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    “SE IN QUELL’INFERNO NON SI COMBATTE, NON SI SA CHE COS’ALTRO PUÒ AVVENIRE” - PARLA MIMMA GUARDATO, LA MAMMA DI FORTUNA, LA BAMBINA CHE VENNE ABUSATA E LANCIATA DAL TETTO DI UN PALAZZO DI PARCO VERDE A CAIVANO, LO STESSO POSTO IN CUI SONO STATE STUPRATE DAL BRANCO DUE 13ENNI: “LÌ CI VUOLE LO STATO, NON SI PUÒ LASCIARE DON PATRICIELLO A COMBATTERE DA SOLO. IO SONO SCAPPATA CON I MIEI ALTRI DUE FIGLI ANNI FA, LÌ NON È CAMBIATO NIENTE...”


     
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    Estratto dell'articolo di Stella Gervasio per www.repubblica.it

     

    MAMMA DI FORTUNA MAMMA DI FORTUNA

    Quando sua figlia, quell’angelo biondo di Chicca, all’anagrafe Fortuna Loffredo, venne abusata e lanciata dal tetto del palazzo, Mimma Guardato era una trentenne. Oggi è una donna che ha girato pagina per gli altri due figli, due maschi, a cui insegna che le donne, di qualsiasi età, vanno rispettate. Vive a Faenza, Mimma, con la madre, che allora le fu molto vicina: è stato don Patriciello, il parroco di Parco Verde ad aiutarla a scappare dagli orrori che avevano invaso la sua vita.

     

    Due nuove vittime di violenza a Caivano, dove lei ha vissuto la sua tragedia. Che cosa pensa?

    «Altre due ragazzine, proprio come mia figlia. Non posso non essere addolorata. Sto rivivendo quei giorni pieni di atrocità. Se là dentro, in quell’inferno, non si combatte, non si sa che cos’altro può avvenire. [...] Lì non è cambiato niente. Dopo l’ultima udienza del processo per la mia bambina, ho preso i miei figli, ho fatto le valigie e me ne sono andata. E ora è tutto diverso: ero disoccupata, mentre qui lavoro in una grande impresa di pulizia. Stiamo bene. L’angoscia c’è sempre, ma dopo tanto dolore si deve ricominciare».

    mamma di fortuna mamma di fortuna

     

    Non è più tornata a Caivano?

    «Ci vado solo per andare al cimitero. Di quel palazzo degli orrori non voglio saperne più niente».

    [...]

    Come si trovano i suoi due figli?

    «Uno ha 18 anni e andrà all’università, l’altro 13, è in terza media. Per il momento vogliono solo studiare. E chissà se in quel posto orribile ci sarebbero mai riusciti. Hanno l’accento del nord, Ora sentono parlare in napoletano solo me».

     

    Che cosa serve per salvare Parco Verde?

    «Ci vuole lo Stato, che lì non c’è. Non si può lasciare uno come don Patriciello a combattere da solo».

    I fratelli ricordano Chicca?

    «Sempre. Non si aspettavano che potesse fare quella fine. Ma noi non ne parliamo quasi mai. Basta che ci guardiamo negli occhi. A loro devo nascondere la mia sofferenza».

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