Estratto dell’articolo di Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”
Shen Ming-shih
È protetto dall’esercito l’ingresso dell’Insitute for National Defence and Security Research di Taipei. Gli occupanti sono analisti giovani e dinamici di un think tank che studia come evitare il T-Day, il giorno in cui la Cina potrebbe lanciare l’attacco a Taiwan. L’opinione degli analisti di qui è che nessuna offerta di dialogo […] potrà mai accontentare Pechino.
Xi Jinping vuole sottomettere l’isola per tre motivi almeno: consegnarsi alla storia come il grande riunificatore della Cina, rovesciare i rapporti di forza con la superpotenza americana ed evitare che alla lunga l’esempio di democrazia al di là dello Stretto possa ispirare anche il popolo cinese. Alle domande risponde il dottor Shen Ming-shih, direttore del think tank composto da circa 80 ricercatori.
xi jinping
Il comando americano dell’Indo-Pacifico ha cerchiato di rosso l’anno 2027, indicandolo come quello del T-Day. È una previsione realistica o serve ai militari americani per sollecitare più fondi?
«[…] Il suo calcolo è basato sulla logica di tempi e simbolismi: nel 2027 cade il centenario dell’Esercito popolare cinese e Xi ha ordinato ai suoi generali di essere pronti a combattere e vincere una guerra per quella data. Noi crediamo che il leader di Pechino non abbia ancora deciso, le sue scelte dipenderanno dai segnali che riceverà dagli Stati Uniti e dalla percezione che avrà della nostra forza.
MAPPA TAIWAN CINA
Penso che i cinesi non saranno davvero ancora pronti nel 2027, che i loro comandi siano incerti sulla capacità di condurre una guerra prolungata. […] la Casa Bianca ha imposto sanzioni tecnologiche alla Cina anche per rallentare il suo sviluppo militare e il Covid ha innescato una fase di difficoltà economiche di cui Xi deve tener conto».
Gli Stati Uniti vi invitano ad aggiornare la vostra strategia difensiva, a rinunciare ai grandi sistemi d’arma e trasformarvi in un «porcospino» pieno di piccoli aculei capaci di ferire in una guerriglia la superiorità delle forze cinesi, in attesa dei rinforzi americani. È giusto?
«Stiamo […] acquistando missili antiaerei portatili Stinger, gli anticarro Javelin, gli antinave Harpoon. Ma ci servono anche sistemi tradizionali come nuovi aerei da caccia per intercettare le continue incursioni di apparecchi cinesi, perché non possiamo certo usare i missili per tallonarli: siamo in pace, non in guerra».
PILOTA CINESE SUI CIELI DI TAIWAN
La strategia di Pechino si basa al momento sulla costituzione di una situazione di tensione permanente, intimidazione e logoramento per le difese taiwanesi. In quattro anni i cinesi hanno impiegato più di 3.500 apparecchi di ogni tipo, compresi droni senza pilota, per saggiare le difese taiwanesi.
«Noi studiamo in ogni incursione il tipo di apparecchi che usano, il mix tra caccia e bombardieri, e abbiamo notato che i loro jet di derivazione tecnologica russa soffrono di problemi di affidabilità e manutenzione, è difficile che lo stesso apparecchio voli per due giorni di seguito. Il comando cinese non è ancora pronto a condurre “joint operations” che coinvolgano insieme le loro forze aeree, navali e di fanteria da sbarco.
ESERCITAZIONI MILITARI CINESI A TAIWAN
La loro Commissione militare centrale è piena di generali di fanteria e commissari politici, i generali cinesi con esperienza di combattimento sono solo due ed erano ufficiali di fanteria quando si scontrarono con i vietnamiti negli Anni ‘80, usando tattiche russe. Al momento a Pechino studiano la guerra in Ucraina e l’atteggiamento degli Stati Uniti, noi dobbiamo dimostrarci sufficientemente determinati e forti da presentare un deterrente credibile».
MAPPA DELLA LINEA MEDANA NELLO STRETTO DI TAIWAN esercitazioni caccia cinesi joe biden xi jinping esercitazioni militari taiwan esercitazioni militari cinesi taiwan esercitazione militare delle truppe di Taiwan