Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”
giorgia meloni giancarlo giorgetti
L'Ocse bacchetta l'Italia e ritiene necessario «un aggiustamento fiscale ampio e duraturo» che duri diversi anni. È l'unico modo per riportare il rapporto debito/Pil su un percorso più prudente, e l'aggiustamento, viene suggerito, dovrebbe includere «azioni decisive per contrastare l'evasione fiscale, limitare la crescita della spesa pensionistica e condurre ambiziose revisioni della spesa».
Un richiamo che sembra in contraddizione con la politica dei bonus che il governo ha rilanciato anche con l'ultimo decreto approvato in Consiglio dei ministri. Per non parlare dell'assenza di misure nella lotta all'evasione, da questo punto di vista il Tesoro si è concentrato con una politica che tende la mano alle Partite Iva attraverso il concordato preventivo biennale, uno strumento che sospende i controlli a chi aderisce in cambio di un leggero aumento dell'imposizione.
OCSE
[…] Per spingere la crescita dell'Italia, continua l'Ocse, è fondamentale la messa a terra del Pnrr – «in ritardo sul calendario iniziale» – così come l'attuazione delle riforme strutturali. Tuttavia, la ripresa italiana «resta debole», con il Pil stimato dall'organizzazione con sede a Parigi in crescita dello 0,7% quest'anno e in accelerazione al +1,2% il prossimo.
«L'elevata inflazione nel corso degli ultimi due anni ha eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie rimangono restrittive e la maggior parte degli aiuti eccezionali legati alla pandemia da Covid e alle crisi energetiche sono stati soppressi andando a pesare su consumi e investimenti privati», si legge nel rapporto dell'Ocse.
giancarlo giorgetti giorgia meloni
«Il rilancio della crescita dei salari reali e l'aumento degli investimenti pubblici del Pnrr compenseranno solo parzialmente queste difficoltà». Il Pil è progredito dello 0,2% nel quarto trimestre 2023 grazie agli incentivi sulla casa, prima dello stop al Superbonus, ricorda l'Ocse che nota un miglioramento della fiducia dei consumatori, ma «la produzione manifatturiera, le vendite al dettaglio e la fiducia delle imprese sono ancora fragili».
Il problema principale per l'economia italiana è comunque rappresentata dal debito che, […] si attesterà al 139, 1% nel 2024 per poi salire al 140% nel 2025. L'asticella del deficit è in calo eppure rimarrà al di sopra del 3% fino al 2025. […]