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    PARLAVA SEMPRE, ORA TACE: DOV’È FINITO IL MINISTRO NORDIO? - STEFANO FOLLI: “L’APPANNAMENTO DEL MINISTRO NON È CASUALE NÉ SI DEVE A UNA SUA MANCANZA DI CORAGGIO. È LA PREMIER CHE GLI HA CHIESTO DI FERMARSI. GIORGIA MELONI LO HA VOLUTO A VIA ARENULA E ADESSO GLI CHIEDE DI RESTARE, MA DI NON SMUOVERE LE ACQUE DEL RAPPORTO TRA POLITICA E GIUSTIZIA. E VIEN DA DOMANDARSI CHE SENSO HA AVUTO VOLERE UN LIBERALE ALLA GIUSTIZIA PER POI FRENARLO…”


     
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    Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”

     

    Fino a pochi giorni fa il ministro della Giustizia Carlo Nordio […] era visto con sospetto da chi temeva una riforma della giustizia votata a ridurre il potere della magistratura. Per quanto accorate fossero le rassicurazioni del diretto interessato […], la diffidenza nei suoi confronti appariva inscalfibile.

    giorgia meloni carlo nordio giorgia meloni carlo nordio

     

    […] La scelta di Nordio […] acquistava […] un valore simbolico ed era il tentativo di avere il consenso di un’opinione pubblica […]  “garantista” […] Così sembrava. E in effetti nelle sue prime settimane il neo ministro si era esposto a polemiche aspre che lo vedevano, magari con qualche errore di troppo dovuto all’inesperienza, schierato dalla parte dei principi giuridici difesi in centinaia di articoli e interventi pubblici. I suoi sostenitori attendevano il passo più importante: l’avvio sia pur prudente della “separazione delle carriere” tra giudici e pubblici ministeri.

     

    GIORGIA MELONI CARLO NORDIO GIORGIA MELONI CARLO NORDIO

    […] un intervento di natura costituzionale inviso alla magistratura e a gran parte della sinistra (salvo eccezioni) come pure a quei settori della destra rimasti fedeli alla linea tradizionale. Riforma controversa, quindi, e non poco. Tuttavia molto significativa per stabilire quale fosse la rotta del governo Meloni […] L’attesa si è prolungata per mesi senza novità apprezzabili.

     

    E veniamo all’oggi. Le Camere Penali, ossia gli avvocati penalisti, hanno indetto uno sciopero di inusuale lunghezza, ben tre giorni, in cui esprimono la loro delusione verso il ministro che aveva lasciato intravedere un orizzonte liberale presto sparito nelle nebbie. Non solo la separazione delle carriere, ma altri provvedimenti per restituire efficienza al sistema giudiziario.

    GIORGIA MELONI CARLO NORDIO GIORGIA MELONI CARLO NORDIO

     

    Viceversa, si è creata — ad avviso dei penalisti — una deriva riassunta in tre parole: “carcere, carcere, carcere”. Ossia una tendenza all’introduzione di nuovi reati, magari destinati a restare sulla carta, ma tutti in grado di appesantire la macchina giudiziaria.

    […] In sostanza Nordio ha perso l’appoggio del fronte “garantista” che gli rimprovera di essersi piegato alla magistratura […] Né si può dire che il ministro abbia trovato nuovi amici tra i vecchi avversari […] il Pd (Serracchiani) gli rinfaccia di essere indifferente ai figli delle detenute […] Altri gli fanno carico di aver abbandonato nel caso Cospito le sue antiche riserve verso il regime del 41-bis.

    CARLO NORDIO GIORGIA MELONI - FOTOMONTAGGIO IL FATTO QUOTIDIANO CARLO NORDIO GIORGIA MELONI - FOTOMONTAGGIO IL FATTO QUOTIDIANO

     

    S’intende che l’appannamento del ministro non è casuale né si deve a una sua mancanza di coraggio. È la premier che gli ha chiesto di fermarsi. Giorgia Meloni lo ha voluto a via Arenula e adesso gli chiede di restare, ma di non smuovere le acque del rapporto tra politica e giustizia. […] E vien da domandarsi che senso ha avuto volere un liberale alla Giustizia per poi frenarlo. […]

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