uno sfregio. Si è messo a correre e mi ha colpito con lo schienale di una sedia sul piede. Io sono caduta subito a terra per il dolore e lui voleva colpirmi di nuovo. Per fortuna le persone mi hanno protetto. Ora ho paura che lo facciano uscire dal carcere e mi venga a cercare. È un incubo. Non si può rischiare la vita per 400 euro al mese». Sono passate meno di 48 ore dall’aggressione subita di fronte alla stazione Termini e C.F. è ancora sotto choc.
La donna, che ha 51 anni, è stata operata alla tibia per una frattura scomposta con 40 giorni di prognosi e presto dovrà subire un altro intervento. «Ancora non lo so quando tornerò a camminare», racconta sdraiata dal letto del policlinico Umberto I dove è ricoverata.
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Il ricordo di quello che le è accaduto è ancora fresco. «Erano le 4 e 40 del mattino e stavo aspettando l’autobus per andare all’Eur, attacco alle sei. Faccio le pulizie, ho sempre fatto questo nella vita. Abito sulla Prenestina, la mattina mi alzo alle 3 e mezzo. Guadagno 400 euro al mese. Ogni giorno faccio la stessa strada, quando passo per Termini ho paura, ma fortunatamente non mi è mai accaduto nulla».
«[…] Lui faceva avanti e indietro dalla stazione. Ce l’aveva con tutti, non solo con me. Sembrava matto. Poi è venuto di corsa verso di me e mi ha dato la botta al piede, con questo schienale di legno di una sedia tagliata a metà. Ho sentito un dolore atroce perché mi ha spaccato in due il piede. Io non riuscivo a camminare e sono caduta in terra. Per fortuna un ragazzo, credo fosse straniero, lo ha fermato. Lui mi stava tornando addosso. Se ci ripenso me lo rivedo davanti e ho i brividi. Per fortuna le persone, quelli del 118 e i poliziotti sono intervenuti subito. Io urlavo, loro mi hanno calmato e si sono presi cura di me. Li ringrazio».
stazione termini incendio
Morunga Jentus è stato arrestato pochi minuti dopo dai poliziotti del commissariato Viminale. Il 27enne nigeriano, difeso dall’avvocata Lucia Lara Troiano, ha aggredito anche loro con calci e morsi. Ieri mattina, il giudice monocratico ha convalidato il suo arresto. Il processo è previsto per il prossimo 8 gennaio. E quasi sicuramente verrà sottoposto a perizia psichiatrica. Anche perché l’uomo, in Italia dal 2016, aveva solo un piccolo precedente per spaccio e nessun reato. […]
STAZIONE TERMINI TERRA DI NESSUNO “QUI COMANDANO PUSHER E RAPINATORI”
Estratto dell’articolo di Salvatore Giuffrida per “La Repubblica – Edizione Roma”
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«Di sera l’area intorno la stazione da piazza dei Cinquecento a via Giolitti è terra di nessuno, ci sono aggressioni tutte le notti e pusher giovanissimi che spacciano a gruppi di tre o quattro». Eusebio, 50 anni, è peruviano, a Roma ormai da anni. Lavora di sera come operaio intorno a Termini, poi prende il bus notturno per tornare a casa.
Prima del lavoro si ferma a parlare con alcuni amici, anche loro sudamericani, intorno all’edicola di fronte al porticato di piazza dei Cinquecento. «A me hanno rubato il fondo cassa il 1 gennaio, avevo 600 euro, ora non lascio più niente», spiega la donna che gestisce l’edicola. Eusebio annuisce, preoccupato. «Anche io giro senza soldi. È diventato troppo pericoloso».
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Di fronte all’edicola, sotto il porticato, cinque persone dormono sdraiate per terra avvolte nei sacchi a pelo mentre un gruppo di tre ragazzi nordafricani, al massimo 20 anni, fanno le ronde dall’ingresso della stazione in via Giolitti: arrivano alla fermata del tram all’angolo con piazza dei Cinquecento, si fermano a parlottare con un ragazzo appoggiato alla pensilina, attraversano via Cavour e si allungano fino alle persone che dormono sotto il porticato.
Mani in tasca, tute, cappelli griffati, sguardo torvo: vedono le macchine fotografiche e tornano in via Giolitti. Si avvicinano a un anziano che fuma appoggiato al muro del piazzale dell’ingresso della stazione: gli chiedono qualcosa all’orecchio ma l’uomo fa cenno di no con il dito. È la loro base, spiega Eusebio. «Qualcuno li controlla: sono nordafricani, vanno in giro armati, spesso su di giri. La polizia sa tutto: tre mesi fa ha mandato via le persone che vivono sotto il porticato, ma sono tornate».
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[…] Un uomo ubriaco, con una bottiglia di superalcolico in mano, salutai passanti scattando sull’attenti e portandosi due dita alla fronte come un marine, poi ride e barcolla via. Dall’altra parte della stazione non va meglio: all’angolo tra via Milazzo e via Marsala, denuncia il comitato dei residenti, si trova un’altra area di spaccio e degrado. « La situazione rischia di sfuggire di mano — conclude Marco Massaro — gli arresti non bastano». […]
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