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    NON LASCIAMOLI SOLI - PARLA ROXANA ROMAN, LA BARISTA CHE HA DENUNCIATO I CASAMONICA DOPO L’INCURSIONE NEL SUO LOCALE ALLA ROMANINA: “A VOLTE SI FERMANO DAVANTI AL BAR, SGOMMANO CON LA MACCHINA E MI FISSANO - I CLAN NON VALGONO NIENTE SE LE PERSONE REAGISCONO: VOGLIO CHE I NOSTRI FIGLI CRESCANO QUI SENZA MAI ABBASSARE LA TESTA”


     
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    la moglie del proprietario del bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabile 2 la moglie del proprietario del bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabile 2

    Salvatore Giuffrida per “la Repubblica - Edizione Roma”

     

    la moglie del proprietario del bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabile la moglie del proprietario del bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabile

    «Voglio che i miei figli crescano alla Romanina da italiani». Pochi giorni dopo la prima udienza del processo contro i Di Silvio e Antonio Casamonica per il raid al Roxy Bar, la titolare Roxana Roman è quasi stupita. «La mia denuncia è un gesto normale. Spero che serva per un cambio di mentalità». Al suo fianco Luigi Ciatti, presidente di Ambulatorio Antiusura, parte di Confcommercio Roma: Roxana sa che è partito l' appello al Quirinale per concedere la cittadinanza a lei e al marito Marian.

     

    Perché è importante per voi?

    ROXANA ROMAN LA PROPRIETARIA DEL BAR ALLA ROMANINA ASSALTATO DAI CASAMONICA ROXANA ROMAN LA PROPRIETARIA DEL BAR ALLA ROMANINA ASSALTATO DAI CASAMONICA

    «Voglio che i nostri figli crescano qui alla Romanina con valori sani senza mai abbassare la testa di fronte alle ingiustizie. Per questo voglio che crescano in Italia. Ma ora non sono italiani. Io non ho chiesto nulla, da tempo prepariamo le carte per la cittadinanza».

     

    Sente di aver fatto qualcosa di straordinario denunciando i Casamonica?

    «No, ma forse bisognerebbe farlo perché vedo che le cose non cambiano. Ho paura, soprattutto di sera. Come ho già raccontato alla polizia, dopo la denuncia qualche volta i Casamonica si fermano davanti al bar, sgommano con la macchina e mi fissano. Nessuna aggressione, ma non posso dire che siamo tranquilli. E non è giusto».

     

    A cosa è servito il suo gesto?

    «A far capire che i Casamonica, i Di Silvio e quelli come loro non valgono niente se le persone reagissero. A me piace Roma, amo il quartiere in cui vivo e per me il bar è tutto: nessuno me lo può portare via. Ma serve un cambio di mentalità che parta dalle persone».

     

    casamonica aggressione a una disabile in una bar in zona romanina 3 casamonica aggressione a una disabile in una bar in zona romanina 3

    L'elenco dei quartieri martoriati dai clan è lungo.

    «Nel quartiere è tutto come prima. La paura c' è sempre, è lo strumento dei Casamonica per avere più potere. Ogni tanto un cliente mi guarda, si avvicina e mi dice sottovoce che ho fatto bene a denunciarli. Qualcun altro mi racconta di essere stato una loro vittima: nel quartiere c'è tanta gente per bene che vuole cambiare ma serve una nuova mentalità che parta da tutti noi».

     

    Soprattutto da chi ha girato la testa dall'altra parte durante l'aggressione.

    «Hanno avuto paura. C'erano 20 persone, sapevano chi erano gli aggressori. Quando hanno capito l'antifona, molti sono usciti dal bar».

    il proprietario del bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabile il proprietario del bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabile

     

    Avevate subito altre aggressioni prima di Pasqua?

    «I Di Silvio e i Casamonica venivano tutti i giorni al bar. Spesso insultavano mio marito e lo bullizzavano. Poi due mesi prima di Pasqua, sono entrati i due Di Silvio e il padre e hanno dato fastidio a un vecchietto, un cliente. Li ho cacciati e se la sono presa di nuovo con mio marito. Gli ho detto che era l'ultima volta».

     

    E dopo soli due mesi l'aggressione?

    «Già. Non posso escludere che sia stata intenzionale per darmi una lezione. Di certo non è stata una bravata».

     

    Da dove nasce questi potere mafioso?

    casamonica aggressione a una disabile in una bar in zona romanina casamonica aggressione a una disabile in una bar in zona romanina

    «La questione non è il pizzo. Il rispetto mafioso viene dalla paura e se lo guadagnano con l'arroganza e la violenza. Il problema è che spesso le istituzioni non funziona e le persone si rivolgono ai Casamonica per un prestito, un lavoro o favoritismi. Io sono stata fortunata: nessuno mi ha mai chiesto il pizzo e i parenti mi hanno prestato i soldi per il bar.

    Ora i miei figli devono poter crescere qui, senza paura, da italiani, in quello che è il loro paese».

     

     

    il proprietario del bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabile il proprietario del bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabile il bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabile il bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabile LA 42ENNE DISABILE AGGREDITA DAI CASAMONICA LA 42ENNE DISABILE AGGREDITA DAI CASAMONICA ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA

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