QUIRINO CONTI
Quirino Conti per Dagospia
A perpetuo turbamento e vergogna degli sciocchi, il sapientissimo Paolo De Benedetti, curatore editoriale tra i massimi, scritturista infaticabile e onnivoro indagatore di ogni sapere biblico, concludeva il suo sguardo sulla vita affermando di non aspettarsi altro dal profondo silenzio dell’Assoluto che un sospiro, un solo piccolo sospiro, e un alef dal suo amatissimo Elohim.
Giacché stimare che il silenzio non rappresenti che la negazione stessa della Parola è da sciocchi. E, nonostante la fatica di divulgatori e scienziati positivisti, ancora non si è riusciti a spegnere il bisogno di “altro” oltre l’orizzonte dell’esistenza biologica.
naomi campbell con donatella versace
Ecco perché si parla con timore di chi ci ha preceduto nel congedo dalla vita. Forse perché potrebbero ancora adombrarsi nell’ipotesi di un racconto inesatto o di una terminologia irriguardosa?
Anche solo per questo, parlare di Gianni Versace con ostentata disinvoltura pone oggi, a distanza di venticinque anni dalla sua morte, in autentica soggezione quanti provano a farlo: non riuscendo ancora a pacificarsi con il dubbio terribile di un’eterna sparizione e del nulla.
GIANNI VERSACE DOPO I COLPI DI ANDREW CUNANAN
Ecco allora i giudizi sommari, le conciliate sintesi biografiche, le azzardate analisi totalizzanti e, per chi le compone e le elabora, quasi il timore mistico di essere ascoltati e trascendentalmente riconosciuti.
Non è questa, infatti, la stagione dei cimiteri, la morte non si addice alla stilizzazione della Moda. Seppure...
Questo per quanto riguarda il complesso e variegato rapporto con la memoria di Gianni Versace. Chi non ricorda, infatti, la drammatica immagine di sua sorella in gramaglie e con un crocifisso stretto tra le mani?
gianni versace e antonio d amico
Anche solo per questo, i venticinque anni da una simile violenza sono una data che necessariamente deve mettere d’accordo osannanti e critici. Tutti: su talento, genialità e sovvertimento di ogni luogo comune. Tanto che commuove come opinioni un tempo ardite, taglienti e mordaci trovino ora una così grande conciliazione con il mistero del suo silenzio e perfino con le ombre suscitate a suo tempo dalla violenza inumana del suo martirio.
Chi può dire in merito di non aver ferocemente combattuto, nella sua coscienza, con l’evidenza di giustificazioni piuttosto traballanti? Forse per gelosia, per vendetta o rancore. E quella innocente vittima in un lago di sangue, intesa perfino per malafede come il capro espiatorio di una giustizia lontana, segreta e irragionevole.
gianni versace funerali
Poi capita anche che parlare di abiti, lussi e facezie di fronte al suo essere divenuto ormai come il Commendatore del “Don Giovanni”di Mozart sia un’ipotesi che raggela. Un anniversario pubblico, dunque, che pone il solito problema: può mai esistere, oltre i sentimenti di ciascuno, un rapporto equilibrato tra Moda, giornalismo, pubblicità, memoria e persino dolore?
Anche se per Saint Laurent si è potuto parlare e sparlare senza alcun limite: per scritto e per immagini. Così come per Lagerfeld. Assenti e senza più voce in capitolo, giacché entrambi vittime di una stagione che non ammetteva sospiri dall’alto, tantomeno richiami mistici, oltre la paolina “carne”.
gianni versace nella casa in florida
Ma ora altre sono le disposizioni dell’intelletto verso il Cielo e verso chi è entrato nella luce tenebrosa della morte.
Senza nulla togliere alla sua passione, alla sua dedizione e alla sua capacità di iperscrtittura, Versace fu un gigante della comunicazione: un nome-mito, un macrosuccesso. Alla sua morte si precipitarono verso il suo trono deserto epigoni innumerevoli, da Cavalli a Tom Ford, a Mattiolo e a moltissimi altri assatanati da quel serto neoclassico di gloria.
DIANA ELTON JOHN STING FUNERALI VERSACE
La stampa più vorace pensò allora, dalla sera alla mattina, di sostituirlo con il fedele Antonio, il suo compagno: e così come si avventò su una sua ipotetica affermazione (da riempire senza troppi problemi, quel terribile vuoto), con la stessa famelica energia se ne fuggì delusa quando comprese che l’affare non si sarebbe mai concluso. Se non come avvenne tra le sontuose pareti domestiche.
GIANNI VERSACE
Comunque, oltre tanto dibattere, una speranza ci resterebbe; escatologica e perfettiva, direbbero gli studiosi: che dalla sua meravigliosa Calabria celeste, dove ora vive felice e in pace, Gianni Versace in nessun modo si curi delle tante commemorazioni – talora colme d’ipocrisia – che gli si intessono intorno.
"Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti", e non distraiamo i viventi da quella meritatissima eterna felicità, oltre tutto e tutti. Contro un faticoso vociare che non può più sfiorarlo. Ora che alla crudele Medusa ha sostituito il volto raggiante del Mistero.
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